9 luglio 2010    

Tripodi (Udc): “Dalla politica risposte concrete, non teoremi”


“In questa congiuntura particolare, difficile per la politica italiana e le Istituzioni, occorre non agire sulla base di pregiudizi o scelte assunte aprioristicamente, ma valutando, attentamente,  programmi ed azioni politiche”il consigliere Pasquale Tripodi.

E’ quanto asserisce il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale Pasquale Tripodi, secondo il quale “al primo posto della nostra scala di priorità, ci sono i problemi e le aspettative delle persone, non i disegni di questa o quella aggregazione. La storia dell’Udc va in questa direzione e il suo sottrarsi ad ogni condizionamento pregiudiziale fondato su formule astratte, alcune delle quali tra l’altro già logorate nella loro pratica attuazione, è il suo più importante punto di forza. Per quanto ci riguarda direttamente,  da meridionali,  siamo inoltre fermamente convinti che il Paese e le sue classi dirigenti debbano non lavorare contro una parte consistente e storicamente fondamentale della loro storia, ma piuttosto per rafforzare ciò che unisce questo Paese anziché  ciò che rischia di frantumarlo e renderlo definitivamente periferico in Europa”. 

 Aggiunge Tripodi: “Dopo la conferenza stampa che ho tenuto  ieri a Palazzo Campanella,  registro che sulle posizioni di Cesa, Casini e del gruppo dirigente dell’Udc converge un grande entusiasmo, sia a Reggio Calabria che nella provincia, per la nascita del Partito della Nazione ufficializzato di recente a Todi. Si tratta di un processo politico innovativo quanto inarrestabile,  la cui prima fase si concluderà il 30 novembre con la chiusura del previsto  tesseramento. Trovo, e lo dico senza venature polemiche ma semplicemente per tentare di tenere alto il confronto e non farlo deragliare dalle tesi e dagli orientamenti generali dei nostri leader nazionali, singolare che ci si possa meravigliare di alcune posizioni da me indicate nella maniera più leale e trasparente.  Il Paese – spiega il capogruppo dell’Udc -  ma anche la Calabria e le sue città, hanno bisogno di una politica che, nel rispetto dei principi fondamentali della Costituzione, diano risposte agli imprenditori onesti, agli anziani, ai giovani, alle donne.  D’altronde, il  “manifesto” per la nuova Italia,  con cui noi centristi abbiamo imboccato il percorso che ci porterà al Partito della Nazione in questo senso è inequivocabile. Soprattutto  laddove si ricorda a ciascuno di noi  che molti aderenti provengono da esperienze diverse, sebbene accomunati da una visione cattolica e  riformista della politica e che appunto per questo si è deciso di “proporre una nuova casa politica a tutti i popolari, i liberali, i moderati e i riformisti italiani che avvertono con preoccupazione il vuoto etico e politico sul quale si basa l’attuale sistema dei partiti.  Se poi - conclude Tripodi -  si considera lo stesso “manifesto”, dove si sostiene espressamente che “la cosiddetta Seconda Repubblica è fallita, perché non ha saputo ricostruire il corpo e l’anima della nostra democrazia e non ha creato le basi di un nuovo patto istituzionale tra gli italiani”, ci si può rendere conto della completa giustezza delle mie asserzioni  ed anche, in questa fase complessa per la provincia di Reggio e della Calabria nella sua interezza, delle mie motivate  preoccupazioni”.



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