30 novembre 2005    

Un libro di R. De Luca sui nuovi sistemi elettorali regionali (di Luisa Lombardo)


Ogni sistema elettorale rappresenta l’ossatura della rappresentanza popolare; è veicolo dell’espressione popolare, mezzo attraverso il quale si esprime la democrazia.

Ai sistemi elettorali è rimesso infatti il compito di fissare le regole del gioco per il concreto dispiegarsi del consenso.

Se i sistemi elettorali servono a tradurre i voti espressi dai cittadini in seggi, indubbiamente la scelta su questo terreno, non è mera questione teorica ma costituisce la pietra miliare su cui costruire l’intero “edificio” politico.

Disciplinati da apposite leggi e specifici regolamenti, i sistemi elettorali sono il frutto di secoli di riflessioni ed esperienze del parlamentarismo.

La traduzione delle preferenze in seggi non è un procedimento lineare né tantomeno automatico, ma è la risultante di una serie di meccanismi che si incrociano e si sovrappongono. Meccanismi che funzionano da filtro. Variabili che entrano in gioco e che rendono la proiezione della preferenza meno immediata. Ne parla nel libro “Cambiamenti istituzionali e consenso. I nuovi sistemi elettorali regionali”, Roberto De Luca ricercatore di sociologia dei fenomeni politici presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università della Calabria.

Il lavoro di De Luca – che insegna “Sistemi elettorali” e  “Politica comparata” - si apre con un’approfondita analisi delle tre grandi famiglie di sistemi elettorali. L’autore ha svolto indagini e prodotto pubblicazioni prevalentemente sulle tematiche del comportamento elettorale e della partecipazione politica. Ed anche in questo lavoro, De Luca analizza in maniera puntuale le componenti che entrano in gioco nei sistemi elettorali, dalla formazione delle liste alla struttura della circoscrizione o del collegio. Dalla data di svolgimento delle elezioni fino all’informazione e alla propaganda.  L’autore che svolge la sua attività all’interno dell’Osservatorio Politico-Istituzionale e del Centro Ricerca sul Disagio Giovanile presso il Dipartimento di Sociologia e di Scienza Politica dell’Università della Calabria, non trascura di compiere un excursus storico sul sistema elettorale italiano. Come è ovvio, ne resta fuori per ragioni cronologiche - (il libro è stato pubblicato nel 2004) - la riforma che l’attuale maggioranza ha licenziato nel mese scorso, dando il via libera al nuovo sistema proporzionale.

Nel suo libro, De Luca, mette a nudo senza tanti giri di parole, pregi e difetti del ‘proporzionale’ e del ‘maggioritario’. Nei due sistemi, l’ago della bilancia si muove tra l’equilibrata rappresentanza e la stabilità di governo. Se il sistema proporzionale garantisce da un lato la rappresentanza delle minoranze che restano invece tagliate fuori dal maggioritario; dall’altra, incentiva la proliferazione e la frammentazione dei partiti, a danno della stabilità dei governi, della governance. “La maggiore difficoltà nel formulare un sistema elettorale – scrive De Luca -  deriva dal far convivere variabili che a volte risultano incompatibili”. L’autore ribadisce che non esiste un sistema elettorale valido in assoluto. La validità del modello di consultazione elettorale prescelto è valutata sulla base della congruità dello stesso sistema rispetto agli obiettivi che si prefigge nonchè ai criteri che dovrebbero presiedere la costruzione di un singolo sistema in riferimento anche alle peculiarità regionali. Scrive De Luca: “La dimensione regionale, la diversa cultura politica e altre peculiarità territoriali e politiche possono realmente determinare una varietà di formule ritagliate, appunto, a misura per ogni regione”.  

Riportando la citazione che “qualsiasi sistema elettorale costituisce un vero e proprio filtro tra la società e la politica”, De Luca spiega che “ogni sistema elettorale può condizionare sia il sistema politico che i caratteri del sistema partitico e di governo”. In questo senso, dibattiti, forum e riflessioni su questa materia sono tutt’altro che irrilevanti. Essi danno invece il senso e la misura del livello di discussione esistente in un Paese e del coinvolgimento dei cittadini alle scelte di base. 

Nel libro, l’autore si sofferma anche sull’evoluzione del sistema elettorale nelle regioni italiane, con un excursus storico che parte dal sistema proporzionale regionale, fino all’avvento, nel 1995 - sull’onda maggioritaria che aveva attraversato il Paese - del ‘Tatarellum’, (dal nome di Tatarella, deputato di An che ne fu l’ispiratore). ‘Tatarellum’ è infatti la forma latina, assunta per assonanza con il sistema della Camera denominato “Mattarellum”, che, a sua volta, prende il nome dal deputato ulivista, Sergio Mattarella.

L’indagine giunge poi fino alla legge costituzionale del 22.11.1999 n. 1 (che ha introdotto l’elezione diretta del presidente della Giunta regionale e l’autonomia statutaria delle Regioni) e che ha imposto alle Regioni di riscrivere i loro Statuti, assegnando alle stesse la piena autonomia anche nella determinazioni delle regole del procedimento elettorale e della formula di traduzione dei voti in seggi.

De Luca rende decifrabili anche i meccanismi più complessi. Adottando il sistema delle scatole cinesi, l’autore sviscera le tematiche affrontando prima le questioni di base e, via via, scendendo sempre più nel dettaglio analizza soglie di sbarramento, voto di preferenza, rappresentanza territoriale, premio di maggioranza. Vengono forniti così al lettore gli strumenti per ricondurre tutto il ragionamento in un quadro chiaro e comprensibile.   






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