24 ottobre 2005    

Lo Stato c’è, ma occorre anche una reazione dal basso (di Giuseppe Pisanu*)




Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta, onorevoli consiglieri, voi potete immaginare con quali sentimenti prendo la parola in quest’Aula al culmine di una giornata che è stata per me un viaggio breve ma intenso nel dolore e nella rabbia del profondo sud.ministro pisanu
Dal dramma della immigrazione clandestina a Lampedusa estremo lembo del nostro Paese sul Mediterraneo al dramma della violenza criminale che riesplode nella locride insanguinando tutta la Calabria.
Desidero innanzitutto esprimere a questa Assemblea i sentimenti di profonda solidarietà miei personali e dell’intero Governo per la tragica perdita del suo Vicepresidente Fortugno.
Questo atroce ed insopportabile delitto rende tragicamente l’immagine della sicurezza e dell’ordine pubblico in questa vostra tormentata regione dove la ‘ndrangheta esercita il suo sinistro potere.
Siamo di fronte - ho detto due anni fa dinanzi alla Commissione antimafia del Parlamento nazionale e lo ripeto qui – alla più potente organizzazione criminale italiana che dalla Calabria estende la sua influenza sul resto del territorio nazionale, su diversi Paesi europei e anche oltre Oceano.
Di questa presenza e delle tremende pressioni che essa esercita sull’economia e sulla società calabrese noi, voi per primi, in questo Consiglio regionale, abbiamo avuto da tempo una chiara percezione ed abbiamo anche cercato di reagire riflettendo insieme sui rimedi.
Ho ben presente l’Assemblea del 22 ottobre 2004. Non è questo il momento per fare un bilancio dell’attività svolta dal Ministero dell’Interno in stretta collaborazione con le autorità calabresi da quell’ottobre 2004 ad oggi.
Mi permetto soltanto di ricordare che poco prima dell’Assemblea noi avevamo già adottato misure straordinarie incaricando il Vice capo della Polizia, prefetto Dessena, di presiedere un apposito gruppi di lavoro che in stretta collaborazione con i prefetti della Calabria si sarebbe poi curato di approntare misure specifiche al di là di quelle ordinarie.
Misure che sono state adottate e che hanno dato anche – consentitemi soltanto qualche brevissimo richiamo – risultati non effimeri. Ho qui un appunto che ricorda come dal 1° agosto 2004 al 31 luglio 2005 in virtù di quelle specifiche misure, sono state identificate 320 mila 645 persone e controllati 186 mila 252 veicoli.
Sono stati tratti in arresto 30 latitanti di notevole spessore criminale di cui 4 inseriti nel programma speciale di ricerca dei 30 latitanti più pericolosi d’Italia. Sono state disarticolate 11 associazioni di tipo mafioso con la denuncia di 242 persone; 58 associazioni per delinquere con la denuncia di altre 940 persone ed inoltre 10 associazioni finalizzate al traffico di sostanze stupefacenti con la denuncia di 251 persone.
Attraverso il Pon per la sicurezza sono stati predisposti progetti per la realizzazione di sistemi di video-sorveglianza nei centri urbani. Sono stati messi in opera appositi tavoli permanenti presso le prefetture per la lotta alle estorsioni e ciò ha comportato la individuazione di 178 episodi estorsivi sui 271 che erano stati denunziati con la segnalazione all’autorità giudiziaria di 396 persone.
E’ stato prodotto un intenso monitoraggio dei cantieri preposti alle grandi opere. Sono state controllate importanti gare di appalto. E’ stata anche predisposta e sta dando i suoi frutti – sono già 50 le richieste – una sistematica aggressione ai patrimoni illecitamente costituiti.
Si è compiuto un grande sforzo per la diffusione della cultura della legalità in tutte le province calabresi e soprattutto si è prestata particolare attenzione allo sviluppo di ogni forma di possibile collaborazione col sistema delle autonomie locali.
Molti dei sindaci qui presenti possono sicuramente testimoniare dei proficui ed intensi rapporti che essi hanno stabilito con le prefetture ed i massimi esponenti delle forze dell’ordine nel tentativo da tutte le parti generosamente condotto di porre argine, di prevenire e di contrastare ogni forma di illegalità.
Di fronte ad un delitto come quello di oggi che piange l’Assemblea calabrese sarebbe davvero fuori luogo esaltare i risultati conseguiti. I dati che ho richiamato servono soltanto a dire che agli impegni presi qui un anno fa si è cercato da parte del Ministero dell’Interno di dare un seguito concreto.
Quei risultati non bastano ma io aggiungo che non potrà bastare neppure la più intensa azione di prevenzione e di contrasto da parte delle forze dell’ordine se simultaneamente non si svilupperà uno sforzo più ampio e più intenso rivolto allo sviluppo economico e alla crescita civile della Calabria.
Voglio dire qui sommessamente ma con fermezza davanti a coloro che si piegano di fronte alla minaccia della ‘ndrangheta o che la considerano ineluttabile che nonostante tutto in Calabria lo Stato c’è ma ci sarà compiutamente soltanto quando la realtà economica e soprattutto la realtà sociale e civile della Calabria saranno in grado di produrre gli anticorpi necessari per fronteggiare e sconfiggere un fenomeno così profondamente radicato nella realtà calabrese.
Ma l’importante in questi momenti è non piegarsi alla violenza. Ho visto nei rapporti che ho ricevuto di recente dalle prefetture che in Calabria specialmente negli amministratori locali, nella parte migliore dei suoi gruppi dirigenti la volontà di reagire c’è. Bisogna unire tutte le forze che vogliono reagire, raccogliere la sfida violenta della ‘ndrangheta e sconfiggerla.
Per quanto mi riguarda come ministro dell’Interno desidero, signor Presidente del Consiglio regionale, signor Presidente della Giunta e onorevoli consiglieri assicurarvi che c’è la più ampia disponibilità della mia amministrazione, delle forze dell’ordine dalla Polizia di Stato, ai Carabinieri alla Guardia di Finanza per unire i loro sforzi a quelli che voi conducete ogni giorno in direzione della legalità.
Subito dopo questa riunione io tornerò in prefettura per un incontro con i massimi esponenti delle forze dell’ordine e della sicurezza. Dopo questo incontro insieme al comandante generale dell’arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato informeremo dettagliatamente il Presidente della Regione e con lui faremo una ulteriore messa a punto delle iniziative in corso e di quelle che bisognerà attivare e di snodo per far fronte nel miglior modo possibile a questa difficile situazione.
Vi ringrazio per l’attenzione che avete voluto riservarmi e vi prego di raccogliere i sentimenti di solidarietà e di impegno al lavoro comune contro la violenza che abbiamo manifestato all’inizio di questo intervento.
 

* Ministro degli Interni
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