2 luglio 2010    

“Le linee di intervento della Commissione contro il Fenomeno della mafia” (di Salvatore Magarò*)


''Un programma di iniziative della Commissione Antimafia, oltre che consolidare alcune azioni di natura istituzionale tipiche di un organismo con tali caratteristiche (relazioni con organismi e funzioni di rappresentanza), dovrà necessariamente prevedere (per evitare di essere solo pletorico) una serie di iniziative che incidano in modo tangibile sulla strategia del contrasto alla mafia e della promozione della legalità sul territorio regionale.  A tal fine potrà essere utile suddividere le iniziative della Commissione sulla base di alcune tematiche settoriali:


A) Funzioni politico-istituzionali 
Rientrano in tale funzione le attività di natura ‘istituzionale’ svolte dalla Commissione: incontri e relazioni con organismi della Magistratura, delle Forze dell’Ordine, con leSalvatore Magaro', Presidente della Commissione contro il fenomeno della mafia in Calabria Prefetture, ecc., partecipazione a Comitati per la Sicurezza e l’Ordine pubblico, attività di rappresentanza istituzionale e di ‘visibilità politica’ (es. organizzazione di seminari, convegni, tavole rotonde).


B) Funzioni promozionali-divulgative
Rientrano in tale funzione tutte quelle iniziative volte a diffondere le strategie antimafia e ad alimentare la formazione alla legalità ed alla sicurezza. Per evitare di ripetere iniziative già promosse da altri organismi similari, l’intervento potrebbe essere concentrato su alcune piste di lavoro prioritario:
-
pubblicazione di una ‘collana’ editoriale regionale per la divulgazione ditemi specifici e la pubblicità a ‘buone prassi’ dei territorio;
-
organizzazione di iniziative di formazione e divulgazione della legalità nelle scuole; organizzazione di iniziative divulgative e di uno ‘sportello’ permanente di divulgazione per gli Enti Locali sui temi della difesa della legalità e della sicurezza nell’amministrazione locale e per il contrasto ai condizionamenti mafiosi sul territorio e sui servizi locali.


C) Funzioni Operative
La Commissione potrà attuare alcuni servizi operativi che diano il segno dell’inversione di rotta sull’ impegno antimafia.
(In questa Commissione siamo chiamati a lavorare per affrontare una delle più gravi minacce che incombono sull’economia, sulla società, sulle stesse istituzioni democratiche del E noi non ce la faremo se non riusciremo a mobilitare in questo compito le nostre migliori energie. Da almeno quarant’anni, mafia, camorra e ‘ndrangheta hanno risalito lo stivale, si sono insediate al Centro e al Nord del Paese e hanno via via esteso la loro influenza in altri Paesi europei e Oltreoceano. Nel Sud d’Italia, le mafie curano particolarmente il controllo dei territori d’origine, attraverso l’intimidazione e l’uso della violenza, condizionando pesantemente la vita economica, sociale e politica di vaste aree. Ho sempre sostenuto che nel loro insieme le mafie italiane costituiscono la piu’ grande diseconomia esterna che affligge il nostro Mezzogiorno. La questione meridionale e’ anche una questione morale. Nel Centro e nel Nord d’Italia le mafie, pur essendo del tutto estranee alla coscienza civile e al comune sentire della gente, costruiscono teste di ponte e penetrano l’economia legale, inquinando i mercati, le amministrazioni pubbliche e i gruppi dirigenti ed usando, al posto della violenza, gli strumenti piu’ sofisticati della banca e della finanza. Se unitari sono l’organizzazione e il progetto criminale, unitario deve essere anche il disegno di prevenzione e di contrasto di questo fenomeno. Questo deve essere un punto fermo della nostra azione. In particolare la ‘ndrangheta con pervicacia ha differenziato le proprie attività criminali: traffici di droga e di esseri umani, grandi appalti e rapporti torbidi con la pubblica amministrazione, accumulazione di capitali e patrimoni illeciti, intrecci finanziari e societari che rimettono in circolazione fiumi di denaro sporco corrompendo mercati, pubblici funzionari e gruppi o singoli dirigenti politici.


