2 luglio 2010    

Rapporto Bankitalia: economia in recessione (di Cristina Cortese )


Se è vero che la conoscenza diventa momento prezioso per agire con più consapevolezza, allora non resta che augurarsi che il Rapporto sull’economia calabrese per l’anno 2009,  aggiornato fino al maggio 2010, redatto dalla Banca d’Italia, possa diventare utile strumento di riflessione e di azione.

Perché da quanto è emerso nell’Aula Magna dell’Università “Mediterranea”, dove lo studio, alla presenza del rettore, Massimo Giovannini, è stato presentato dai vertici di Bankitalia, (il vicedirettore generale, Giovanni Carosio e i direttori delle filiali di Reggio Calabria, Antonio Signorello e di Catanzaro, Francesco Pierro), la strada per un effettivo rilancio si presenta tutta in salita.

Lo stato dell’arte dell’economia calabrese è tutto fotografato in due dati generali:  il prodotto interno lordo della Calabria è sceso di almeno 3, 3 punti percentuali (secondo i dati Svimez) per non parlare del Pil, che, secondo Prometeia, si attesta a -5, 6.

Sullo sfondo, una crisi economica e finanziaria che non ha smesso di produrre effetti rilevanti sull’economia regionale e una recessione che ha raggiunto i livelli più alti nella prima metà dell’anno.

Dunque, calo del prodotto interno lordo accompagnato da una contrazione dell’occupazione e del fatturato delle imprese.

Ma cosa succede settore per settore?  Con riguardo all’industria, il settore manifatturiero ha subito la fase più acuta della crisi nel primo trimestre dell’anno mentre il livello degli ordini e della produzione è lievemente migliorato nei mesi successivi; il grado di utilizzo degli impianti si è notevolmente ridotto e gli investimenti sono diminuiti. Anche il settore delle costruzioni ha risentito in maniera accentuata della avversa congiuntura economica, soprattutto con una forte contrazione del livello di attività del mercato immobiliare e delle opere pubbliche. Nel terziario, il valore delle vendite del commercio al dettaglio è diminuito, in particolare per effetto del calo della distribuzione alimentare. Le presenze turistiche hanno registrato una contrazione che ha riguardato principalmente la componente nazionale, mentre nel settore dei trasporti l’attività di transhipment di Gioia Tauro ha subito un notevole arresto. L’andamento del settore agricolo è risultato particolarmente negativo, con una forte contrazione delle produzione di olive e di cereali.

Il mercato del lavoro. Il tasso di occupazione della popolazione in età lavorativa si è ulteriormente ridotto. L’occupazione è diminuita a causa della contrazione nei settori dei servizi non commerciali e delle costruzioni; il calo più sensibile ha riguardato la componente del lavoro autonomo. Tuttavia, tale riduzione è stata ammortizzata da un maggiore ricorso alla Cassa integrazione guadagni, che ha comunque contribuito ad accentuare la quota di forza lavoro non utilizzata. Sono diminuite anche le persone in cerca di occupazione: in particolare, a causa delle avverse condizioni economiche, si è accentuata l’uscita di soggetti dal mercato del lavoro che hanno contribuito ad incrementare il numero dei lavoratori “scoraggiati”. Il divario con la media nazionale nell’ambito della partecipazione al mercato del lavoro è particolarmente ampio tra i giovani e per le donne. La quota di lavoro sommerso rimane quella più elevata tra le regioni italiane.

L’intermediazione finanziaria. Nel corso del 2009 i prestiti erogati dagli intermediari bancari hanno ulteriormente rallentato rispetto all’anno precedente ma hanno tuttavia mantenuto un tasso di crescita superiore alla media nazionale. Nei primi mesi del 2010, secondo i dati provvisori, il ritmo di espansione dei prestiti si è attestato su livelli analoghi a quelli della fine dell’anno precedente. Il credito erogato alle imprese è diminuito a causa sia della minore domanda di finanziamenti sia della maggiore cautela delle banche nell’erogazione del credito. Secondo le risposte degli intermediari rilevati nell’indagine della Banca d’Italia, la contrazione della domanda è riconducibile al forte ridimensionamento dell’attività di investimento da parte delle aziende. Rispetto all’ultimo trimestre del 2008, l’irrigidimento degli intermediari nell’erogazione dei fondi si è attenuato nel 2009 ed è previsto in ulteriore miglioramento nei primi mesi del 2010.

La contrazione della spesa per il consumo di beni durevoli e dell’attività nel mercato immobiliare ha influito sulla domanda di prestiti da parte delle famiglie. Ciononostante i prestiti alle famiglie, pur avendo decelerato per tutto il 2009, sono cresciuti a ritmi più sostenuti rispetto alla media nazionale e hanno invertito la tendenza decrescente negli ultimi mesi dell’anno.

La qualità del credito, già notevolmente peggiore rispetto alla media nazionale, si è sensibilmente deteriorata nel 2009 in tutti i rami produttivi ma soprattutto nel settore delle costruzioni e, in minor misura, in quello dei servizi mentre per il manifatturiero la rischiosità, che si era attestata su livelli elevati sin dalla seconda parte del 2008, è diminuita.

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