23 giugno 2011    

Tripodi (Gruppo Misto): ''Perseguo le battaglie per il Terzo Polo''


Il consigliere del Gruppo Misto Pasquale Tripodi “Devo essere sincero: per uno che ha creduto e crede nel Terzo Polo come sbocco ad una crisi di sistema del Paese, lasciare il Gruppo dell’Udc, partito che del Terzo Polo è stato l’artefice e che sul Terzo Polo ha investito la sua posta,

non è un’operazione semplice.  Ma purtroppo la politica è fatta anche di questo

genere di incomprensioni, di miopie e assenza di prospettiva”.

L’ha sostenuto il consigliere regionale Pasquale Tripodi che da questa mattina è

formalmente iscritto  al Gruppo Misto. “Pertanto – ha aggiunto -  vorrà  dire che la battaglia dell’Udc per un sistema politico che superi il bipolarismo muscolare

la continuerò a sostenere, assieme a tantissimi amici, da questa nuova

postazione che considero importante, in quanto mi consente di esercitare

liberamente il mandato che mi è stato dato dagli elettori”.

Ha spiegato Tripodi: “Verso l’attuale Giunta regionale eserciterò la funzione, che spetta ad ogni Consigliere regionale, di vigilanza e controllo. Nessuna pregiudiziale, sia chiaro: né verso il Presidente della Regione né verso gli Assessori, ma semplicemente -  ecco come sarà caratterizzato il mio impegno -  un’azione di pungolo a fare di più, di stimolo affinché gli impegni che sono stati assunti durante la campagna elettorale siano rispettati. A partire dalle infrastrutture deficitarie nel Sud e nella Calabria e su cui mi auguro che tutto il Consiglio regionale sia unito nel richiamo forte, incisivo e severo verso un Governo che non guarda mai alla Calabria;  e che quando ci guarda lo fa con spirito colonizzatore, o peggio per sottrarre risorse ingenti ed essenziali (penso ai fondi FAS per capirci, ma non solo). Se l’aria che tira nel Paese, con una

crisi economica fuori controllo e con una manovra che spremerà gli italiani per

oltre 40 miliardi di euro entro l’anno, è difficile, in Calabria rischiamo la

tenuta democratica, viste le tante emergenze sociali che si sommano giorno dopo

giorno ed alle quali non si riesce a dare una sola risposta definitiva e

chiara. Penso a Gioia Tauro, al porto che doveva essere il cancello del

Mezzogiorno sul mondo e che oggi al contrario è sotto il fuoco di lobby e

disinvolte omissioni del Governo”.

Ancora il consigliere regionale: “Dobbiamo fare in modo che l’Italia capisca che se salta Gioia Tauro, con quest’infrastruttura salta la democrazia in un’intera regione. Non è tollerabile che i costi di una politica legacentrica e “ad personam” ricadano sulle aree più svantaggiate del Paese. In questo senso, il Terzo Polo ha in sé le potenzialità politiche e culturali per indicare vie d’uscita praticabili alla crisi economica ed alla crisi di rigetto di questa politica autoreferenziale che attraversa la società civile. Personalmente, con oggi e con la mia adesione al Gruppo Misto ritengo esaurita una fase politica di attesa, mia personale e di tutti coloro che con me condividono il progetto; in breve, che la dirigenza nazionale dell’Udc metta mano agli errori strategici compiuti in Calabria dall’Udc. O che almeno apra un confronto a più voci, sui temi, sui problemi, sulle diverse valutazioni ed aldilà di alcune polemiche locali un po’ sterili.  Sia chiaro! Qui siamo dinanzi alla richiesta di espulsione non per avere derogato dalla linea del partito. Ma per averla condivisa pienamente. Evidentemente sono prevalse logiche apolitiche su cui non intendo indagare e che, poi, sono la causa del collasso politico e della riduzione da soggetto ad oggetto politico dell’Udc calabrese. E – si badi – una messa all’indice per avere ossequiato la linea nazionale ma senza aver mai  paventato la rottura del Patto Udc-Presidente Scopelliti che anch’io ho sottoscritto. Tutto ciò è stato duro per

me da sopportare, ma ho creduto fino all’ultimo che un ripensamento fosse

possibile. Non credevo che si lasciasse che l’Udc calabrese finisse col

diventare ciò che oggi è diventato e che tutti possiamo vedere: un alleato

subalterno e non in grado di affermare un profilo politico riconoscibile.

Interamente piegato sull’indiscussa abilità tattica del Presidente della

Regione, che dimostra ogni giorno a Berlusconi come si può neutralizzare l’Udc, incorporandolo nella gestione vampirizzandogli l’anima… Un alleato afasico e fuori da ogni dinamica politica nazionale, i cui vari pezzi ancora sono tenuti assieme proprio dalla gestione, ma che al primo alito di crisi – e dietro l’

angolo purtroppo ci sono tempeste! -  sono pronti a prendere strade

diversissime. Il crollo di Berlusconi e l’irrilevanza ormai della Lega persino

nei suoi stessi territori dimostrano che la parabola è alla conclusione e che l’

Italia chiede ben altro!”.

Ha proseguito ancora Tripodi: “La mia preoccupazione rimane la Calabria, la mia regione. Dopo oltre un anno di Governo regionale spacciato per

innovativo e quasi rivoluzionario rispetto al passato, non vedo, né i calabresi

vedono, novità rilevanti: avverto con preoccupazione il maturare di un disagio

umano e sociale in più vertenze e sono certo che procedendo su questa

traiettoria a breve il sindacato calabrese non potrà esimersi dal proclamare lo

sciopero generale”.

Tripodi ha così concluso: “Avverto nel mondo del lavoro, della precarietà cronica e giovanile il disagio di chi non si accontenta più di

parole o di promesse: alla Calabria mancano risposte vere e concrete! Finora è

mancato l’aggancio col Governo del Paese che era dato per certo, ritenendo che

il Presidente della Regione potesse far ricordare al Capo del Governo che in

Italia c’è una regione che si chiama Calabria e 2 milioni di cittadini

sostanzialmente penalizzati. Questa minima speranza non s’è avverata.

Berlusconi considera la Calabria una terra con cui non avere a che fare. Tutto

ciò è intollerabile. Noto, infine, che le divisioni stesse tra forze politiche

e tra la Calabria e la politica, anziché ridursi sono aumentate notevolmente.

Aldilà dei proclami della maggioranza, in perenne campagna elettorale,

purtroppo restano le questioni aperte, i problemi. Che vanno dalla

disoccupazione giovanile all’acquisto della nuova sede della Regione a Roma,

dalla non valorizzazione dei talenti con cui la Regione s’è impegnata in

campagna elettorale all’assenza di ogni relazione organica  con il sistema

delle autonomie locali. Ebbene, mi fermo e assicuro che i miei sforzi andranno

in una solida direzione: rendere trasparente la macchina amministrativa,

rimuovere incrostazioni e ostacoli che penalizzano le imprese ed il mondo del

lavoro.  Rendere un servizio utile ai calabresi”.

 segnala pagina ad un amico
 CHIUDI