9 maggio 2011    

La Calabria neolitica in vetrina al museo ''Pigorini'' di Roma (di Luisa Lombardo)


I cloni dei manufatti portati alla luce ad Acconia di Curinga, nell’area di Lamezia, in due successivi scavi nel 1976 e nel 1994, saranno  presto esposti a Roma, al Museo Nazionale Preistorico etnografico “Luigi Pigorini”.

Alla base dell’operazione di marketing vi è tutto un lavoro certosino di ricostruzione partendo proprio dai cocci e dai frammenti ritrovati.

I reperti che testimoniano la presenza nel lametino di un complesso di villaggi neolitici risalenti al 6 mila a. c., sono stati oggetto di accurati studi che hanno suscitato estremo interesse nella comunità scientifica internazionale. I manufatti rinvenuti testimoniano infatti la presenza nella nostra regione di civiltà più antiche della Magna Graecia.

Nell’esposizione romana, saranno anche illustrate le antiche tecniche di costruzione dei vasi e dei contenitori di argilla.

C’è attesa verso questo evento, la cui data è ancora da stabilire; certo è che la trasferta capitolina sarà completata entro questo mese e per la Calabria ed i suoi beni archeologici sarà una vetrina importante.

“Il Consiglio regionale ha inteso sostenere lo sforzo economico di questa operazione culturale con l’obiettivo di creare nuova attrattività turistica della Calabria - ha spiegato il Presidente Francesco Talarico. Il progetto del Museo Pigorini rientra a pieno titolo in quel più ampio programma di investimento nei beni archeologici che l’attuale classe dirigente intende valorizzare”.

Sui risultati dei nuovi accertamenti archeologici e sulla “missione” a Roma delle copie dei manufatti hanno relazionato in un recente convegno, il Presidente del Consiglio regionale, Francesco Talarico, la Soprintendente Beni Archeologici della Calabria Simonetta Bonomi e l’ingegnere Domenico Pallaria, sindaco di Curinga.

All’iniziativa hanno preso parte anche il professore Antonio Oliva del Dipartimento di Fisica dell’Università della Calabria e l’Ing. Rocco Purri, autore della ricerca. Il primo ha lanciato l’idea di istituire un museo che unifichi le tante realtà del Neolitico che hanno interessato la Calabria per diffonderne la conoscenza; il secondo ha sottolineato il “valore  straordinario di un risultato al quale hanno contribuito il mondo della ricerca archeologica, le Istituzioni e la società civile”.

Dopo la mostra al Museo Pigorini, i vasi torneranno in Calabria per far parte del Museo permanente di Lamezia Terme.



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