4 febbraio 2011    

Dagli eroi del nostro tempo, un messaggio di speranza per i giovani (di Luisa Lombardo)


La ‘ndrangheta non potrà continuare a macchiare l’immagine di una terra generosa e accogliente dove le persone perbene sono la stragrande maggioranza.

E’ dalla speranza collettiva, unita alla coesione ed alla fermezza, che parte la riscossa dello Stato e della società civile sul malaffare e sulla criminalità organizzata. Il monito, che deve essere raccolto da tutti, viene da chi ha combattuto la mafia a costo della sua stessa vita: “Si muore generalmente perché si è soli - scriveva Giovanni Falcone. Si muore spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno”.

Questi messaggi sono riecheggiati al Teatro “Grandinetti” di Lamezia Terme da dove è partita, la “crociata” della Presidenza del Consiglio regionale e dell’associazione “Riferimenti” contro la ‘cultura’ dell’illegalità.   

Ai giovani che pongono domande, si risponde così: La mafia si combatte facendo ogni giorno con coerenza il proprio dovere. Dobbiamo, una buona volta, smettere di piangerci addosso e riscoprire l’orgoglio, rubato, di essere calabresi. 

Ma occorre soprattutto una politica più forte e più capace di far sentire la propria voce nei tavoli che contano; ed ancora, combattere la borghesia mafiosa, quella zona grigia che rende meno netti e definiti i contorni dell’illegalità.

Dalla città di Lamezia, parte, dunque, la maratona della legalità che toccherà le scuole della Calabria. Tante le attività su scala regionale del “Progetto di educazione alla legalità”, promosso dalla Presidenza del Consiglio regionale e affidato al Coordinamento nazionale antimafia “Riferimenti”.

Incontri, dibattiti e seminari si terranno nelle scuole di tutte le cinque province, aperti alla società civile, ai rappresentanti della magistratura, degli apparati dello Stato e alle famiglie.

Alla presentazione del progetto, giorno 28 gennaio, non potevano mancare i promotori: il Presidente dell’Assemblea di Palazzo Campanella, Francesco Talarico e la Presidente nazionale di “Riferimenti”, Adriana Musella.

Presenti, fra gli altri, il capo della Procura Distrettuale di Catanzaro, Vincenzo Lombardo, il procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, Salvatore Vitello, il Questore di Catanzaro, Vincenzo Roca, il dirigente dell’Ufficio scolastico regionale, Francesco Mercurio e il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza.

Tante le testimonianze di protagonisti di movimenti di impegno civile attivi in Calabria e di persone che la mafia l’hanno combattuta in prima linea.

 “Con questo progetto organico di educazione alla legalità, finanziato dal Consiglio regionale  - ha spiegato il Presidente Francesco Talarico - ci rivolgiamo agli studenti di tutte e cinque le nostre province. L’obiettivo, oltre le finalità preventive e formative,  è accrescere la capacità delle giovani generazioni, di resistere ai falsi valori e ai richiami della ‘ndrangheta e della criminalità, tenendo vivi in loro,  con gli strumenti della cultura e della conoscenza, i principi di legalità, momento essenziale di crescita civile e culturale.”

Infine, il Presidente Talarico ha voluto ricordare l’impegno corale del Consiglio regionale sul fronte della contrasto alla criminalità organizzata, annunciando che il 22 febbraio, verrà approvato dall’Assemblea calabrese, un pacchetto di leggi antimafia: la Regione si costituirà parte civile nei processi, verrà creata una sede regionale dell’agenzia per il riutilizzo dei beni confiscati ai boss ed una bottega della legalità per la vendita dei prodotti realizzati dalle aziende sane che hanno rilevato quelle mafiose. Infine, un provvedimento a favore degli imprenditori preda del pizzo.


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