4 febbraio 2011    

Giunta e Governo per il rilancio della infrastruttura (di Antonella Stasi *)


Sabato 8 gennaio 2011, dalle 19 in poi, il Porto di Gioia Tauro per 30 ore è stato fermo; nessuna nave è entrata né uscita dal porto, negli ultimi 15  anni non era mai successo.

La crisi che ha colpito il porto di Gioia Tauro, uno dei più grandi scali del Mediterraneo, rappresenta l’apice di un percorso che ha origini lontane.

Fino a poco tempo fa era il porto più importante del Mar Mediterraneo per il transhipment, con 3 mila occupati compreso l’indotto.

Le cause: sicuramente la crisi economica internazionale, il calo dei traffici marittimi, ma soprattutto la concorrenza dei porti nordafricani e di contro la mancanza di una strategia di mantenimento e sviluppo di questa infrastruttura.

Eppure sono nel 2008 la MedCenter (MCT gruppo Conship) annunciava che l'obiettivo del 2011 era raggiungere un traffico di 6 milioni di Teus. In realtà si è riusciti a movimentare fino a 3 milioni di Teus.

Nulla faceva allora pensare che da qui a poco una terribile crisi internazionale dei mercati finanziari sarebbe sopraggiunta anche nel Mediterraneo. I traffici commerciali marittimi, dopo un trend di crescita decennale, hanno subìto consistenti perdite nel corso del 2009, e questo su scala mondiale. Tutti i porti, compresi quelli maggiori dell’Oriente, hanno sofferto riduzioni consistenti dei volumi di traffico. La crisi non ha risparmiato i porti italiani e neanche Gioia Tauro che ha assistito ad una netta diminuzione dei traffici (circa -17%) ma ciò che preoccupa maggiormente è la constatazione che il porto calabrese, in questi ultimi due anni, è come se fosse stato lasciato solo.

Convinti che la competizione internazionale nel mercato dello shipping si gioca anche sul sostegno fattivo delle Regioni e dei Governi ai propri porti e alle relative reti di servizio intermodali e considerato che in anni recenti gli investimenti e il sostegno alla portualità sono risultati deboli o assenti, finalmente dalla Regione Calabria arriva un segnale importante: a settembre 2010 il Presidente Scopelliti firma un importante APQ tra Regione, Gruppo F.S., ministri dello Sviluppo economico e dei Trasporti.

E' il primo segnale di una volontà di rilancio: si parte con un investimento di 459 milioni di euro per collegare il porto alla ferrovia (il gateway) e realizzare un “distretto logistico con grandi operatori nazionali e internazionali”. La realizzazione dell'interporto consentirà finalmente l'interemodalità con lo scambio tra il trasporto su gomma e quello su ferrovia.

Le altre opere previste dall’accordo riguardano lavori di consolidamento dei fondali del canale portuale di Gioia Tauro e di adeguamento delle banchine; la realizzazione di capannoni e reti elettriche nell’area portuale; adeguamenti di tratti di banchine e oltre alla realizzazione del nuovo terminal intermodale. Sono previsti inoltre un sistema di incentivi per le imprese del polo logistico intermodale che riguardano anche l’efficienza energetica e l’uso delle fonti rinnovabili; la creazione di un centro servizi e accoglienza ai marittimi; infrastrutture di ricerca e laboratori, servizi di telecomunicazione a banda larga. Ci sono poi una serie di opere a carattere ferroviario che riguardano l’ammodernamento del collegamento ferroviario Gioia Tauro-Taranto-Bari, l’adeguamento della linea ferroviaria tirrenica Battipaglia-Reggio Calabria, la ricostruzione della galleria Coreca, la costruzione di una nuova sottostazione elettrica a Vibo e strutture tecnologiche a Lamezia Terme.

Questo investimento è un segnale importante, ma necessita di essere supportato al fine di essere immediatamente esecutivo, oggi che la concorrenza diventa sempre più agguerrita con il risveglio da parte di nazioni della sponda Sud del Mediterraneo: i porti container di Tangeri in Marocco, Port Said e Damietta in Egitto, Izmir in Turchia sono già delle realtà e purtroppo ancor altri mega progetti sono ancora in previsione.

Il porto di Gioia Tauro, ancora oggi, è sicuramente quello che gode della migliore posizione nel Mediterraneo, ma il trasporto marittimo opera ormai in una logica globale.

Allo stato la minaccia maggiore per Gioia Tauro è costituita dalla concorrenza di questi nuovi porti di transhipment entrati in esercizio o in fase di costruzione, i quali, offrendo condizioni economiche competitive, potrebbero “scippare” i traffici di Gioia Tauro.

Il provvedimento urgente attuato un anno fa che prevedeva la diminuzione delle tasse di ancoraggio, ha dato buoni risultati; infatti l’autorità portuale, per cercare di rimanere competitiva con i due grandi porti concorrenti (Tangeri e Porto Said) ha diminuito le tasse sugli approdi, portando un recupero importante, ma per poterlo fare rispettando le norme vigenti in materia ha dovuto tagliare altre voci di bilancio.

Un supporto importante potrebbe arrivare proprio con l'approvazione di un emendamento presentato nel 'milleproroghe' dal Senatore Latronico e sostenuto dallo stesso Ministro Matteoli e da molti parlamentari e senatori. L'emendamento prevede che una parte dei fondi non impiegati dalle Autorità portuali, ovvero 20milioni dei 250milioni complessivi, vengano destinati ai porti transhipment e quindi Gioia Tauro.

