16 luglio 2010    

“Una nuova politica territoriale per la sanità”. Parla Ciconte, capogruppo di “Autonomia e Diritti”. (di Cristina Cortese)


Dalla candidatura a presidente della Provincia a capogruppo in Consiglio regionale nella lista di “Autonomia e Diritti”. In mezzo, un ruolo di cui va fiero: direttore generale del “Pugliese” di Catanzaro.
Presidente dell'Ordine dei medici e degli odontoiatri della provincia di Catanzaro, nonché primario cardiologo dello stesso “Pugliese”, Vincenzo Antonio Ciconte di battaglie ne ha portate avanti diverse, come quella che lo ha visto invocare per Reggio Calabria un servizio di emodinamica per fronteggiare l’emergenza cardiologica. “La mia storia personale non mi consente di sposare cause solo perché rispondono ad una certa casacca”: è in questo spirito che s’inserisce la nuova e allettante sfida che la politica gli offre. Dice: “La sanità mi ha  dato e trasmesso tanto, insegnandomi quanto le decisioni assunte nell’esclusivo interesse dei cittadini possano contribuire a fare crescere la società. Credo che nessuno al mondo abbia realizzato quanto ho potuto fare da direttore generale: venti primari in due anni; l’apertura del Dipartimento emato-oncologico del “Ciancio” ed un nuovo Pronto Soccorso dentro un nuovo dipartimento d’emergenza, che comprende otto sale operatorie e una nuova Rianimazione”.Il Consigliere di
Lei fa parte della Commissione sanità: una scelta non a caso.
“Sento di poter mettere esperienza, conoscenza e passione al servizio della gente. Certo, se oggi ci trovassimo nella condizione di essere maggioranza, sarebbe diverso. Daremmo più forza alle nostre idee, mentre il ruolo di opposizione ci chiede, soprattutto, di verificare e controllare quanto fatto dagli altri. Ma porteremo ugualmente avanti un progetto diverso e alternativo”.
Vale a dire?
“Siamo in forte ritardo e la sanità è un grave malato che deve subire un intervento e non sono le nomine a risolvere i problemi. Il punto sta nel capire quale modello si vuole affermare e certamente la politica di rientro non può essere di soli sacrifici. Serve una politica territoriale nuova, che è vero che comporta costi immediati, ma, dall’altra, garantisce risultati a distanza. Deospedalizzare, portando servizi al territorio e sposando le esigenze dei cittadini, significa fare vera prevenzione, che poi è la sfida del futuro. In questo senso,  considero giusta la scelta di Loiero di aver messo al centro, nel Piano di rientro, il cittadino, invertendo la tendenza ospedale- territorio. Ma c’è di più: la rete dell’emergenza cardiologica predisposta dal professore Franco Romeo è una delle cose più importanti che siano state fatte per la Calabria. Una rete all’avanguardia, che altre Regioni non hanno e che ci invidiano”.
Il rilancio della sanità parte dalla riorganizzazione e riqualificazione degli ospedali?
“E come potrebbe essere diversamente, con una rete e una tecnologia decisamente obsoleti? Bisogna costruire nuovi ospedali puntando su un sistema pubblico-privato innovativo, proprio come è avvenuto in Veneto e in Lombardia: il 51% di quota pubblica ed il resto ai privati ai quali, come garanzia, affidare i servizi già esternalizzati per venti anni. Il tutto alla luce del sole”.
Altre priorità?
“L’ambiente. Sul mare vige ancora una politica scellerata, frutto di gestioni che non risparmiano né il centrodestra né il centrosinistra. L’acqua non è pulita e non vedo ancora atti della Giunta che operino in questa direzione. Mi chiedo: cosa ci vuole per realizzare un sistema di controllo e di monitoraggio sui siti dove si continua a scaricare? Perché Provincia, Regione, Comune non si mettono insieme per assicurare ai cittadini tre mesi di bagni tranquilli?”
Lei è capogruppo: come vive questo ruolo?
“Credo molto nel rapporto umano. Recentemente, il collega Mirabelli ha fatto una scelta diversa ed è una cosa che dispiace in attesa di conoscere le ragioni. “Autonomia e Diritti” è una costola del Pd ed allora la soluzione potrebbe essere trovare un’intesa e federarci. Così come, in un’ottica più generale, è necessario un percorso di unificazione all’interno della coalizione di centrosinistra. Un’opposizione costruttiva dà il senso della nostra presenza e del nostro lavoro. Ed alla base, come sempre, ci sono ragioni politiche e mai personali”.  

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