18 marzo 2011    

L'Unità d'Italia qui ha valori forti e radicati (di Francesco Talarico *)


Il presidente del Consiglio regionale Francesco TalaricoCerto d’interpretare i vostri sentimenti, desidero rivolgere a ciascuna donna e a ciascun uomo, figli di questa terra di Calabria, un augurio sincero per la celebrazione di questo anniversario.

Sono tante le iniziative che in questi giorni si stanno susseguendo nella nostra regione a testimonianza del forte legame della nostra comunità con gli ideali della patria.

Questa giornata deve far rivivere alla memoria e al cuore di ognuno di noi i protagonisti degli eventi che portarono all’unificazione nazionale, per rendere viva e attuale la storia del nostro paese.

Senza la memoria del nostro passato, della nostra storia, della nostra cultura, senza la memoria delle vicende storiche che hanno portato all’unità d’Italia saremmo tutti più deboli, poveri e soli di fronte al futuro.

Tutti dobbiamo sentire forte il significato di tale evento per rafforzare il sentimento d’identità e di appartenenza.

Il messaggio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ho appena letto, che ha voluto rivolgere direttamente alle Assemblee regionali, testimonia la solennità dell’evento che oggi celebriamo.

 L’inno nazionale che abbiamo ascoltato, la bandiera che è sempre presente in quest’aula, la nostra lingua sono i simboli della nostra italianità, in un’ epoca di globalizzazione e di confronto sempre più frequente con le altre nazioni.

 Quello dell’unificazione fu un processo lungo e difficile animato da un forte amore per la patria che determinò il sacrificio di tante vite umane per gli ideali di libertà e indipendenza.

 Anche se la nostra identità risale a prima del Risorgimento, tutti siamo d’accordo che il nostro essere italiani nasce da quel 17 Marzo 1861 e da tutti gli eventi  che lo hanno, nel bene e nel male, preceduto e reso possibile.

 La nostra Regione diede un grande contributo all’unità e molti furono i calabresi che parteciparono in maniera attiva al processo risorgimentale.

Dallo sbarco di Garibaldi a Melito e poi in Aspromonte, ai Fratelli Bandiera che abbracciando gli ideali mazziniani vennero fucilati perché volevano sollevare la Calabria contro il governo borbonico, ai tanti, magari non citati nei libri di storia, che oggi qui vorrei ricordare: dai Martiri di Gerace al generale Stocco con i Cacciatori della Sila, dai fratelli Plutino a Giovanni Nicotera, da Domenico Lamis a Michele Bello.

A loro e a quanti si sono sacrificati per rendere possibile, in più momenti storici, la nascita dell’Italia, oggi intendiamo tributare un riconoscimento sentito,

un “grazie” che viene dal cuore prima ancora che dalla mente. A loro dobbiamo  essere riconoscenti.

Così come è doveroso ricordare i tanti emigrati calabresi che, con le loro braccia e le loro intelligenze, hanno contribuito alla costruzione dell’Italia moderna, ricoprendo con dignità e autorevolezza anche ruoli di grande responsabilità.

L’Assemblea legislativa che ho l’onore di presiedere, è la Casa di tutti i Calabresi, il luogo in cui i cittadini sono ugualmente rappresentati.

Ed oggi, noi calabresi, che di divisioni purtroppo ne abbiamo conosciute tante ed alcune laceranti, abbiamo l’opportunità di testimoniare, insieme a tutte le rappresentanze religiose, politiche, sociali e culturali, compreso il sistema delle autonomie locali, l’importanza fondamentale dell’Unità.

Soltanto un Paese unito, può sperare di affrontare e vincere le grandi sfide che l’economia globale, da un lato, e la modernizzazione dall’altro,  ci mettono costantemente di fronte.

Soltanto un Paese unito potrà affrontare la riforma federalista che deve avere come obiettivo primario la valorizzazione delle diversità delle singole identità.

Un federalismo solidale che deve unire e non dividere per non vanificare lo spirito e il sacrificio dei nostri padri.

Il sentimento nazionale non può cancellare però la consapevolezza che in Italia esiste ancora un divario tra Nord e Sud nonostante le molte politiche adottate a sostegno del Mezzogiorno durante la storia nazionale.

Sono fortemente convinto che questo divario socio-economico non potrà mai essere superato senza una classe dirigente consapevole che occorre puntare sulla qualità e sulla meritocrazia.

Siamo chiamati oggi a fronteggiare una situazione assolutamente nuova che richiede la giusta attenzione da parte dello Stato.

Gli uomini e le donne di questa terra, i giovani, che lottano quotidianamente con pesanti eredità legate a responsabilità locali e nazionali, non hanno da soli gli strumenti adeguati per vincere una partita difficile, dove la ‘ndrangheta e a volte la cattiva amministrazione alimentano il circuito della sfiducia.

Ecco perché questa ricorrenza deve diventare un’opportunità per riproporre al dibattito nazionale le difficili condizioni della Calabria, la necessità di farla uscire da una solitudine che frena lo sviluppo , la crescita, la voglia di riscatto e il diritto ad avere una “quotidiana normalità”.

Oggi, pur riconoscendo le nostre legittime diversità culturali e politiche, festeggiamo assieme i valori centrali della nostra cittadinanza e del nostro essere persone libere.

In questi anni la nostra storia è stata costellata da una serie di avvenimenti, dalla prima guerra mondiale al fascismo, alla sconfitta della seconda, per giungere alla scelta repubblicana e alla Costituzione che rappresenta il momento centrale della nostra esperienza e della nostra vita unitaria.

All’origine della Carta Costituzionale, alla sua scrittura e alla sua attuazione, ancora certamente incompleta, bisogna volgere lo sguardo per celebrare questi 150 anni.

La Costituzione che pone al centro non lo Stato ma la persona con i diritti e i doveri, nel principio di pari dignità sociale.

Concludo augurandomi che questa giornata possa, attraverso il contributo di tutti, far rivivere lo spirito e la tensione storico-politica degli anni antecedenti l’Unità quando, a guidare i nostri patrioti, vi erano valori forti e radicati, principi, sogni, idee  e speranze.

Elementi, questi ultimi, che purtroppo sono diventati poco frequenti nel dibattito politico odierno, e dei quali occorre, però, ritrovare urgentemente l’ispirazione.

Con queste riflessioni e con l’auspicio che si possa rafforzare sempre di più in ognuno di noi e, soprattutto nelle nuove generazioni, l’amore per la patria - saluto e ringrazio  tutti Voi per la presenza – consapevole di vivere in una Nazione che, pur tra tanti problemi e diversità, mantiene alti i valori della democrazia e della libertà.

* Presidente del Consiglio regionale
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