24 febbraio 2011    

Intenso e vivace il dibattito in aula (di Cristina Cortese)


Affermazione della legalità e lotta alla ‘ndrangheta: due facce della stessa medaglia che, come era prevedibile,  hanno arricchito il dibattito interamente dedicato a questi temi. Troppa alta e sentita la sfida, nella nostra terra, perché la seduta, che è stata anche definita storica, non si animasse di tante voci che, al di là dell’appartenenza politica, hanno interpretato un unico sentire: individuare gli strumenti e il percorso per segnare il passo al cambiamento.

E se per Mario Maiolo (Pd) “bisogna aspettare troppo tempo per giungere alla piena disponibilità del bene confiscato, con il risultato che, in questo lungo periodo, spesso i cittadini rimangono confusi”, Bruno Censore, vice presidente della Commissione regionale Antimafia, rimarca “la necessità di individuare nel potenziamento della Stazione unica appaltante un concreto ed efficace strumento di contrasto alla criminalità”, ribadendo che è in cantiere un progetto di legge che ha come fondamento il potenziamento della Sua. La lotta alla 'ndrangheta – ha aggiunto - passa anche per un piano straordinario per il lavoro in una regione dove si registra il più  alto tasso di disoccupazione giovanile. Per questo, occorre utilizzare più proficuamente le risorse del Fondo sociale europeo che su questo capitolo annovera ingenti risorse. La lotta alle mafie ha bisogno di azioni concrete e di provvedimenti legislativi con una dotazione finanziaria adeguata”. Da qui, l’esortazione alla maggioranza “a trovare le risorse utili affinchè  le leggi in discussione oggi non rimangano leggi-manifesto e senza copertura finanziaria”.

 “Siamo qui per approvare strumenti utili per combattere la ndrangheta e l'illegalità”: ha così esordito Domenico Talarico (Idv), sottolineando come “il legame con le associazioni criminali si recida garantendo trasparenza ed efficienza dell'attività amministrativa. Un fenomeno che ha invaso settori prima sconosciuti quali le ecomafie”.

Agazio Loiero (Autonomia e diritti), ha proposto un “dibattito senza veli ed ipocrisia”, e dopo avere ricordato il sacrifico del vicepresidente Franco Fortugno, ucciso dalla 'ndrangheta il 16 ottobre 2005, ha elencato i provvedimenti assunti durante la legislatura precedente, come l'istituzione della Sua. Loiero ha sottolineato il ''lavoro straordinario delle forze di polizia e della magistratura, al di la' dei governi momentanei'', ed ha insistito sul ruolo della scuola che deve costituire ''antidoto'' alla criminalità,  promuovendo, verso i giovanim azioni di legalità sostanziali e non di facciata, senza slogan e spot propagandistici''. Agazio Loiero, inoltre, ha  espresso critiche al Piano per il Sud del governo ''che avvalendosi del ''pretesto'' dell'incapacità delle Regioni di spendere le risorse, ha di fatto espropriato le volontà  delle Regioni''. In relazione alla proposta del presidente Scopelliti di una legge elettorale che preveda liste bloccate, Fausto Orsomarso (Pdl), ha sostenuto ''che è finalizzata a sganciare le preferenze dagli interessi della 'ndrangheta'', stigmatizzando “il comportamento di quell'antimafia di professione incapace di produrre soluzioni concrete”.

Ribadendo come “la democrazia sia un bene che va continuamente esercitato”, Giuseppe Bova (gruppo Misto), e si è detto “contrario, se non per casi eccezionali a cambiare il principio costituzionale dell’uguaglianza del voto”.  Bova ha espresso riserve sulla qualità dei provvedimenti portati all'esame dell'Aula, “a fronte della maggiore pervasività dell ‘ndrangheta, con il rischio di intraprendere battaglie inutili”.

“Mi auguro che oggi sia stato compreso sino in fondo il senso di questa seduta''. Così ha esordito nel suo intervento il presidente della Giunta regionale, Giuseppe Scopelliti, concludendo il dibattito consiliare sul tema della legalità. Scopelliti ha voluto ringraziare il presidente Talarico ed il presidente della Commissione regionale antimafia, Salvatore Magarò “ poiché questa convocazione resterà un punto fermo per un gruppo dirigente che vuole governare con un progetto che elimini persino il lessico mafioso dall'orizzonte della Calabria. Vogliamo misurarci sulle cose concrete - ha sottolineato Scopelliti - senza abbandonarci, come fanno alcuni parlamentari quotidianamente, in puri esercizi di protagonismo antimafioso. Le proposte di legge che sono state approvate sono tasselli di un unico mosaico dove la sfida è avviare  una coerente politica contro la mafia, di fatti palpabili, perchè la ndrangheta non ha paura delle parole. Che la ndrangheta e la politica abbiano punti di contatto - ha detto Scopelliti - è questione che nessuno può negare. Oggi, però, siamo in una situazione diversa rispetto agli anni '90 quando politica e ndrangheta si ritrovavano magari allo stesso tavolo. Oggi, a mio parere, viviamo una situazione nuova, caratterizzata da una diversa qualità dei gruppi dirigenti, da esperienze culturali che marcano siderali distanze dalla mentalità mafiosa. Semmai - ha evidenziato Scopelliti il dato più preoccupante in questa nostra regione è legato alla presenza della così detta borghesia mafiosa, ovvero, una parte di politica malata, di un pezzo di imprenditorialità corrotta,  di un pezzo di pubblica amministrazione disposta ad assecondarne i voleri. Ma non tutto è marcio. Anzi, la parte sana prevale per qualita' e quantità  delle sue componenti. E la politica ha il dovere di rompere certi meccanismi, senza scelte che possano apparire ambigue, ma nitide ed improntate all'interesse generale”.


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