24 ottobre 2005    

Una maggiore presenza dello Stato (di Mario Oliviero*)




Onorevole Presidente Bova, onorevole Presidente della Giunta regionale Loiero, non nascondo che con fatica intervengo a questo incontro importante per il quale anche io voglio ringraziare il Presidente Bova. Con fatica, perché ritengo di dover interpretare - per evitare il rischio di fare di questi incontri della retorica - di dover interpretare un senso di sfiducia che cresce nei confronti dello Stato.MARIO OLIVERIO
Una tendenza che si fa strada, che va avanti. Lo scorso anno proprio di questi tempi qui, in questo Consiglio regionale abbiamo avuto modo di esprimere, alla presenza del ministro Pisano, quelle che sono le condizioni della Calabria, quello che è il condizionamento che esercita la criminalità mafiosa sulle Istituzioni, fino in alcune realtà - come diceva molto opportunamente Marco Minniti - a farla diventare ostaggio.
Un anno fa discutemmo, se non erro, convocati in questo Consiglio regionale a proposito di una vicenda quella che interessava il comune, il Sindaco di Villa San Giovanni che per la pressione, l’assedio della criminalità organizzata aveva fatto un gesto clamoroso.
A distanza di un anno siamo qui a discutere della barbara uccisione di chi sedeva lì, in quello scranno, a fianco del Presidente del Consiglio regionale.
Credo che noi, rispetto a questa terribile vicenda, dobbiamo cogliere pienamente la portata di questa sfida. Sarebbe davvero delittuoso, irresponsabile non coglierla.
Cogliere la portata di questa sfida a mio parere significa agire su due livelli. Il primo, quello della risposta e della presenza dello Stato e della risposta dello Stato (il ministro che sta per arrivare avrei voluto che mi ascoltasse) in termini efficaci, capace di muoversi su una tastiera ampia che, guardate bene, non è la militarizzazione della Calabria. Guai a pensare che mettendo qualche militare in più ai posti di blocco noi risolviamo il problema. Lo Stato deve dare una risposta efficace ed intelligente per colpire laddove è possibile e necessario colpire.
In primo luogo attraverso una iniziativa forte e di controllo del territorio, di individuazione dei responsabili e di irrobustimento della presenza della giustizia.
A chi rivolge una critica alla magistratura io faccio una osservazione opposta. Credo che in questi anni la magistratura si sia indebolita. Bisogna fare in modo invece che ci sia un irrobustimento del potere giudiziario affinché vengano date risposte adeguate anche in termini di capacità di colpire laddove è possibile per indebolire l’insegnamento della criminalità organizzata.
Lo ha detto egregiamente Agazio Loiero che Francesco Fortugno era un uomo mite, una persona per bene, una personalità che sicuramente non poteva essere additata come una personalità contigua o con atteggiamenti deboli verso la criminalità organizzata. Si tratta di una personalità che, appunto, rappresenta, è simbolo delle Istituzioni che bisogna colpire e piegare.
Ecco perché è necessario dare una risposta adeguata perché se questa risposta non ci dovesse essere in termini immediati il rischio è quello di un ripiegamento delle Istituzioni e dei presidi delle istituzioni democratiche.
Il secondo fronte sul quale è necessario agire è quello di una mobilitazione forte dell’intera regione. Occorre far crescere una coscienza della legalità, e soprattutto una cultura nel governo delle istituzioni ad ogni livello per affermare la trasparenza e il buon governo.
In questo senso mi permetto di fare questa considerazione. Credo che dobbiamo lavorare perché si recidano gli atteggiamenti di complicità, le contiguità che spesso trovano spazio anche nella politica. Non dobbiamo essere ipocriti, dobbiamo dirlo in modo chiaro e qui ci deve essere un’assunzione di responsabilità forte della politica. Per evitare di celebrare incontri come questi, la retorica delle condanne.
Dobbiamo essere consapevoli che in questa regione dobbiamo fare un salto di qualità. Fare un salto di qualità significa chiedere allo Stato una presenza che oggi lo Stato non garantisce adeguatamente; e significa anche che ognuno di noi nelle postazioni nelle quali ha una responsabilità deve avere questa consapevolezza e lavorare in questa direzione con coerenza.
Sono molto d’accordo sulla proposta che ha avanzato il Presidente del Consiglio regionale, onorevole Bova, una proposta che però mi permetto di integrare. La proposta di chiedere al Capo dello Stato, un incontro per un’attenzione rinnovata e forte nei confronti della Calabria.
L’integrazione che propongo è che una delegazione guidata dal Presidente del Consiglio regionale, dal Presidente della Giunta regionale rappresentativa in modo unitario di tutte le forze democratiche di questa Regione, degli enti locali, delle province, dei comuni calabresi possa incontrarsi col Capo dello Stato per dirgli “c’è una Calabria che vuole rappresentare la maggioranza dei calabresi che è la Calabria onesta e laboriosa, che non vuole piegare la testa, che non vuole piegare la schiena, è una Calabria che chiede sostegno perché da sola non ce la può fare”. Naturalmente si mette in campo per cambiare e per avviare un processo di bonifica e di cambiamento per sconfiggere davvero la criminalità organizzata, per sconfiggere quella mano che ha piegato Franco Fortugno ieri e l’ha sottratto alla sua famiglia e alla sua terra.

* Presidente della Provincia di Cosenza in rappresentanza dei cinque Presidenti delle Giunte provinciali della Calabria
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