23 giugno 2011    

Interrogazione di Morelli (Pdl) sulla disattivazione del Centro diurno polifunzionale di San Pietro in Amantea


Il consigliere del Pdl Franco Morelli Il consigliere regionale Franco Morelli (PdL), presidente della seconda Commissione consiliare, ha depositato una interrogazione a risposta scritta al presidente del Consiglio, Francesco Talarico, “in ordine alla disattivazione delle attività e prestazioni del Centro diurno polifunzionale nel comune di San Pietro in Amantea”. 
“Il Centro diurno semiresidenziale per disabili - scrive Morelli  - venne istituito nel febbraio del 2002 con delibera del direttore generale dell’azienda sanitaria di Paola. Secondo la declaratoria della citata delibera, era destinato alla socializzazione ed integrazione sociale di quei soggetti che possono trovarsi in qualunque forma di disagio e si avvale di personale dipendente dell’Azienda Sanitaria di Paola  per le figure presenti in organico e integrato da personale esterno con incarichi a tempo determinato per le figure non presenti nella dotazione organica aziendale”.
Franco Morelli, ricorda, inoltre, che i “Centri diurni nascono dopo la Legge Basaglia n. 180/78, che prevede l’abolizione degli ospedali psichiatrici. Inizialmente, essi erano finalizzati esclusivamente ad interventi psichiatrici, ma successivamente il loro obiettivo si è rivolto a tutte le forme di disagio. Il   Centro diurno in questione, infatti, ospita soggetti diversamente abili affetti da  varie patologie e fornisce agli stessi  interventi integrati assistenziali di tipo educativo, rieducativo e riabilitativo, così come recita la normativa vigente, che individua il Centro come erogatore di una pluralità dell’offerta dei servizi, sociale e sanitario, con lo scopo del recupero delle capacità residue di autonomia e di relazione delle persone”.
Morelli, nella sua interrogazione, fa riferimento ad una recente ispezione (22 marzo scorso) dei carabinieri del Nas di Cosenza nella sede del Centro, nel corso della quale “venivano rilevate inadempienze in ordine alle prestazioni sociali e sanitarie”. Da qui – prosegue Franco Morelli – la richiesta al Commissario straordinario dell’Asl di Cosenza di sospensione delle attività del Centro diurno. Una conclusione, quella del 22 marzo scorso, che confligge con precedenti ispezioni (5  febbraio 2010) da parte dello stesso nucleo dell’Arma, senza che venissero evidenziate le inadempienze attuali.  Di conseguenza, il Commissario straordinario dell’Asp di Cosenza, in data 24 marzo 2011, disattivava immediatamente le attività erogate dal Centro di San Pietro in Amantea. Decisione, questa, contestata con osservazioni puntuali dal direttore del Distretto sanitario di Amantea, che chiedeva all’Asp di rivedere la decisione di chiusura, definendola ‘incresciosa’.  In relazione a tale situazione, i nove sindaci del comprensorio si riunivano nei locali del Centro diurno sostenendo l’importanza socio- economica e terapeutica della struttura, dichiarandosi disponibili a utilizzare risorse delle loro amministrazioni per ripristinare con urgenza i servizi soppressi. Inoltre, i famigliari degli assistiti, in una lettera inviata alle autorità competenti, hanno rappresentato il loro disagio e quello dei loro congiunti che sono costretti a rimanere in casa, senza terapia, né socializzazione.
Pertanto, Franco Morelli ha chiesto di conoscere le ragioni che a tutt’oggi inducono le Istituzioni competenti a non ricercare una soluzione rapida per il superamento di un ostacolo burocratico - amministrativo, vista la motivazione che ha causato la sospensione delle attività del Centro diurno di S. Pietro in Amantea (CS), considerando che la struttura de quo, unica nel territorio del Tirreno Cosentino, offre un servizio di supporto importantissimo sotto l’aspetto psico/socio/sanitario, non solo  ai soggetti ospiti delle strutture , ma anche alle  famiglie ed al territorio”. Morelli, inoltre obietta che “non si può certo parlare di spesa e di danno dal momento che, da un rendiconto ufficiale rilasciato dal Servizio Economato ASP CS ( ex ASL n.1 di Paola), si evidenzia che la spesa complessiva in dieci anni di attività del Centro di San Pietro in Amantea, ammonta a 122.616,03 euro, 12 mila all’anno circa, e che gli ospiti  del Centro quasi si autofinanziavano con offerte e donazioni per le diverse attività svolte ( quali ceramica, pittura, giardinaggio) in quanto al Centro diurno venivano continuamente commissionati, da parte di Enti pubblici, Associazioni, Enti privati ecc, gadget e lavori artigianali per manifestazioni, congressi e convegni di varia natura. Tutto  ciò, faceva parte di un progetto finalizzato a consentire l’ingresso di questi ragazzi nel mondo del lavoro, ora inspiegabilmente interrotto”.


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