15 ottobre 2010    

Tripodi (Udc): “Sul mio conto insinuazioni e falsità”


Il capogruppo dell'Udc Pasquale Tripodi “L’atmosfera che respiriamo in Calabria  è incandescente”.  E’ quanto afferma il capogruppo dell’Udc Pasquale Tripodi che aggiunge: “Ho espresso più volte  solidarietà al lavoro di magistrati e forze dell’ordine contro la criminalità organizzata. La mia opinione è che la mafia e le complicità di cui essa gode  fra colletti bianchi e politica  costituiscano  un danno per la democrazia e lo sviluppo del Mezzogiorno.  Non vorrei però  -  sottolinea Tripodi -  che in mancanza di organiche ed efficaci risposte dello Stato contro il fenomeno criminale, che al momento tardano a concretizzarsi,   si cercassero dei  capri espiatori.  E che  lo si facesse, come sta accadendo da parte di taluni organi di informazione nei riguardi del sottoscritto, col solito metodo delle falsità, dei ‘si dice’ e della diffamazione scientificamente organizzata”.

“Pertanto - continua Tripodi -  sia per respingere alcune insinuazioni  prive di fondamento  scritte sul mio conto che per amore della verità,  mi preme precisare che  il sottoscritto non ha nulla da nascondere, essendo stato: a)  assolto “perché il fatto non sussiste” dal processo “Why not” dal Gup di Catanzaro; b) circa  la vicenda del  mio arresto  disposta su  richiesta della DDA di Perugia  (indagine Naos), il sottoscritto da un anno ha ricevuto la  notifica del decreto di archiviazione. Questo è quanto; e  c’è altro.”

“Se poi -  argomenta Tripodi -   in questo Paese i principi dello Stato di diritto intendiamo calpestarli, allora lo si dica. Ma a nessuno è consentito far politica  strumentalizzando la dignità, la professionalità e la correttezza etica degli altri”.  Conclude il capogruppo dell’Udc: “A mio avviso occorre fare molta attenzione  da parte di tutti, se non vogliamo l’imbarbarimento del dibattito politico. Ma  la stampa  in particolare  ha, in tutte queste vicende,  una delicata  funzione da svolgere, dando per scontato che vi è  anzitutto l’obbligo di  rispettare la verità sostanziale dei fatti: cercare di  far capire ai cittadini cosa si vuol  nascondere quando si sollevano polveroni”.


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