Nella formulazione più evoluta l'emendamento prevede che dei 20 milioni destinati ai porti "interessati da prevalente attività di transhipment" 9 milioni possano essere destinati alla riduzione delle tasse di ancoraggio. I restanti 11 milioni possano essere utilizzati per la fiscalizzazione di 45 punti degli oneri sociali a favore delle imprese che hanno attività di trasbordo da nave a nave di contenitori, a fronte dell'impegno di dette imprese di mantenere i livelli occupazionali, pena il decadimento del benificio. .

La recente presa di posizione del Presidente di Assoporti, decisamente preoccupante che si contrappone all'emendamento, conferma ancora di più la convinzione che occorre mettere in campo sinergie e politiche che proteggano il porto dal tentativo di rafforzare il sostegno ai solo porti storici del Nord, considerati veri motori di sviluppo dell’economia nazionale.

Oggi la Regione riconosce la centralità del ruolo di Gioia Tauro, e ha iniziato a concentrare su di esso risorse ed attenzioni per sciogliere i mille nodi che ne impediscono il decollo.

Il vantaggio competitivo dovuto alla sua posizione ed il ruolo leader del porto di Gioia Tauro nel Mediterraneo, emerso in un decennio di attività, non ha portato alcuna integrazione tra il porto e l'intera regione: attorno al porto non si è determinato alcun processo di sviluppo e l'unica attività finora presente è quella di transhipment. Al momento solo il 2% dei circa 3 milioni di Teus movimentati risulta essere traffico classico di import-export.

Il programma di lavoro voluto dal Presidente Scopelliti prevede l'individuazione e l'avvio di attività complementari al transhipment insieme alla programmazione e alla pianificazione dello sviluppo retro-portuale, che fino ad oggi sconta irresponsabili ritardi.

• Stiamo lavorando all'individuazione di aree industriali nel retroporto da mettere a disposizione per l’offerta di servizi di logistica integrata per attrarre domanda aggiuntiva nel porto.

• Potremmo recuperare spazi retroportuali dedicati e imprese innovative ed efficienti, Questo genererebbe valore aggiunto e nuova occupazione (Si calcola, infatti, che un retroporto funzionante sarebbe in grado di occupare circa 60-70 addetti per ettaro) ed inoltre l’insediamento di attività logistiche non semplicemente legate alle attività di transshipment, ha impatti molto più sensibili e duraturi sull’economia regionale.

• Servono nuovi investimenti sulle banchine in tecnologie e attrezzature innovative , gru con sbracci più potenti, il tutto per ottimizzare il lavoro ed essere più efficienti e competitivi

• Così come è importante aprire alla possibilità che altre aziende possano candidarsi a diventare clienti del porto , ed anche concessionari di spazi e banchine.

In questa logica è partito un programma che vuole valorizzare le componenti logistiche, sostenere lo sviluppo dell’imprenditoria nelle aree attorno al porto, allacciare efficacemente Gioia Tauro alla rete ferroviaria nazionale mediante il superamento dei vincoli di infrastruttura esistenti.

A questo si deve affiancare anche una migliore organizzazione del lavoro, a dimostrazione di un efficientismo lavorativo che possa contribuire alla competitività dell'infrastruttura, ancor più se si considera che il livello di servizio della logistica dipende dal livello di servizio di tutte le componenti. Per questo motivo la competitività di un porto non dipende solamente dagli investimenti nel porto stesso.

Gioia Tauro può diventare un volano per l’intera economia del Mezzogiorno d'Italia, se si realizza un piano integrato di sviluppo e soprattutto se viene messo in campo un programma complessivo che nei prossimi giorni sarà sottoposto all’attenzione del Governo Nazionale.

Pianificare e programmare insieme una politica industriale che coinvolge tutto il territorio calabrese, partendo da Gioia Tauro, ha delle ricadute dirette come sviluppo sull’intero meridione d’Italia, e pertanto l’impegno della Giunta Regionale sarà massimo, così come dimostrato negli scorsi mesi.

Il primo passo del Governatore Scopelliti è aprire un tavolo nazionale che veda la partecipazione anche dei Ministeri dello Sviluppo Economico, delle Infrastrutture e delle Finanze.

Determinante sarà la collocazione di Gioia Tauro nel “piano della logistica nazionale” e soprattutto il ruolo che il Governo intende svolgere nella politica euro mediterranea sul tema del transhipment.

Gli argomenti che saranno affrontati al tavolo nazionale, riguarderanno, inoltre, la possibilità di ritornare ad ottenere un abbattimento delle tasse d’ancoraggio, il rapporto con le società clienti del Porto, l’accesso alle agevolazioni fiscali e la politica di risparmio energetico.

Non trascurabile sarà anche affrontare le problematiche relative all’attività quotidiana del Porto, ossia i servizi interni, la gestione delle banchine per migliorare l’efficienza organizzativa e l'organizzazione del lavoro. Occorre favorire la competizione attraverso procedure operative innovative che potranno essere fornite dal contributo di attività di ricerca e sviluppo, grazie al nascituro distretto

Il Presidente Giuseppe Scopelliti ha già fissato un incontro Nazionale per metà mese e l'apertura di un confronto sui temi che riguardano non solo lo sviluppo in senso stretto per le imprese che operano ma anche un confronto per quel che riguarda il valore aggiunto che il porto può dare alla Calabria e, soprattutto, per l'interazione del porto con l'intera regione.

Adesso più che mai serve un positivo momento di unità da parte di tutti gli attori, dalla politica alle  imprese, dalle parti sociali alle istituzioni; un'azione unitaria finalizzata finalmente ad un concreto sviluppo dell’intera area.

L'impegno per Gioia Tauro c’è da parte della Regione Calabria ritengo ci sarà anche da parte di tutti gli altri, compreso il Governo Nazionale.

* vicepresidente della Giunta regionale
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