9 luglio 2010    

Tripodi (Udc): "Le alleanze in base ai programmi"


“Noi dobbiamo volare alto. Soprattutto nel particolare e difficile  frangente  politico che l’Italia attraversa e che vede il Mezzogiorno in gravissimo  affanno. Questo, d’altronde, è il messaggio che si legge  nel manifesto dell’Udc verso il Partito della Nazione siglato a Todi”.   E’ quanto asserisce  il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale Pasquale Tripodi,  che aggiunge: “Ai  sottoscrittori della nota - pubblicata ieri dai giornali - con cui mi sono state mosse delle osservazioni per avere io tratteggiato scenari politici futuri, dico subito che i presupposti da cui prendono le mosse sono del tutto infondati e girano intorno al nulla. Non per polemizzare, anzi questo è l’ultimo mio chiarimento su questa polemica che ruota in uno  spazio vuoto, ma dobbiamo capire che a tutti noi, proprio perché la congiuntura è difficile per il Paese e soprattutto per le aree più svantaggiate del Sud, è richiesto un sussulto di responsabilità e il dovere di andare oltre il nostro  orticello. Si può crescere ed affermare i valori a cui ci sentiamo legati,  soltanto se accantoniamo il piccolo cabotaggio e ci dedichiamo, il capogruppo Udc Pasquale Tripodicon idee e proposte, agli interessi generali delle nostre popolazioni”.

 Spiega Tripodi: “Su alcune questioni poste dai sottoscrittori della nota siamo alle ovvietà. L’Udc verso Il Partito della Nazione, infatti, ha già un proprio Regolamento per disciplinare il tesseramento, addirittura è stata convocata la prima festa nazionale del nuovo soggetto politico per il 10/12 settembre a Chianciano. Tuttavia, pur non vedendo neppure l’oggetto politico del contendere, agli amici del mio partito di Reggio Calabria e della sua provincia, sento il dovere di chiarire qual è la preoccupazione politica che mi ha indotto ad assumere determinate posizioni. Posizioni - sottolinea Tripodi -  fittamente intrecciate con l’orientamento dei nostri leader nazionali. A Todi, in particolare, il partito ha rimarcato la necessità di non costruire la politica delle alleanze in maniera  meccanica. Le, alleanze debbono farsi in uno scenario aperto, ma ciò non vuol dire,  da parte nostra, non porre pregiudiziali valoriali o paletti che

trovano riferimento nel rispetto della nostra Carta costituzionale e della nostra storia. 

Mi spiego: l' alleanza alla Regione con il Pdl, come sanno bene gli osservatori politici,  ha avuto un'origine e delle motivazioni politiche; infatti l'Udc in Regione, nella scorsa legislatura, ha sempre tenuto una posizione di equidistanza e l'ha abbandonata quando il fallimento del progetto politico del centrosinistra ha preso piena consistenza. In una condizione sociale ed economica disastrata come quella calabrese ha avuto un senso l'alleanza con il Pdl, ma è indubbio che, territorio per territorio, l'analisi e la proposta dell'Udc deve essere libera e non lasciarsi condizionare dall' alleanza sancita alla Regione”.

Conclude il capogruppo dell’Udc: “Nostra stella polare, mi sia consentito dirlo con franchezza, non è, con tutto il rispetto, questo o quel politico di centrodestra alla Regione, ma il manifesto dell'Udc verso il Partito della Nazione siglato a Todi e l’importante  discorso fatto a Todi da Casini sulla

crisi quasi senza sbocchi cui l'Italia sta precipiatando nelle attuali

condizioni. Noi siamo chiamati, questa è la mia opinione, dappertutto, ad affermare in piena coscienza e libertà, i valori fondamentali della Costituzione, il nostro essere cattolici e riformisti e di misurare la qualità delle alleanze sulla base della proposta e dei  risultati ottenuti”. 


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