25 luglio 2011    

Nasce il Centro regionale sangue (di Cristina Cortese)


Quando si dice “detto fatto”. Quando, ancora, politica, volontariato, medici e direzione strategica aziendale superano i rispettivi confini in ragione di una logica superiore: quella dell’interesse dei calabresi. E’ questo il percorso che, a stretto giro di posta, ha portato all’approvazione della proposta di legge che istituisce il Centro regionale sangue firmata Candeloro Imbalzano. Dalla terza Commissione consiliare, competente in materia, presieduta da Nazzareno Salerno, all’Aula per il voto finale: il passaggio è stato davvero breve, a sollineare l’importanza di un provvedimento atteso dal mondo del volontariato quale riconoscimento legittimo di un’azione e di un impegno senza fine.  Così, nella sala “Giuditta Levato” di Palazzo Campanella, che saluta l’evento, in un’aria di festa e di novità con tanto di commenti a favore, ha buon gioco Mimmo Nisticò, segretario regionale Avis, a parlare “di parto prematuro”. Parole avvalorate da quelle di Paolo Marcianò, a capo dell’Avis  calabrese. “Dal 9 marzo all’11 luglio 2011, ovvero dal primo incontro ad oggi: ecco cosa significa quando la politica rispetta i tempi e la parola data ai cittadini, realizzando un passaggio storico, che ci vede recepire le leggi nazionali ed europee”, rilancia Marcianò, ringraziando il Presidente della Giunta Scopelliti e il Presidente Francesco Talarico. A quest’ultimo, l’Avis ha dedicato una lettera aperta per avere accolto, nella seduta dell’11 luglio, insieme a tutto il Consiglio, le numerose istanze del volontariato. Ovviamente, occhi puntati sul proponente. “L’obiettivo era atteso da tempo ed è stato finalmente raggiunto. Una svolta decisiva per modernizzare tutto il percorso organizzativo della raccolta, della lavorazione, della distribuzione e dell’appropriatezza clinica del sangue e del plasma, nella sanità regionale”, rilancia Imbalzano che, con un  pizzico di orgoglio, passa in rassegna gli articoli che danno forma e sostanza al nuovo, e che disegnano il volto di una struttura moderna e completa che il mondo del volontariato dovrà rendere concreta. E tutto ciò tenendo conto che la nostra città è tra quelle con maggiore densità di attività di volontariato. Ma non si ferma qui e con emozione, in virtù di una antica amicizia, Imbalzano rende a Paolo Marcianò un riconoscimento speciale, ammettendo: “A questa legge potrebbe aggiungersi un secondo nome, quello del Presidente regionale dell’Avis”. Tanti altri i contributi a rimarcare un risultato che avvicina la Calabria all’Europa e soprattutto va a mettere ordine in un comparto dove frammentazione e improvvisazione non sono più possibili. Ancora, Rocco Gangemi, segretario regionale calabrese della Fidas, legge, per conto del presidente Saverio Mannino, un contributo di quest’ultimo: “La legge sul Centro raccolta sangue colma finalmente una gravissima lacuna, considerato che la Calabria era l’unica regione italiana a non averlo ancora istituito. Ed il merito va di sicuro alle associazioni di volontariato che hanno spinto per l’approvazione del progetto ma anche alle forze politiche che hanno dimostrato di saper convergere nell’interesse assoluto dei cittadini”. Ma dove potrebbe essere collocato il Centro regionale sangue? Il commissario dell'Azienda ospedaliera “Bianchi-Melacrino- Morelli” di Reggio Calabria, Lillino Bellinvia non perde tempo: “La mia proposta è che venga collocato nell’Azienda”, sottolinea il manager, rimarcando “il grande bisogno di sangue e come le attività chirurgiche all’interno stiano aumentando sempre di più”. C’è tempo ancora per gli interventi della dottoressa Giulia Pucci (Consiglio direttivo dell’Adspem e medico del Centro Trapianti del quale era presente il direttore Pino Irrera), della dottoressa Gaetana Franco, alla guida del gruppo Avis delle donatrici del cordone ombelicale, di Sebastiano Sofi. Quest’ultimo, Presidente regionale della Simt (presente anche il dott. Pino Bresolin), definisce il Centro regionale sangue “caposaldo del sistema trasfusionale e del sistema sangue”.
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