In tal modo è rapidamente diventata la più ricca e pericolosa organizzazione criminale del mondo. i fatturati annuali della ‘ndrangheta sono tali da pesare annualmente piu’ di una pesante manovra finanziaria e da far precipitare il nostro Paese nelle zone basse delle graduatorie mondiali sulla corruzione. Questi due elementi di giudizio devono farci allarmare. E’ dunque chiaro che oggi la battaglia decisiva contro la mafia va ingaggiata proprio su questi fronti: i grandi affari, dalla droga ai rifiuti alla tratta di esseri umani), la mala amministrazione e il malaffare bancario e finanziario. Ritengo che molte delle vecchie radici della mafia sono sì profonde ma spesso esauste; le nuove, quelle che alimentano l’albero malefico, sono piu’ superficiali ma anche piu’ diffuse e ben occultate. Pertanto, per individuarle e reciderle, occorrono analisi accurate, strumenti legislativi aggiornati, modalita’ di intervento che siano piu’ attente ai diritti delle vittime che a quelli dei mafiosi e dei loro complici. Dobbiamo alzare la mira su questi obiettivi, perche’ e’ proprio qui che si vince o si perde la sfida alle mafie.  Dobbiamo riconoscere molto schiettamente che il bilancio della lotta alla mafia e’ ancora negativo, ma commetteremmo un grave errore di valutazione storico-politica e, allo stesso tempo, una grave ingiustizia nei confronti di una moltitudine di servitori dello Stato e di comuni cittadini, se non ricordassimo successi registrati nella lotta alle mafie: i processi celebrati e le condanne inflitte, i gruppi criminali sgominati, i boss catturati in Italia e all’estero, i patrimoni sequestrati e, nondimeno il risveglio e la sollevazione della coscienza civile in tante popolazioni prima rassegnate o indifferenti all’oppressione mafiosa. Sono convinto che la Commissione dovrà operare seguendo il metodo del dialogo e del confronto delle idee e, per quanto possibile, in uno spirito di reale unità. In questa fase, quel che piu’ mi premeva, e ancora mi preme, era ed e’ aprire con queste poche considerazioni di carattere generale un dibattito assai piu’ ricco, che, ne sono certo, ci fornira’ tutti gli elementi per tracciare insieme il nuovo cammino della Commissione antimafia. Palazzo Campanella, sede del Consiglio regionale della Calabria


Ho riassunto in una scheda tecnica le prime proposte di attività che ho elaborato. In tale ruolo potrebbero rientrare:
• la costituzione di una sorta di “Osservatorio regionale” sul contrasto alla mafia, con scopi di coordinamento e integrazione dei diversi livelli di impegno;
• la costituzione, nell’ ambito dell’ Osservatorio, di -una “task-force” e di uno “Sportello” per sostenere ed accompagnare l’accesso di Enti Locali, Associazioni e Scuole alle opportunità offerte dal PON Sicurezza e dal POR Calabria con i Contratti Locali di
Sicurezza;
• per la specifica azione sui Contratti Locali di Sicurezza, la Commissione potrebbe agire come struttura di promozione e coordinamento della programmazione, d’intesa con il
Dipartimento n.3 della Regione, realizzando direttamente —se necessario- -alcune “azioni di sistema” tese a sostenere buone prassi e garantire lo scambio di competenze ed esperienze;
• promozione di un “Fondo di garanzia fideiussoria” per sostenere le Imprese che intendono sottrarsi all’usura, o al condizionamento mafioso e intendono collaborare alla lotta alla delinquenza;
• sottoscrizione di Protocolli d’intesa con la S.U.A. (Stazione Unica Appaltante) e con le SUAP (Stazioni Uniche Provinciali), per coordinare la raccolta dei dati e le azioni di monitoraggio sugli appalti pubblici regionali e sui connessi rischi di infiltrazione mafiosa.


C) Funzioni normative.
Tipica di una Commissione del Consiglio è ovviamente la funzione normativa, che dovrebbe essere articolata su due livelli:
-
uno di interventi legislativi e normativi diretti e specifici dell’antimafia;
un’altro di funzioni consultive obbligatorie della Commissione su tutte le proposte di leggi e di atti amministrativi che in qualche modo riguardino il tema della legalità e sicurezza
Le proposte di attività normativa (proposte dileggi regionali o concorso con altri livelli di iniziativa legislativa) potrebbero riguardare:
• i temi diretti ed espliciti dell’antimafia: quindi norme, leggi e atti amministrativi finalizzati a combattere e contenere il fenomeno mafioso, fino a ipotizzare una sorta di ‘Testo Unico’ di riordino di tutti i provvedimenti nomativi regionali in materia di contrasto alla mafia ed alla malavita organizzata;
• i temi indiretti che incidono in maniera sostanziale e qualificante sull’estendersi del fenomeno mafioso e che possono invece consentire di sviluppare una azione sugli aspetti culturali e sociali della ‘contiguità’ alla mafia in Calabria. E’ possibile citare, in tale prospettiva, i seguenti terni prioritari:
-
il già richiamato tema della lotta ai ritardi dei pagamenti alle imprese della PA.;
-
gli aspetti normativi connessi alla funzionalità dell’Amministrazione Regionale (termini dei procedimenti, la trasparenza dei comportamenti, le funzioni dell’accesso agli atti, della trasparenza dell’azione amministrativa, i codici di comportamento);
- gli aspetti normativi connessi ai settori più a rischio di infiltrazioni delinquenziali (es. lavori pubblici, rifiuti e ambiente, attività produttive), con l’intento di definire e regolamentare gli ambiti connessi al contrasto della cultura mafiosa e della promozione della legalità”. 


* Presidente della Commissione contro il fenomeno della mafia in Calabria
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