19 aprile 2011    

Pignatone: ''Contro la mafia l'esempio di Ambrosoli'' (di Filippo Diano )


''Il punto di partenza per contrastare efficacemente la mafia? Fare il proprio dovere, cosi' come fece l'avv. Giorgio Ambrosoli assassinato a Milano dalla mafia nel luglio nel 1979 ''. E' uno dei passaggi dell'intervento del Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, fatto alla presenza di centinaia di studenti  nell'auditorium 'Calipari' di Palazzo Campanella.
L'iniziativa, che rientra nel Progetto Legalita' sottoscritto dal Consiglio regionale della Calabria e sviluppato dall'associazione 'Riferimenti',  e' l'ultimo appuntamento, in ordine di tempo del  progetto, prima della giornata conclusiva il prossimo 3 maggio, alla presenza del Procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso.
Alla discussione, moderata dal vice capoufficio stampa del Consiglio regionale, Romano Pitaro, erano presenti Adriana Musella, presidente di 'Riferimenti'; il presidente del Consiglio regionale, Francesco Talarico, ed il vice presidente, Alessandro Nicolo'. ''C'e' una buona ed una cattiva politica; una buona ed una cattiva amministrazione - ha detto Pignatone - ed ognuno di noi e' chiamato a portare il proprio mattone per costruire la casa comune, evitando pero' di utilizzarne qualcuno difettoso altrimenti si rischierebbe il crollo del fabbricato''.
La metafora del procuratore Pignatone e' stata a lungo applaudita dagli studenti, ai quali il magistrato ha ricordato che ''le regole da sole non bastano a fermare la ndrangheta e le mafie poiche' affina le proprie azioni anche chi le rifiuta e preferisce delinquere. Ecco perche', da sole, forze dell'ordine e magistratura  non bastano se, di pari passo, non cresce la partecipazione dell'opinione pubblica, la consapevolezza forte che  senza ndrangheta e legalita' si vive molto meglio''.
Pignatone, inoltre, ha voluto sottolineare ''la negativita' dell'individualismo estremo, della logica di 'farsi i fatti propri', perche' qui risiede una delle chiavi di lettura del disastro della condizione del Mezzogiorno''. Il Procuratore di Reggio Calabria, sollecitato dalle molte domande degli studenti, ha detto che ''la Calabria e' una regione povera che galleggia pero' su un mare di soldi. Ricchezze che sono concentrate nella mani di pochi capi mafia, mentre ai tantissimi 'soldati'delle
cosche  non restano che poche briciole''. Pignatone ha ribadito anche il concetto di 'cono d'ombra' in cui si trova la Calabria rispetto all'attenzione dei mezzi di informazione nazionali e degli intellettuali.  ''Su questa via - ha detto - bisogna fare di piu'. Fa comodo, talvolta, sotto il profilo mediatico far risaltare episodi feroci, ma e' bene anche dare spazio alle cose positive che in Calabria ci sono''.
Nel suo intervento Pignatone ha detto anche che ''intercettazioni e collaboratori di giustizia ci stanno facendo capire sempre meglio la strutturazione della ndrangheta, e questo, indubbiamente, e' un fatto utile per tutti noi e per la democrazia. Bisogna capire bene il nemico per combatterlo meglio, su piu' fronti, e di pari passo alla repressione, promuovere concrete azioni di sviluppo economico. Occorre sempre distinguere sul piano del processo, della politica, della chiesa, della scuola, quello che e' ndrangheta, da quello che non lo e'. Ma per distinguere bene, e' necessario conoscere bene il nemico''.
Un ricordo, infine, Pignatone, lo ha rivolto a padre Pino Puglisi, assassinato nel quartiere di Brancaccio, oggi in via di beatificazione, ''ucciso solo -ha detto - per avere agito sempre e comunque per il bene dei suoi parrocchiani e di tutti noi''.

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