25 gennaio 2011    

Magarò (Scopelliti pres.): ''Spendere, ma spendere bene''


“Concretezze operative e segnali di novità progettuale: si  è aperta all’insegna di queste parole d’ordine l’attuale legislatura, come ha documentato lo stesso presidente Scopelliti nel corso della conferenza stampa d’inizio anno. A mio avviso, però, se non vogliamo  sprecare la positività insita nell’avvio di questa nuova stagione, dopo i cinque desolanti anni del centrosinistra, occorre andare oltre la rendicontazione della spesa pubblica e il facile entusiasmo per tutte quelle volte che si riesce a dimostrare di essere riusciti a impiegare le risorse regionali, nazionali e comunitarie”.

Segnala il tema della qualificazione della spesa pubblica, il consigliere regionale Salvatore Magarò (eletto nella Lista Scopelliti) presidente della Commissione regionale antimafia, che spiega: “Occorre dimostrare la produttività della spesa. Indicare come concretamente si riesce ad incidere   nel tessuto calabrese per  modificarlo positivamente e ridurre il ‘gap’ Nord/Sud.  La vera novità di cui Scopelliti è l’interprete numero uno, può inverarsi soltanto se il ceto dirigente della Calabria dimostra che è in grado di costruire una Regione  che fa bene e lo fa presto. E’ importante partorire iniziative di qualità, innovative, di cambiamento, ma è altrettanto importante che il Governo regionale risponda  ai criteri del fare e del fare bene, portando a prova del suo agire i numeri che dimostrino la capacità di ridurre il differenziale di sviluppo tra noi e il resto del Mezzogiorno, tra noi e il Centro/Nord, che poi è il vero problema che abbiamo dinanzi”

Aggiunge il presidente Magarò: “ E’  il ritardo di sviluppo, provocato da una spesa pubblica spesso dispersa in mille rivoli e da ragioni culturali nonché dalla presenza della mafia, che fa della Calabria la regione più arretrata dell’Italia e dell’Europa. Oggi non basta soltanto fare e fare bene, ma fare e incidere nei nodi strutturali che non consentono alla Calabria di garantire una prospettiva alle vecchie ed alle nuove generazioni. Se in una regione ‘normale’ sarebbe più che sufficiente amministrare bene, qui è indispensabile un’assunzione di responsabilità straordinaria e la dimostrazione che la progettualità è tempestivamente in grado di scuotere l’economia stagnante che non genera ricchezza e di dare alle popolazioni le infrastrutture di base senza cui, rispetto al Paese, siamo condannati a restare indietro.  Centri studi autorevoli, la stessa Banca d’Italia, ‘report’ elaborati da istituti nazionali e per ultimo i dati Istat sulla disoccupazione giovanile, che in Calabria tocca punte allarmanti, evidenziano che la differenza di sviluppo nei decenni tra la Calabria e il resto del Paese, nonostante l’afflusso in Calabria di ingenti risorse pubbliche, non soltanto non è diminuita ma addirittura è aumentata. Pertanto, adottare provvedimenti virtuosi è quasi  inutile, se occorrono anni per attuarli e se questi non generano subito un’inversione di rotta”

Ad avviso di Magarò “Sia Loiero, attraverso Maiolo, e ora Scopelliti, attraverso Mancini, sostengono di aver speso tanto e di aver rispettato gli adempimenti indicati dall’Unione europea. Ma se siamo d’accordo nell’analisi dei ritardi che registriamo, secondo me si deve passare da una programmazione e rendicontazione contabile, ad una programmazione e rendicontazione per risultati.  Questa è la cruna attraverso cui la politica deve avere il coraggio e la  questione vera, dunque, non è quanto si è speso, ma se si è speso bene, se queste risorse impiegate hanno prodotto ricadute benefiche per il territorio, se hanno consentito di raggiungere traguardi strategici, se hanno creato condizioni durature di sviluppo”.

Conclude il Presidente della Commissione antimafia: “La stessa lotta alla mafia, su cui la Regione si è mossa fin da subito con intendi inequivocabili, può avere risultati se c’è un risveglio delle coscienze e della reattività civile che sono possibili, però, alla condizione che la politica recuperi credibilità, ma questa nuova fiducia che chiediamo ai calabresi è a sua volta  possibile se la  programmazione della spesa pubblica  è, sì,  lineare e trasparente, ma anche  in grado di mostrare nei fatti i  risultati ottenuti”


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