9 maggio 2011    

Ernesto Sabato, prezioso riferimento culturale (di Luigi Fedele *)


Credo che alla Calabria mancherà Ernesto Sabato, lo scrittore  morto l’altro giorno  in Argentina. Pur  così fisicamente lontano da noi, lo scrittore d’origine calabrese, suo padre Francesco era di Fuscaldo e sua madre Giovanna Maria Ferrari era  di San Martino di Finita, costituiva per il nostro Mezzogiorno, colpito anni addietro da una potente emigrazione, un prezioso riferimento culturale. Conobbi Sabato quando ero presidente del Consiglio regionale, lo andai a trovare il 24 giugno del 2002 nella sua casa di Santos Lugares, alla periferia ovest di Buenos Aires. Fu un incontro che mi ha segnato e di cui ancora ricordo vividamente ogni parola. Sono rimasto nella sua casa per un paio d’ore, e lui voleva sapere tutto della Calabria e ricordo che prima di lasciarci, quasi con le lacrime agli occhi, mi disse: Prima di morire tornerò nella terra di mio padre. Quando rientrai in Calabria, feci di tutto per rendere possibile una sua visita, anche l’Università della Calabria lavorò per questo scopo comune, avrebbe voluto fargli fare una lectio magistralis, ma poi, purtroppo, le sue condizioni di salute non lo consentirono. Allora aveva 91 anni, compiuti proprio il giorno  in cui andai a trovarlo, non stava molto bene e ricordo anche che mi disse che da  giovane credeva che il limite massimo per la sua vita sarebbe stato 80 anni e che naturalmente si era sbagliato e poi aggiunse che si  apprende di più dalla vita quando si è vicino alla morte.
Per la Calabria fu un’occasione persa il non essere riusciti ad averlo tra di noi per qualche giorno, avremmo potuto apprendere dalla viva voce di un grande intellettuale la cui produzione è tra le più significative dello scorso secolo,  la sofferenza dell’emigrazione meridionale  e l’importanza della pace nel mondo, concetti su cui Sabato ha insistito fino alla fine.

* capogruppo Pdl in Consiglio regionale
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