4 febbraio 2011    

Una targa ai Comuni calabresi per dire no alla 'ndrangheta (di Cristina Cortese)


“Qui La ‘Ndrangheta non entra. I comuni calabresi ripudiano la mafia in ogni sua forma”. Ebbene, se queste parole rappresentano da sempre un desiderio che alberga nel cuore di tutti noi, speranza per un futuro che riconsegni ai calabresi sicurezza e tranquillità, la novità è data dal fatto che, quanto prima, questo messaggio potrà apparire all’ingresso dei municipi calabresi. Infatti, la Commissione contro il fenomeno della mafia in Calabria ha deciso di donare a tutte le amministrazioni una targa contenente questa scritta. L’idea del presidente Salvatore Magarò è stata accolta con grande favore dai commissari, nel corso di una seduta nella quale è stata espressa solidarietà al pm della Dda di Catanzaro PierPaolo Bruni, contro il quale si stava progettando un attentato, e che ha visto consumarsi altri passaggi importanti all’insegna di uno spirito sinergico e costruttivo. Infatti, da una mozione dello stesso Magarò, nasce l’impegno alla Giunta regionale “a costituirsi sempre e comunque parte civile nei processi, ovunque incardinati, in cui si contestino reati associativi di stampo mafioso e reati a fini connessi, perpetrati a danno dei cittadini, delle Istituzioni pubbliche, dei loro rappresentanti, o di qualunque altro soggetto, pubblico o privato, vessato o colpito da condotte delittuose riconducibili al cosiddetto ‘metodo mafioso’”.
Ancora, la Commissione ha fatto propria l’iniziativa dell’Ufficio di Presidenza di aprire all’interno del Consiglio la Bottega della legalità mentre la collaborazione tra il Consiglio regionale della Calabria e quello della Lombardia, che ha portato al recente ed importantissimo patto contro la ‘ndrangheta siglato tra le due Regioni, vedrà anche la visita nella nostra regione della Commissione “Affari Istituzionali” della Lombardia. Passi avanti anche in merito all’esame sulla proposta della Giunta regionale sugli interventi di sostegno alle imprese vittime di reati di ‘ndrangheta e su quella d’iniziativa di Magarò in relazione alle misure per garantire la legalità e la trasparenza nelle procedure degli appalti pubblici e della contabilità regionale. 
“L’impianto della due leggi mira a privilegiare l’imprenditoria sana nell’assegnazione dei lavori pubblici e a rendere conveniente la fedeltà allo Stato- spiega il presidente Magarò-. Al tempo stesso, mi piace sottolineare lo spirito costruttivo che ha caratterizzato i lavori odierni e che  fa ben sperare in vista dei prossimi appuntamenti, a cominciare da quello del 4 febbraio prossimo quando, sulle due proposte di legge, saranno auditi i soggetti del partenariato economico-sociale, alla presenza del rappresentante legale della Sua e del direttore generale della Giunta, avvocato Franco Zoccali”.
La seduta del 4 febbraio non si fermerà qui: la Commissione avvierà, al contempo, una discussione sul “codice di autoregolamentazione del Consiglio regionale sulla trasparenza dei candidati alle elezioni e degli eletti ed amministratori pubblici e per contrastare ogni forma di collusione con l’’ndrangheta”.

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