4 febbraio 2011    

Gioia Tauro: uniti per lo sviluppo (di Filippo Diano )


Su Gioia Tauro, il Consiglio regionale nella sua ultima seduta ha scritto una pagina nuova, positiva, nel dibattito politico-istituzionale della Regione.

Una discussione attenta e preoccupata, animata dallo spirito giusto per riaffermare che in Calabria si può creare lavoro, si può garantire sviluppo e sicurezza. La nota nuova emersa è che tutti i consiglieri intervenuti hanno colto il pericolo che può derivare da divisioni interne,  a fronte di una concorrenza nel settore della portualità nazionale ed internazionale che le sta sperimentando tutte per prepararsi ad agguantare la ripresa dell’economia mondiale, quanto meno i flussi di crescita contingente alimentati dal così detto “gruppo Bric” (Brasile, India e Cina), Paesi in cui, a parere degli analisti internazionali, si marcheranno nei prossimi dodici mesi buoni andamenti dei livelli di crescita, soprattutto nel ramo manifatturiero.    

Ha parlato all’unisono, dicevamo, il Consiglio regionale, coagulando la propria posizione in un ordine del giorno votato all’unanimità con cui si sostengono le iniziative che il presidente Scopelliti intraprenderà in un prossimo incontro romano con i ministeri dello Sviluppo e dell’Economia.

Il Governatore, dal canto suo, ha affidato alla vicepresidente Antonella Stasi l’informativa sullo stato delle cose su Gioia Tauro, riservandosi di ascoltare gli orientamenti dell’Aula e, com’è ovvio, tirare le fila del dibattito.

Giuseppe Scopelliti ha  enucleato, con un intervento ampio e documentato, le criticità del porto, annunciando anche le linee guida per irrobustire le prospettive del più grande “hub” mediterraneo di transhipment.

''La competitività di Gioia Tauro - ha spiegato Scopelliti - e' essenzialmente legata al fatto di trovarsi sulla così detta 'rotta ideale', cioè sulla direttrice  più utile per far giungere più celermente a destinazione le merci in arrivo sulle navi nel Mediterraneo. A fronte di un'opportunità' geografica – ha sottolineato Scopelliti - intervengono però altri fattori che favoriscono i porti nordafricani legati alla disomogeneità del costo del lavoro rispetto a Gioia Tauro, da sette a undici volte minore per la fascia operaia, e fino a cinque volte la fascia impiegatizia. Di più - ha evidenziato il presidente della Giunta regionale - vi e' che per i primi cinque anni di operatività nei porti africani non si e' sottoposti a tassazione ed i costi complessivi restano comunque convenienti, anche se l'efficienza non e' paragonabile a quella dei porti italiani”.

Nel novero delle analisi di Scopelliti, non poteva mancare il riferimento alle misure della fiscalità di vantaggio, “ uno dei punti da non trascurare  per il medio periodo”, ed un forte richiamo agli enti locali “perché si cominci a pensare insieme su come rendere economicamente appetibili gli immensi spazi che coronano l’area portuale”. Sul punto, il presidente della Giunta ha reso noto che “finalmente siamo riusciti a mettere d'accordo il Consorzio per lo sviluppo industriale e  l'Autorità' portuale circa la  competenza su  alcune aree e ci si prepara a valutare un progetto di Mct che va oltre l'interesse originario del transhipment”.

La grande partita del futuro, si gioca dunque su un utilizzo plurimo  dell'area circostante il porto, argomento che sarà portato all’attenzione del ‘tavolo romano’. L’obiettivo, oltre il necessario potenziamento infrastrutturale, viario e ferroviario, è quello di sdoganare a Gioia Tauro una quota percentuale di container in arrivo ed in partenza al fine di lavorarne e reindirizzarne il contenuto alle varie committenze. Ne avrebbero sicuramente giovamento gli operatori locali con effetti positivi sull’occupazione, e un ventaglio di opportunità per gli scambi con il resto del Paese e l’Europa.

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