8 novembre 2010    

Calabria-Lombardia: un patto anti 'ndrangheta (di Salvatore Magarò*)


“La ’ndrangheta è un problema nostro quanto del Nord Italia, in cui le cosche da tempo hanno esteso i loro tentacoli. L’idea inedita di una partnership con la Lombardia  è nata dopo aver letto delle iniziative del Consiglio regionale lombardo per contrastare la ‘ndrangheta e affermare il principio di trasparenza nella pubblica amministrazione. Anche la Lombardia è in procinto di dotarsi di una legge anti ‘ndrangheta analoga a quella in fase di approvazione in Calabria. Ed ho colto l’occasione per scrivere una lettera a Sante Zuffada, presidente della Il Presidente della Commissione contro il fenomeno della mafia in Calabria Salvatore MagaròCommissione Affari Istituzionali della Regione Lombardia. Con questa collaborazione potremmo sollecitare al Parlamento delle norme che riguardano i nostri territori, mentre per le nostre competenze regionali, si possono studiare delle intese. In Calabria abbiamo già in cantiere diverse iniziative. L’educazione alla legalità attraverso l’esempio, l’attuazione di buone pratiche di governo, di comportamenti limpidi e trasparenti nelle procedure e nell’azione amministrativa sono la nostra stella polare.
Da parte nostra, abbiamo individuato alcune priorità. Attualmente siamo impegnati nell’approvazione di due leggi: la prima che riduca i tempi di pagamento delle pubbliche amministrazioni per impedire che gli imprenditori finiscano nelle mani degli usurai, mentre la seconda avrà l’obiettivo di snellire i tempi di assegnazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Proposte, queste, che il prefetto Morcone, direttore dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati, ricevuto di recente, ha accolto con entusiasmo. I beni confiscati rappresentano uno dei punti critici delle strategie di contrasto alle mafie. E’ pertanto essenziale aiutare i comuni ed il settore no profit nell’attuare un effettivo riutilizzo dei beni che vengono consegnati in ritardo ed in condizioni fatiscenti. Inoltre mancano risorse per utilizzarli in tempi brevi. Sono del parere che in tema di lotta alla ‘ndrangheta servano atti concreti, ma anche simbolici.
Dunque, vogliamo voltare pagina. E abbiamo diverse idee in tal senso. Intanto c’è una mia mozione, che porteremo in discussione, per far costituire sempre la Regione come parte civile nei processi contro la ndrangheta. Tra le altre iniziative c’è anche un disegno di legge sul conto unico: per ogni gara vinta superiore ai 500 mila euro, sarà obbligatorio aprire un conto corrente dal quale saranno rintracciabili, per ogni fornitura, tutti i pagamenti, tutti gli incassi, le fatture e gli stipendi. Stiamo infine anche lavorando sul versante dell’utilizzo dei fondi europei per le vittime delle cosche.
Presto ci incontreremo con i rappresentanti della Regione Lombardia: in quella sede ribadirò che la battaglia contro la criminalità organizzata può essere affrontata solo si considera la ‘ndrangheta una grande questione nazionale. L’avvio di una strategia comune potrebbe quindi preludere alla costruzione di un ponte ideale tra Calabria e Lombardia carico di significati, suggellato anche mediaticamente dalla contemporanea approvazione delle rispettive normative anti ‘ndrangheta. 

* Presidente della Commissione regionale contro il fenomeno della mafia in Calabria
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