14 febbraio 2011    

Trent’anni di storia giudiziaria nel libro di Armando Spataro (di Luisa Lombardo )


“Ne valeva la pena”. La formula affermativa del titolo che il magistrato Armando Spataro ha scelto per il suo libro, spazza via ogni dubbio. Niente è perduto quando si lavora in nome di una passione autentica e con spirito di servizio.
Presentato a Palazzo Campanella, il volume di Armando Spataro, Procuratore della Repubblica aggiunto presso il Tribunale di Milano, racconta trent’anni di storia giudiziaria italiana dal terrorismo di sinistra al cosiddetto disastro ambientale contemporaneo così come lui lo definisce. Un racconto che viene da chi ha occupato ruoli-chiave nell’amministrazione della giustizia, conducendo in prima persona, inchieste decisive nella storia del Paese.
L’iniziativa, promossa dalla sezione reggina del Movimento per la giustizia è stata fortemente voluta dal Presidente del Tribunale di Reggio Calabria, Luciano Gerardis.
Presenti a Palazzo Campanella, i vertici degli Uffici giudiziari del Distretto reggino e della Procura e tanti altri magistrati, segno - è stato ribadito dal procuratore generale della Corte d’Appello, Salvatore Di Landro, - della condivisione di un medesimo impegno”.
I lavori sono stati introdotti dal magistrato, Maria Teresa Gentile. Ad animare l’incontro-dibattito moderato dal Presidente del Tribunale di Reggio, Luciano Gerardis, sono intervenuti Guido Papalia, procuratore generale presso la Corte d’Appello di Brescia ed il giornalista Gad Lerner.
Più di un quarto di secolo di storia giudiziaria raccontata dall’autore che propone forti testimonianze, introducendo occasioni di grande riflessione. Era la stagione degli omicidi eccellenti, delle aggressioni della mafia, decisa ad imporre le sue leggi sciagurate puntando persino ad impedire il libero esercizio del diritto di voto.
Le acque in quegli anni avevamo superato davvero il livello di guardia e la criminalità organizzata continuava ad alzare il tiro dando segni di arrogante vitalità, non si contavano più le intimidazioni ad esponenti del parlamento, del governo e del sindacato e sotto tiro erano anche il mondo dell’industria e dell’impresa. Ma ad essere presi di mira erano soprattutto quei magistrati che non si piegavano e non facevano sconti. Perchè sì, l’uomo di legge è colui che deve applicare i principi generali di giustizia laddove il potere chiede eccezioni e zone di immunità.
“Questo libro - ha spiegato Armando Spataro - nasce dalla rabbia e dall’amarezza per quanto avvenuto in relazione al caso Abu Omar. Due governi politicamente opposti, quello Prodi e l’attuale governo Berlusconi, sempre divisi in tutto, hanno deciso di ricorrere al segreto di Stato per tutelare gli uomini del Sismi coinvolti nell’indagine dove il capo d’accusa era ‘rapimento e tortura’. Al termine del secondo grado di giudizio - ha stigmatizzato Spataro - sono stati condannati 23 esponenti della Cia americana, mentre si è ritenuto di non procedere nei confronti dei cinque italiani coinvolti, nonostante ci fossero le prove per farlo”.
Nel corso dei lavori, è stata più volte ribadita l’importanza che tutti i cittadini e le Istituzioni siano sottoposti alla legge. Perchè solo l’effettività del principio di legalità è precondizione del principio di libertà e dunque del rilancio economico e sociale del Paese.
Tutti efficaci nell’incontro i tentativi di ricostruire vicende, analizzare cause e valutare responsabilità. Non sono infine mancati riferimenti all’attuale momento e al conflitto fra poteri dello Stato. “Le accuse mosse alla magistratura - ha detto Spataro - sono dannose della credibilità che è condizione stessa dell’efficacia della funzione”.
Sono poi stati ricordati i risultati concreti che lo Stato è riuscito a raggiungere ed i traguardi ancora da raggiungere. Bisogna sapere ricostruire il senso e l’immagine dello Stato, rinnovare le Istituzioni e renderle più trasparenti e davvero più impermeabili alle manovre dei poteri occulti.


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