23 giugno 2011    

Il Consiglio regionale si confronta su Gioia Tauro (di Filippo Diano )


La qualità del dibattito Aula si condensa in due ordini del giorno, di maggioranza e delle opposizioni, sulle iniziative per salvaguardare il futuro di Gioia Tauro. Il Consiglio regionale, dopo una lunga discussione conclusa dal presidente della Giunta regionale, Giuseppe Scopelliti, non ha trovato l’accordo per deliberare un unico orientamento sul ‘che fare’, o meglio, sul ‘che dire’, al tavolo del confronto nazionale con il Governo, per  garantire i volumi di transhipment – ma non solo - dopo l’abbandono di Maersk  dello scalo gioiese, una contrazione dei traffici che si è abbattuta come un colpo di maglio sui livelli di occupazione diretta di Mct e sull’indotto. Come ha sottolineato Scopelliti nel suo intervento, “le grandi compagnie di transhipment muovono le loro decisioni strategiche legandole rigidamente agli orientamenti dei mercati mondiali. Ci sono in atto indicazioni che evidenziano una ripresa dell’economia, tant’è che sono in costruzione 118 nuove grandi navi portacontainer in giro per il mondo, di cui 19 ordinate da Msc”.

E i fondali di Gioia Tauro, con quelli di Cagliari, favorirebbero i due porti come gli  unici approdi del bacino Mediterraneo in grado di ormeggiare le grandi navi, con la concreta prospettiva di riportare la movimentazione dei teus a Gioia Tauro tra i 3,5 ed i 4 milioni di pezzi all’anno.

Il dibattito ha fatto registrare numerosi interventi. L’ex presidente della Giunta regionale, Agazio Loiero, ha posto l’attenzione “allo sconvolgimento derivato dalla decisione di Maersk, alla massiccia presenza del crimine organizzato che scoraggia gli investitori, a cui si aggiunge la logica dell’asse del Nord, della Lega che punta sullo sviluppo delle piattaforme logistiche di Vado Ligure e Monfalcone, orientamento supportato da partner di eccezione come Unicredit e Rfi”. Loiero ha anche criticato “l’assenza di una politica nazionale che tenga non solo conto degli orientamenti strategici di un porto comunque italiano, ma anche delle esigenze difficilissime di una Regione del Mezzogiorno, come la Calabria”.

Luigi Fedele, presidente del gruppo del PdL, ha però ribadito “che le iniziative in corso del presidente Scopelliti, sono coerenti con le esigenze di Gioia Tauro e della Calabria”. Sulla stessa linea, Candeloro Imbalzano (Scopelliti presidente) e Antonio Rappoccio (Insieme perla Calabria), bilanciati dal giudizio negativo sull’operato del governatore di Pasquale Tripodi (gruppo Misto), Sandro Principe (Pd), che “auspica un atteggiamento unitario del Consiglio” e Giuseppe Giordano (IdV), che ha posto al centro del suoi intervento “lo sdoganamento delle merci e lo sviluppo del retroporto”. Non accolta, invece, la proposta di Nicola Adamo (Misto), di varare una commissione d’inchiesta su Gioia Tauro, mentre Giuseppe Bova (Misto) ha parlato “di una situazione difficile dinanzi alla quale non c’è un straccio di impegno di questo Governo per il Sud”.

Nella parte finale delle sue conclusioni, il presidente Giuseppe Scopelliti scandirà le richieste per il tavolo romano: ”impegno delle Ferrovie, essenziale per sviluppare la logistica del retroporto e far raggiungere le merci sbarcate a Gioia Tauro in quarantottore nel cuore dell’Europa; fiscalità di vantaggio per le imprese che vorranno operare nell’area retroportuale; burocrazia regionale a costo zero; ampliamento dell’area franca, sportello unico doganale. Questo è lo scenario – ha concluso Scopelliti -  con la consapevolezza che le strategie dei grandi gruppi multinazionali passano davvero ben oltre la testa do ognuno di noi”.

La seduta si è conclusa con l’approvazione del Conto consuntivo 2010 della Regione, “la prima volta in quarant’anni di regionalismo  – ha ricordato l’assessore Giacomo Mancini – che avviene nei tempi corretti”, e la proroga per gli usi civici di Arssa ed Afor.

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