30 novembre 2005    

Occhiuto (Udc): “Sulla sanità confermo la veridicità dei miei dati”


 “Mi spiace per l’assessore Lo Moro, di cui faccio salva la buona fede, ma ogni  mio rilievo all’azione dell’Assessorato alla Sanità è confortata  da elementi precisi che confermo interamente”.ROBERTO OCCHIUTO

Non demorde Roberto Occhiuto (Udc) e, dopo la risposte  dell’assessore alla Sanità Doris Lo Moro a  specifiche osservazioni mosse dal Vicepresidente del Consiglio regionale, aggiunge: “Ribadisco che la politica della Giunta regionale    sta arrecando danni enormi alla sanità pubblica;  e lo dice uno che, per storia e propensione personale, non ha mai, neanche per caso, censurato la sanità privata cui riconosco meriti e importanza.  Il problema è che, oggi come mai, è il sistema pubblico che rischia l’esistenza”.

Ancora Occhiuto: “Nella qualità di consigliere regionale, ho avvertito il dovere di indicare la  spoliazione delle competenze  dell’Assemblea legislativa, posto che per raggiungere gli obiettivi delle delibere da me contestate bisognava assumere  provvedimenti legislativi per  modificare quanto disposto dalla legge regionale 11/04, e più specificatamente dall'art. 8, e di quanto affermato a pag. 145 e seguenti del Piano regionale sanitario,  così come modificati dall'art. 14 della legge regionale n. 18 dell'11 agosto 2004”.

Accusa l’esponente dell’Udc: “L’intera impostazione della risposta dell’assessore è viziata  da  inesattezze sostanziali, nonché caratterizzata da una visione della politica che, suppongo, non coincida affatto con le proclamazioni che si stanno facendo”.

Entrando nel merito, Occhiuto argomenta: “La Giunta regionale è incorsa in alcuni  errori di fondo, forse inconsapevolmente, nell'assumere le  deliberazioni nella seduta del 24 ottobre 2005.  In particolare: la deliberazione n. 924/05 risulta pregiudizievole per il sistema pubblico e premiante per le Case di cura private.  Con tale delibera, infatti, si sono ridotti i finanziamenti delle Aziende sanitarie e delle Aziende ospedaliere  di circa 50 miliardi  di euro, per garantire pagamenti agli erogatori privati, riferiti alla mobilità.

Nell'assumere tale decisione, la Giunta regionale  è stata indotta nell'errore di ritenerla supportata da presupposti amministrativi che risultano, invece, essere del tutto inesistenti. La deliberazione n. 361 dell'1/6/2004, alla quale la delibera di oggi fa esplicito riferimento, nel definire a suo tempo i rapporti giuridici ed economici tra le Aziende e gli erogatori privati di assistenza ospedaliera, non prese atto e, quindi, non condivise nessun "accordo stipulato in data 26 aprile 2004 tra AIOP Calabria e Dipartimento Sanità della Regione", che invece si dichiara, oggi, essere stato formalmente fatto proprio nella detta deliberazione. Questo è il punto. La Giunta di allora si limitò ad affermare il proprio "visto l'atto della concertazione intervenuto, il 26 aprile 2004……" e, dunque, a invitare il Dipartimento a trasmetterne copia alle Aziende sanitarie, perché le stesse ne assumessero conoscenza, senza con questo attribuire al medesimo accordo alcuna portata precettiva, né per la Regione né  per le Aziende destinatarie. La decisone assunta comporterà, d'altro canto, l'incremento dei detti valori concessi per mobilità nella determinazione dei budget da assegnare alla ospedalità privata negli anni a venire, con notevole esproprio, a regime, per le finanze della ospedalità pubblica”.

“Anche a rischio di tediare - continua Occhiuto -  ma consapevole che quando si discute di sanità si può anche fare uno sforzo per capire cosa sta accadendo, debbo ritornare sulle  deliberazioni nn. 925 e 926, riguardanti la razionalizzazione della rete ospedaliera. Esse costituiscono, si badi,  il tentativo di scempiare il sistema pubblico. Si è, infatti, deciso di ridurre i posti letto tradizionali, seguendo un percorso  che dimostra un approccio dilettantistico al più serio dei problemi che affliggerà la sanità calabrese: la deospedalizzazione. Tali provvedimenti  denunciano una scarsa  conoscenza dei principi più elementari del diritto, dal momento che necessitava un provvedimento legislativo per modificarne un altro.  Perché, infine, sostengo che si è mortificata la  sanità pubblica calabrese? Semplice, perché  si è provato a ridurre esclusivamente i posti letto  tradizionali pubblici, dando prova dell'inconcepibile "rinuncia" della Giunta regionale  a voler ridurre i posti letto  delle Case di cura private. Non spiegano nulla  i richiami dell'assessore Lo Moro all'Intesa del 23 marzo scorso, perché essa  prescrive una riduzione dei posti letto complessivamente "accreditati ed effettivamente a carico del Sistema sanitario regionale, quindi anche di quelli "per riabilitazione e lungo degenza" e, pertanto, di tutti i posti letto  (inventariati anche in modo inesatto!), e non già di quelli pubblici, come erroneamente affermato”.

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