1 ottobre 2010    

Fedele (Pdl): "Contro la 'ndrangheta, fondamentale l'unità delle forze democratiche"


Il capogruppo del Pdl in Consiglio regionale Luigi Fedele “Vedere nelle vie di  Reggio Calabria tante facce entusiaste e una moltitudine di individui, donne ed uomini, giovani ed anziani, sfilare assieme, pur avendo idee politiche differenti o addirittura agli antipodi, è uno dei meriti inequivocabili della manifestazione che il Quotidiano ha promosso". A sostenerlo è il capogruppo del Pdl Luigi Fedele. "Si è compreso - dice - ,forse per la prima volta, e ho constatato che il messaggio è passato  anche sulle televisioni e nei giornali nazionali (Repubblica, Corriere della Sera)  di solito poco sensibili agli eventi positivi della Calabria,  che la società civile calabrese c’è, è tanta ed è pronta a sostenere le battaglie che lo Stato e la buona politica intendono vincere per irrobustire la democrazia e ridurre il ‘gap’ economico e sociale  che separa le aree depresse del Sud dal resto del Paese.  Insomma, uno dei punti più qualificanti della manifestazione di sabato a me è parso  questo: l’essere riusciti a dimostrare che la società civile calabrese  non è intrinsecamente guasta, come spesso la si  dipinge.  Perciò la politica calabrese è auspicabile che superi polemiche spesso inconcludenti e, dentro il nuovo corso inaugurato dal presidente Scopelliti, inizi a valorizzare questo dato nel rapporto con i vertici nazionali,  istituzionali e di partito".  Secondo Fedele "migliaia e migliaia di persone che si riuniscono in un punto  e ad un’ora precisi per dire 'no'  alla mafia più potente e solidarizzare con i magistrati che sono in prima fila in questa dura battaglia e con i giornalisti calabresi che stanno subendo, a causa della libertà con cui svolgono il loro impegno,  intimidazioni sempre più frequenti in un clima generale che definire surriscaldato è dir poco, a me pare un avvio promettente per affrancare la Calabria dai poteri criminali".  "Si tratta - afferma ancora il capogruppo del Pdl - di una vera e propria cesura rispetto al passato. Perché questa forza enorme e  l’impatto sociale che se ne ha sulle Istituzioni, a meno  di non voler rischiare una rottura del patto tra politica e  cittadini, reclama dalla stessa politica, quindi da noi che abbiamo avuto un mandato di rappresentanza nelle Istituzioni, un  maggiore impegno nel qualificare le nostre proposte e nel rendere più incisivi i provvedimenti legislativi. Coscienti del fatto che la lotta alla mafia si può vincere se ogni attore politico, sociale, economico e culturale inizia a non uscire dalle carreggiate ed a compiere pienamente il proprio dovere. Non è delegando elusivamente  il compito di sconfiggere la criminalità organizzata a magistrati e forze dell’ordine che si può ottenere lo scopo prefissato.  Intorno agli organi inquirenti ed alle forze dell’ordine occorre creare un clima di consenso  e di   partecipazione all’affermazione della legalità senza il quale la mafia avrà sempre la possibilità di incunearsi nei meandri meno trasparenti delle Istituzioni. Su questo terreno, la folla enorme dell’altro giorno, testimonia la disponibilità a fare la sua parte". "Adesso - conclude Fedele - deve subentrare il momento delle scelte e del consolidamento di questa rete antimafia ed è un lavoro che dobbiamo fare tutti  assieme.  Perché l’altro insegnamento che viene dalla manifestazione composta e matura di sabato, è che nella lotta alla mafia è dannoso anteporre divisioni di natura politica ed addirittura partitiche. Lo dicevano Falcone e  Borsellino: contro la mafia le divisioni sono deleterie, specie quando sono strumentali.  Per fermare una holding del crimine che è una delle cause del sottosviluppo del Mezzogiorno, l’unità delle forze democratiche è un presupposto fondamentale”.
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