14 luglio 2011    

Proroga di un anno al 'Programma stage' (di Cristina Cortese)


Tre milioni e 670 mila euro a favore del programma stage: fanno rete ancora una volta Consiglio e Giunta, decidendo di destinare questa cifra al finanziamento del programma, garantendone, così, ancora per un anno, la prosecuzione fino al prossimo 31 agosto 2012.  Tirano un sospiro di sollievo i giovani calabresi che, per due anni, grazie ai titoli e ai meriti acquisiti sul campo, hanno maturato una proficua esperienza. Alcuni si ritrovano nell’Aula Commissioni per sentire dal vivo quanto  stanno per comunicare il presidente Talarico e il Governatore Scopelliti. Ma c’è anche una consapevolezza che prende corpo: quello di fare valere, oggi più che mai, il 110 e lode in tasca e un percorso di studi e di impegno, perché, oltre questa data, la Regione non potrà andare. “Non potremo mantenere oltre questo rapporto, poiché anche i soggetti istituzionali destinatari che hanno i giovani al loro servizio, dovranno decidere sul futuro di questi 367 migliori laureati calabresi, tenuto conto che in numerosi incontro ufficiali, Anci, Upi, Asl, Uncem, hanno sempre espresso un giudizio positivo su questa esperienza, salvo poi rinviare ogni decisione circa la loro stabilizzazione”, ha così esordito il presidente del Consiglio regionale, Francesco Talarico, rendendo noto che già “l’Ufficio di Presidenza del Consiglio ha garantito con una propria deliberazione di un milione e cinquecentomila euro la copertura del fabbisogno finanziario per l’anno in corso”.
“E’ venuto il momento di dire chiaramente che la Pubblica Amministrazione non può accollarsi totalmente queste situazioni, aumentando la pletora dei dipendenti, magari sacrificando risorse che potrebbero creare nel privato sviluppo e posti di lavoro più stabili”: così il presidente Scopelliti ha spazzato ogni dubbio e ogni illusione su una possibile proroga, pur sottolineando come “l’idea degli stage sia stata eccellente e che due anni trascorsi nelle pubbliche amministrazioni locali rappresentino certamente un buon viatico. Ma i molti sindaci che si sono espressi favorevolmente a questa esperienza avrebbero almeno potuto collocare alcuni stagisti negli uffici di staff, come manifestazione di una volontà positiva. Per quel che mi riguarda, la regola d'accesso alla Pubblica amministrazione rimarrà il concorso pubblico dove ognuno potrà giocarsi le proprie chance. Perché, altrimenti, chi ha avuto da 110 in giù come voto di laurea, solo per fare un esempio, non dovrebbe avere le medesime condizioni di partenza per l’accesso al posto pubblico?''.

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