28 marzo 2011    

Gruppo Idv: ''La politica non ceda ad ambiguità nel rapporto con la criminalità''


“Le considerazioni che il Procuratore Pignatone ha deciso di affidare al Corriere della Sera non ci lasciano indifferenti. Ne apprezziamo lo spirito, ne condividiamo l’approdo.

Italia dei Valori, in Calabria, sul terreno della lotta alla mafia ed al malaffare in questi anni non si è distinta per il numero di declamazioni che ha fatto sull’argomento, ma per il suo concreto operare nella direzione di una rottura culturale e politica col sistema di collusioni che da sempre garantisce la sopravvivenza e, per certi versi, l’invulnerabilità, di un certo potere criminale.

L’abbiamo fatto con le rigide regole di selezione della classe dirigente che ci siamo imposti, con l’oculatezza che abbiamo messo nella formazione delle nostre liste elettorali, con la stessa scelta di rottura che abbiamo compiuto sostenendo Pippo Callipo alla guida della Regione.

Quando il procuratore Pignatone afferma che la repressione non basta per sconfiggere la ‘ndrangheta e che nella nostra Regione è più che mai auspicabile un’adeguata reazione della società civile, non solo dice il vero, ma richiama un principio che più volte abbiamo affermato nella nostra attività politica e di denuncia del fenomeno criminale in Calabria.

Ci permettiamo di aggiungere che alla reazione della società civile sarebbe opportuno che si accompagnasse un sussulto della politica ed una maggiore propensione dei partiti ad immunizzarsi di fronte agli assalti virulenti degli uomini delle cosche e dei loro interessi.

Proprio perché non è con la sola repressione che si taglia alla radice la malapianta della criminalità organizzata, è richiesto più che mai alla politica di non cedere ad alcun tipo di ambiguità nel rapporto con quest’ultima.

Alzare la qualità della rappresentanza nelle istituzioni e favorire una maggiore partecipazione dei cittadini alla vita pubblica possono costituire due momenti fondamentali nel processo di autoriforma della politica e di rinnovamento dei partiti, ma anche un modo per recidere ogni legame anomalo con ambienti criminali, per formare un cordone sanitario intorno ad un fenomeno che rischia di frustrare ogni legittima  aspirazione al futuro nella nostra Regione.”


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