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6 dicembre 2010
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Dossier 'ndrangheta. A Milano patto Calabria-Lombardia
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“Lo Stato sta facendo bene la sua parte contro la ‘ndrangheta, adesso è il momento che anche le Regioni facciano altrettanto. La collaborazione fra la Lombardia e la Calabria, che parte ufficialmente oggi, va esattamente in questa direzione”. E’ quanto ha affermato il presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Davide Boni (che è anche il Coordinatore della Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionale d’Italia) aprendo, a Milano, nella sede del Consiglio regionale di via Filzi, i lavori dell’incontro tra il presidente della Commissione antimafia della Regione Calabria Salvatore Magarò e la Commissione ‘Affari Istituzionali’ della Regione Lombardia Sante Zuffada. All’incontro hanno preso parte, oltre ai componenti la Commissione i due vicepresidenti del Consiglio regionale della Lombardia, Filippo Penati (Pd) e Franco Nicoli Cristiani (Pdl), nonché il segretario del Pd lombardo Maurizio Martina. Sia il presidente Boni che il presidente Zuffada hanno considerato l’appuntamento come un positivo inizio di scambio di esperienze e conoscenze (saranno coinvolti i Dipartimenti delle due Commissioni) fra le due Regione, finalizzato “a prevenire, attraverso un’attenta attività legislativa, e contrastare le infiltrazioni mafiose nella gestione delle risorse pubbliche”. I consiglieri regionali Carlo Borghetti (Pd) e Enrco Marcora (Udc) hanno parlato di “grande alleanza tra la Lombardia e la Calabria contro la mafia” e Penati ha precisato “che occorre realizzare un gemellaggio tra le due Regioni, la Calabria in cui la ‘ndrangheta è nata e la Lombardia dove da tempo è attecchita, nonostante gravi sottovalutazioni, e si sta sviluppando, ma di lavoro concreto e non simbolico”. Il consigliere regionale Roberto Alboni (Pdl) ha puntualizzato che “contro la ‘ndrangheta il Consiglio regionale della Lombardia è compatto. Sia la maggioranza che l’opposizione sono sulla stessa lunghezza d’onda”. I presidenti (Magarò e Zuffada) dei due organismi istituzionali, che stanno lavorando per approntare una legislazione ad hoc con cui impedire alla mafia di utilizzare per i suoi scopi le varie lacune legislative, i ritardi burocratici e gli ostacoli di varia natura ( per esempio - è stato detto – quelli che si frappongono tra il provvedimento di confisca del patrimonio illecitamente conseguito dalle mafie e l’effettiva assegnazione e utilizzazione dei beni, l’inesistenza di un’anagrafe degli appalti e dei subappalti e il ritardo dei pagamenti da parte della pubblica amministrazione), hanno programmato quanto prima un incontro in Calabria. Per quanto riguarda la Lombardia, il presidente Zuffada, dopo l’importante documento approvato all’unanimità dal Consiglio regionale il 5 ottobre, “per contrastare ogni tipo di infiltrazione malavitosa nelle Istituzioni e nei settori vitali della società lombarda”, sta procedendo, attraverso un comitato ristretto, ad approfondire la materia e riunire in un unico testo organico le disposizioni di ben cinque progetti di legge (tra cui l’istituzione del conto corrente unico per gli appalti pubblici; azioni di sostegno alle vittime; azioni formative rivolte alla forze di polizia locale e provinciale ed agli operatori sociali, l’attribuzione agli entri locali di contributi per la realizzazione di progetti di utilizzo a fini scoiali dei patrimoni confiscati alle associazioni criminose, sostegno ad iniziative in ambito scolastico tese a promuovere il valore della legalità). La Commissione antimafia della Calabria, dal canto suo, ha proceduto a dare via libera alla Bottega della Legalità, ossia la destinazione nel suo Consiglio regionale, di uno spazio per la visibilità dei prodotti delle cooperative che lavorano sui beni sequestrati alla mafia; a varare, in sintonia con l’Agenzia nazionale per i beni confiscati, la legge per l’istituzione di un’Agenzia regionale per i beni confiscati che coordini le azioni con tutti i comuni. In Calabria, fino al 6 settembre 2010, i beni confiscati sono 1532, di cui 1421 gli immobili e 111 le aziende. Avendo però i comuni calabresi scarsissima capacità finanziaria, si è provveduto a votare una norma che destina il 5 per cento del Piano regionale delle opere pubbliche al recupero produttivo e sociale dei beni confiscati. “Ho preso atto - ha commentato il presidente Magarò - con soddisfazione della reazione forte e corale assunta dalla Regione Lombardia contro la ‘ndrangheta. Ho colto un’attenzione non retorica verso ciò che, assieme ai presidenti Scopelliti e Talarico, stiamo facendo in Calabria. D’altronde, contro la mafia non ci possono essere divisioni di alcunché, anzi occorre il massimo di unitarietà. In questo senso, l’intesa tra le due Regioni è iniziata col piede giusto. Mi auguro si possa procedere speditamente con lo stesso spirito che ha caratterizzato questo importante e solenne appuntamento, perché - ha concluso - mi pare che l’analisi seria e sgombra da ogni pregiudizio, su un fenomeno che impoverisce l’Italia, sia ciò che di più serve in questi difficili momenti”.
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