25 luglio 2011    

A Bruxelles, crolla il progetto del Ponte sullo Stretto (di Luisa Lombardo)



Sono molteplici e di diverso segno le reazioni conseguenti alla bocciatura del ponte sullo Stretto decisa dalla Commissione Europea .
Intanto c’è la posizione dei più scettici i quali, a proposito del Ponte, andavano ripetendo da sempre che “Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”.
Ma c’è anche la reazione di quanti hanno da sempre avversato la costruzione di un collegamento stabile fra le due sponde: basterà ricordare quanto affermato dai consiglieri di Idv, Emilio De Masi, Giuseppe Giordano e Mimmo Talarico.
Per tutti e tre gli esponenti, l’eliminazione del ponte è un fatto altamente positivo (non solo perchè consente la destinazione delle risorse ad altri obiettivi ma anche perchè scongiura un sicuro ed immenso danno ambientale). Per queste ragioni, il gruppo regionale di Italia dei Valori chiede subito una seduta del Consiglio regionale “per discutere pubblicamente della cancellazione del Ponte sullo Stretto e, soprattutto, per rilanciare le ragioni di questa parte del Mezzogiorno completamente abbandonata in termini di infrastrutture basilari ed isolata dal resto del mondo”.
Infine, ci sono le reazioni di quanti guardano con inquietudine alla decisione della Commissione Europea. Noti giuristi come Giuseppe Mastrangelo (componente del Comitato direttivo della Scuola Nazionale Superiore dell’Avvocatura) chiedono che il Governo italiano intervenga perché sia ripristinato il Corridoio Berlino-Palermo che prevedeva il ponte e che ora si vuole modificare nella parte meridionale.
“E’ inammissibile - affermano i sostenitori del ponte - che si pensi al Corridoio Elsinki - La Valletta che, arrivando fino a Napoli, viene deviato su Bari, facendo così sparire il Meridione.
Tra i più agguerriti pro ponte, il consigliere regionale della Lista Scopelliti Presidente, Cadeloro Imbalzano che commenta così: “Bene ha fatto il Presidente Scopelliti ad assumere una posizione forte in ordine alla ventilata intenzione di sostituire con la proposta di Bilancio ‘EUROPEA  2020’, il Corridoio 1 ‘Berlino-Palermo’ con l’analogo Corridoio 5 ‘Helsinki-La Valletta’”. Imbalzano parla di “proposta da contrastare con ogni mezzo e in tutte le sedi possibili”.
“Non è ammissibile, dopo anni di decisioni prossime ora alla realizzazione, pensare di dirottare altrove - prosegue Imbalzano - circa 30 miliardi di euro destinati, da oltre dieci anni, alle vie di comunicazioni calabresi e siciliane (Autostrada A3, Rete Ferroviaria, Ponte sullo Stretto e Porto di Palermo), deviando all’altezza di Napoli verso la Puglia e Malta”. E infine annuncia: “A breve, presenteremo in Consiglio regionale una mozione dedicata alla complessa e delicata questione, non escludendo, fin d’ora, una grande iniziativa popolare, prevista dallo stesso Trattato di Lisbona, per la presentazione di una legge europea che elimini lo sciagurato tentativo di cancellare il Corridoio di comunicazione verso le Regioni del Sud Italia”.
Fiducioso su un possibile dietrofront della Commissione Ue, il segretario-questore del Consiglio regionale, Giovanni Nucera (Pdl): “Non c’è alcuna decisione definitiva dell’Unione Europa sulle grandi infrastrutture che vedrebbe cancellata la realizzazione del Ponte sullo Stretto, segmento fondamentale nell’ambito dei TEN (Trans European Network) dei grandi corridoi europei. Ma se la prospettiva è questa, allora  è meglio che la Calabria, e più in generale il Sud Italia, attraverso la propria rappresentanza politica nazionale ed europea faccia sentire la propria voce, ribadendo la necessità di mantenere intatto il disegno europeo riguardante l’importante asse  Berlino-Palermo. Capisco benissimo - prosegue l’esponente politico - le esigenze dell’Unione Europea di contenere i costi di alcune infrastrutture, ma tagliare fuori in un colpo Basilicata, Calabria e Sicilia, significherà assestare un colpo di grazia finale ad un territorio che finora ha pagato prezzi molto alti proprio a causa della sua arretratezza. Una prospettiva - conclude Giovanni Nucera - che non solo taglierebbe completamente fuori, gran parte del Mezzogiorno d’Italia, peraltro l’area più depressa, più arretrata e bisognosa di infrastrutture del Paese ma cancellerebbe per sempre l’idea della Calabria come naturale piattaforma italiana nel Mediterraneo”.
Rifanno sentire la loro voce quanti, come l’ex Presidente della Giunta regionale Agazio Loiero, avevano avanzato chiare proposte per il migliore utilizzo dei capitoli previsti per le infrastrutture calabresi.
Parlando coi giornalisti, Loiero afferma che è giusto destinare quei capitoli a favore dei nostri territori.
Tutta la complessa vicenda è comunque ancora aperta e giungerà al Capolinea il prossimo 21 settembre, quando la Commissione dovrebbe ufficializzare la proposta con decisioni nelle quali avranno la loro parte il Parlamento Europeo, il Comitato delle Regioni, il Comitato economico-sociale e infine, il Comitato dei Ministri europei.
E’ dura anche la reazione di Demetrio Naccari, ex assessore regionale al Bilancio. Per Naccari, cui era stata assegnata anche la delega ai Trasporti, la decisione della Commissione Europea nasce dalla assenza di investimenti ferroviari al Sud, decisa dal gruppo FS.
I nuovi capitoli della storia di un possibile collegamento stabile fra le due sponde dello Stretto sembrano tingersi anche di ironici paradossi.
Sono in molti a far notare così che il Vicepresidente della Commissione Europea che propone la pesante variazione del Corridoio è proprio Antonio Tajani, esponente del Pdl. E Tajani è l’unico italiano in Commissione che ha la delega all’Industria e alla Imprenditoria.
Altra, per così dire, “curiosità” è che la Regione Calabria ha ipotizzato l’utilizzo di 15 milioni di fondi europei, investendoli nella formazione di 1500 lavoratori calabresi che dovrebbero essere impiegati nella costruzione del ponte sullo Stretto. Cioè di quel manufatto per il quale gli scettici continuano a sentenziare che “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”.


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