20 dicembre 2005    

Perché la Conferenza sceglie la Calabria (di Giuseppe Bova*)


INTERVENTO DEL PRESIDENTE


DEL CONSIGLIO REGIONALE DELLA CALABRIA


GIUSEPPE BOVA


Il Presidente del Consiglio regionale on. Giuseppe Bova


 
Signor Vicepresidente della Camera dei Deputati, on. Biondi, signor Coordinatore della Conferenza dei Presidenti dei Consigli Regionali, on. Tesini, signori Presidenti, autorità, signora Maria Grazia Laganà,
vi ringrazio, assieme ai miei colleghi consiglieri calabresi, per la vostra presenza in quest’aula, in occasione del secondo trigesimo della morte del nostro collega Vicepresidente del Consiglio Regionale, Francesco Fortugno, assassinato per mano mafiosa, a Locri, il 16 ottobre di quest’anno.
Noi, allora, pur direttamente e profondamente colpiti, a fronte di un fatto di una gravità inaudita, tanto da rischiare di rimanere annichiliti, reagimmo immediatamente, come un sol uomo, chiamando in quest’aula, alla presenza del ministro Pisanu, i parlamentari, gli amministratori, le forze della cultura, dei sindacati, delle imprese di questa regione, per esprimere, tutti assieme, le energie e la coesione, quali necessitano in una battaglia terribile, senza esclusione di colpi, contro la ‘ndrangheta.
Non lo diciamo così perché le parole, e il pensiero che le sottintende, risultano fuorviate da una profonda emozione.
Noi siamo perfettamente lucidi. Prima dell’assassinio del povero Franco, più di trecento tra amministratori, imprenditori, sindacalisti, uomini delle professioni o semplici cittadini di questa terra - sottolineo, trecento negli ultimi tre anni – avevano subito minacce o attentati; e le indagini non avevano prodotto esito alcuno.
Dall’inizio della legislatura regionale, i consiglieri Occhiuto, Doris Lo Moro, Aiello, Acri, e lo stesso Presidente della Regione Agazio Loiero, avevano ricevuto minacce di morte.
Nella Locride, l’area dove viveva ed è stato ucciso l’on. Fortugno, c’erano già stati 23 delitti, di cui non erano stati individuati né i responsabili diretti, né i mandanti.
Questa era la Calabria del 17 ottobre del 2005: quella del giorno dopo.
Non è oggi tempo di analisi o di recriminazioni, ma i dati sono lì più duri della pietra, a sottolineare un tempo troppo lungo di sottovalutazioni e di inerzie.
La Calabria, lo voglio ricordare, era diventata una terra in cui ai problemi drammatici di forti ritardi nello sviluppo, a livelli di disoccupazione, ad indici di povertà, su cui abbiamo da troppo tempo un tristissimo primato, si aggiungeva anche questo.
Così, nel mentre rinserravamo le fila, facemmo appello al Capo dello Stato, al Presidente Ciampi, che quasi prima che la richiesta partisse, verme qui, in quest’Aula, ad onorare un onesto uomo delle istituzioni e a darci fiducia e sostegno espliciti. A dirci che anche la Calabria è Italia e che non sarebbe stato lasciato nulla di intentato per assicurare alla giustizia i responsabili e i mandanti del delitto Fortugno come di altri atroci delitti.
Da allora è in atto un difficile impegno per risalire la china; avvertiamo una più forte presenza ed una maggiore attenzione da parte dello Stato: il dott. De Sena, già vice capo della Polizia, è oggi Prefetto di Reggio Calabria.
Occorre tempo, lo sappiamo, perché si tratta di contrastare e battere organizzazioni malavitose molto potenti, in posizione di leadership nel controllo e nei traffici di stupefacenti su scala europea e mondiale.
Per questo, ne siamo consapevoli, occorrono indagini spesso assai sofisticate e che durino nel tempo; così come occorrono sinergie senza precedenti tra i vari corpi dello Stato e un presidio della giurisdizione da parte di uomini di grande esperienza e professionalità.
Serve soprattutto un’azione sistematica, capace di aggredire i patrimoniRiccardo Nencini  Presidente del Consiglio regionale della Toscana illeciti, che porti alloro sequestro prima e alla confisca dopo.
E’, senza dubbio, una lotta senza quartiere e di lunga lena.
Certo, far capire, da subito, a chi ha ucciso Franco Fortugno e a chi quel delitto ha ispirato, che lo Stato è in grado di individuare e colpire chiunque, è ancor oggi la prima, necessaria, missione da assolvere.
Ma noi non siamo quelli che chiedono solo agli altri di fare il proprio dovere. Ci siamo rimboccati le maniche, operando perché siano più forti e visibili i riferimenti per chi spinge in direzione del rinnovamento civile e di una crescita ordinata e giusta della nostra realtà.
C’è, oggi, un fermento positivo nella nostra società, un pullulare di iniziative di tante e di tanti, in particolare della gioventù e degli studenti. Ieri è diventato realtà il forum degli studenti della Locride per la resistenza e la verità contro la ‘ndrangheta e tutte le illegalità.
Con questo, però, non ci facciamo nessuna facile illusione, immaginando che, con qualche singolo colpo, anche se importante e di rilievo, la situazione cambi in tempi rapidi e in maniera significativa.
Né è immaginabile che in quella che è diventata una vera e propria guerra, senza esclusione di colpi, la Calabria e le sue istituzioni ce la possano fare da sole.
Per questo, consapevoli che la sfida contro un nemico mortale di ogni civiltà e della nostra terra è di lunghissimo periodo, oltre che per onorare un nostro collega, mite ed onesto, abbiamo dedicato quest’aula a Francesco Fortugno e a tutte le vittime della mafia in Calabria.
Per questo è assai significativo ed importante che, nel momento in cui onoriamo quell’impegno, scoprendo la targa che rende perenne la nostra volontà, assieme a noi, assieme alle forze vive della società calabrese e dello Stato, ci sia Lei, onorevole Vicepresidente della Camera, on. Biondi, ci siamo tutti i presidenti dei Consigli Regionali d’Italia, assieme all’on. Tesini, nostro coordinatore.
Così alla moglie di Franco, dottoressa Maria Grazia Laganà, e ai figli, non consegneremo, oggi, solo una medaglia che commemora ed onora un nostro collega, che lo ha ampiamente meritato per quello che ha fatto nella sua vita, ma l’impegno serio e rigoroso di tutti noi, in Calabria come in Italia, in Parlamento come in tutte le Regioni, perché anche questa battaglia la si conduca fino in fondo, uniti, e la si vinca.
Grazie.


* Presidente Consiglio regionale Calabria
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