18 giugno 2010    

Giovani calabresi premiati con le borse di studio Bonino-Pulejo (di Cristina Cortese)


“Solo quelli che sono così folli da pensare di cambiare il mondo, lo cambianoI premiati 2010 della Fondazione Bonino -Pulejo davvero. L’importante è non smettere mai di fare domande”.  In questa frase del grande Albert Enstein c’è il senso profondo di un premio che, dal 1972, data di nascita della Fondazione “Uberto Bonino Pulejo” ad oggi, ha fatto vibrare il cuore di tantissimi giovani calabresi e siciliani; stimolato la loro voglia di abbattere barriere e conquistare un posto al sole; fatto di conoscenza, curiosità e ambizione strumenti effettivi di speranza e di meritocrazia. Oggi come ieri: le borse di studio Bonino-Pulejo, giunte alle XXXII edizione, sono la testimonianza di come contare sulle proprie forze possa ancora valere qualcosa, essere viatico per un’affermazione importante, pur in un sistema che, spesso, tende le braccia più al privilegio che al merito.


Ma oggi i premi  s’impregnano di un valore aggiunto: cambiano formula per rispondere meglio alle sfide della modernità, della società del terzo millennio e, soprattutto, alle nuove e diverse esigenze universitarie. Da qui, la decisione della Fondazione di assegnare otto borse di 25 mila euro l’una, della durata di 12 mesi, relative a progetti presentati da chi può già vantare un solido curriculum e una provata esperienza nel difficile settore della ricerca, a cominciare da quella scientifica. Una nuova “filosofia”, che, nella sede del Palazzo della Cultura di Messina, ha acceso i riflettori  su chi, da anni, si confronta quotidianamente, con la ricerca, proprio come ha sottolineato il presidente della Fondazione, Nino Calarco, ribadendo l’importanza della “risorse” umane e culturali di Sicilia e Calabria in un contesto storico-politico che ripropone con forza la centralità delle nostre terre nello scenario del Mediterraneo”. Ed ecco, gli interpreti del domani. Salgono sul palcoscenico, sapendo che per loro è un giorno speciale; scelti tra tanti giovani pur meritevoli e premiati alla presenza di un  grande: Giuseppe Tornatore.


Sì, perché, come tradizione vuole, la cerimonia, sobria ed efficace, ideata dal responsabile culturale della Fondazione, Piero Ortega e presentata dalla giornalista Daniela Cacciola, racchiude insieme la XXXIII edizione delle borse di studio e il  XVI Premio Internazionale Bonino-Pulejo, che, per l’occasione, è stato assegnato al celebre regista messinese. Ed allora, tutti insieme, figli delle terre di Calabria e di Sicilia, prendono a braccetto cultura e ricerca; alzano la sfida di un Sud che sa conquistare scenari europei, restando fiero delle proprie tradizioni. Di fronte a loro, presenze importanti che testimoniano la loro vicinanza a suon di applausi: i rettori degli Atenei di Messina e della Calabria, Tomasello e Latorre; il prefetto Alecci di Messina; il presidente della Provincia di Reggio, Morabito; il presidente della Ses, Gianni Morgante, il vicepresidente della Fondazione Bonino Pulejo, Lino Morgante e tante altre autorità. Gli occhi dei nostri giovani luccicano e incrociano, in prima fila, quelli  del vicepresidente del Consiglio regionale, Alessandro Nicolò, ed il pensiero ritorna alla sfida lanciata dall’Assemblea calabrese con una legge ad hoc quale risposta forte alla fuga dei cervelli e stimolo per trattenere in terra calabra le migliori intelligenze.  Il resto, lo lasciamo custodito nel cuore di questi giovani, perché l’emozione vissuta è, probabilmente, più facile da vivere che da raccontare.


 


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