18 febbraio 2011    

L’etica qualifica la comunicazione (di Cristina Cortese )


La voce del Corecom Calabria protagonista dell’interessante seminario sull’etica della comunicazione, dove il valore aggiunto è stata la donazione al Reparto di Pediatria dei Riuniti di Reggio Calabria da parte della Confesercenti e del Rotary club Reggio Calabria Sud -Parallelo 38- che hanno organizzato l’assise- di una apparecchiatura per il test del respiro e di diagnostica patologie allergiche e/o intolleranze. Due giorni di intenso dibattito, nell’aula “Giuditta Levato” di Palazzo Campanella, hanno consegnato alla tavola rotonda finale (alla quale hanno partecipato il segretario-questore Giovanni Nucera e la presidente del Corecom, Silvia Gulisano), il compito, non certo facile, di tirare le fila dopo una lunga serie di interventi. Succede così che, lungo il cammino della partecipazione, l’etica diventi anche vera e propria “bussola” comportamentale, che guarda necessariamente anche alla qualità. In questa direzione, le parole di Alessandro Manganaro del Corecom. “La comunicazione di qualità sta, indubbiamente, dalla parte della gente, specialmente quella che appartiene alle fasce deboli, dei cui bisogni e delle cui tensioni ed aspirazioni deve farsi interprete e cassa di risonanza. Questo significa riservare un costante interesse al mondo degli emarginati; predisporre trasmissioni che favoriscano la prospettiva dell’interculturalità e tutelare i diritti dei cittadini consumatori”. Tante le finestre aperte, intreccio a volte suggestivo tra la comunicazione e i vari campi del nostro agire quotidiano. Così, Nino Polistena della Publikompass riporta l'elemento psicologico anche nel messaggio pubblicitario. “La pubblicità, nelle sue essenziali funzioni (informativa, ludica, educatrice, educativa/formativa), crea emozione, arrivando ad influenzare, attraverso immagini, fantasia e simboli, il processo decisionale e le scelte del destinatario tanto da indurlo ad acquistare quel prodotto, come l’unico in grado di soddisfare il suo bisogno. Tutto questo, fatto salvo un principio: il successo di ogni campagna pubblicitaria è determinato sempre da una accurata pianificazione”.
Ed ecco la tavola rotonda sulla comunicazione in politica che registra, tra le altre, le presenze del sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Raffa, dei giornalisti Tonio Licordari e Mimmo Nunnari e dell’editore, nonchè direttore di “Reggio TV”, Eduardo Lamberti Castronuovo. Ebbene, quanto i politici sono portati a dire il vero ? E quanto invece, i giornalisti sono vittima della loro strategia? Con tono deciso, di fronte al folto auditorio, Giovanni Nucera cita un recente ordine del giorno da lui presentato sulla rappresentanza pluralista “componente significativa della realtà odierna, sempre più vitale e dinamica” per arrivare alla conclusione che “questa sua posizione è stata ignorata dalla stampa, perché, ormai, si sta perdendo il gusto di fare le piccole battaglie e i giornali sembrano interessati sempre e solo ai grandi eventi”. Infine, a Silvia Gulisano, presidente di quel Corecom Calabria definito dal professore Corrado Calabrò “forte presidio sul territorio”, è toccato il compito di chiudere i lavori in entrambe le giornate dell’assise. Da qui, dunque, la possibilità di toccare più punti nel complesso sistema della comunicazione e di disegnare anche i nuovi scenari ai quali s’apre l’etica della comunicazione (mondo dell’economia, settore pubblico, rapporti pubblico-privato, legalità). La Gulisano riprende la legge 150 nei suoi aspetti negativi “E’ una normativa-quadro, che poi però è priva di fondi” e in quelli positivi,  sancendo “il diritto dei cittadini di essere informati; che, sempre per rimanere a casa nostra, il nuovo Statuto della Regione Calabria riconosce esplicitamente, finalizzando, in qualche modo, tutto il comparto dell'informazione al soddisfacimento di questo diritto del cittadino”.
Ma cosa caratterizza una buona comunicazione? “E’ quella che nasce dal rispetto della deontologia- asserisce la Gulisano-. Perché se la morale impone, l’etica raccomanda, per cui, in una materia così delicata, dove in gioco ci sono diritti da salvaguardare, come dignità, rispettabilità e riservatezza delle persone, più che di regole c’è bisogno di autoregolamentazione; più che di un quadro normativo cogente, di una vera autodisciplina”. Da qui, l’assunto che “servono nuove vie per fare crescere la coscienza critica, senza dimenticare che l’etica nella comunicazione riguarda non solo il contenuto del messaggio, ma anche l'intero sistema”.

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