21 maggio 2010    

Il dibattito in Aula


Il primo ad intervenire nel dibattito per il programma presentato dal Presidente Scopelliti è stato Nino De Gaetano, capogruppo della Federazione della Sinistra, che ha definito “importante, in questo inizio di legislatura, dare dei segnali forti di cambiamento”. Il consigliere regionale della Federazione della Sinistra Nino De GaetanoDe Gaetano nel dirsi d’accordo su alcuni aspetti indicati da Scopelliti, ha inteso “segnalare” al Presidente della Giunta “alcune questioni non meno importanti”. Il primo la sanità, e “sul lavoro della società che da due anni viene lautamente pagata dalla regione e dal Governo per determinare l’esatto ammontare del debito”. “Avevo, poi, apprezzato, in campagna elettorale il suo annuncio di abolire il ticket sulla sanità, una misura che in Calabria grava sulle fasce più deboli della società. Saremmo disposti ad accompagnare una decisione in tal senso del Consiglio - ha aggiunto De Gaetano - ricordando che c’è già una proposta di legge del gruppo regionale. Secondo punto indicato da De Gaetano, l’aumento dell’Irpef che graverà sui cittadini calabresi. “Non possiamo permetterci misure come queste” - ha dichiarato il capogruppo della FdS - invitanto Scopelliti ad un intervento sul Governo nazionale, “che finora ha sempre dimostrato di saper trovare i soldi, come nel caso del Fondi Fas utilizzati per le quote latte”. De Gaetano ha esortato ad avere “attenzione alla definizione del Federalismo Fiscale, che così come annunciato colpirebbe in maniera massiccia le regioni meridionali, e ridurrebbe la Calabria in disastrose condizioni”. Poi, il lavoro, che secondo De Gaetano “è il punto principale sul quale bisogna muoversi, lavorando in due direzioni. Dare risposte alla grave crisi economica, con soluzioni come quella del salario sociale, già avviato da Campania e Lazio, magari utilizzando i fondi Fas, secondo le indicazioni che ha dato l’Unione Europea. Secondo, “aggredire la precarietà, punto peraltro non toccato nella sua relazione” - ha sottolineato De Gaetano rivolto a Scopelliti. “Occorre invece un intervento per azzerare il precariato in Calabria, perché altrimenti vorrà dire fra qualche anno ritrovare famiglie che si troveranno al di sotto della soglia di povertà”. Sulla burocrazia. “Bisogna cambiarla radicalmente - ha detto De Gaetano - altrimenti anche le migliori idee della Giunta regionale rischiano di diventare lettera morta, rompere quei processi che strozzano le imprese calabresi”. Nell’annunciare, in conclusione, “una opposizione seria, coerente e dura”, De Gaetano si è soffermato sul tema della lotta alla criminalità organizzata “contro la quale - ha detto - bisogna fare fronte comune , dare sostegno alle associazioni la combattono, essere accanto a chi ha il coraggio di denunciare e di opporsi alla illegalità”. Di “fase decisiva” per la Calabria ha parlato Candeloro Imbalzano, definendo “un privilegio” far parte della istituzione consiliare e poter, quindi, contribuire al miglioramento delle condizioni di vita dei calabresi. Reputa doveroso mettere al servizio della comunità il bagaglio delle proprie esperienze, per sfruttare appieno questa chance per il nostro territorio. “Sulla sanità è ora di passare dalle parole ai fatti” - ha proseguito – E’ l’ora delle decisioni, quelle che nei cinque anni passati, sono state rinviate nel tempo”. “Siamo consapevoli delle difficoltà che ci aspettano, ed il risultato è tutt’altro che scontato - ha proseguito Imbalzano - per raggiungere il quale non basta solo la buona volontà. I calabresi vivono una grande frustrazione. Il nostro impegno è quello di trasformare questa frustrazione e questa rabbia in un qualcosa di diverso, in vere opportunità per tutti”. Il capogruppo di Idv, Giuseppe Giordano, ha detto che “noi dell'Italia dei Valori abbiamo fatto una battaglia per il cambiamento. I Calabresi hanno dato fiducia alla nostra coalizione. Nel programma esposto dal Presidente non ci sono le risposte alle promesse fatte in campagna elettorale. Italia dei Valori è per la discontinuità e per una politica che vada ad incidere in quei settori dove per troppo tempo quest’aula non ha saputo dare delle risposte. Ci aspettiamo che si metta fine alla vecchia logica di fare politica riempiendo le sede regionale di tifosi, è necessario dare immediata priorità alle competenze e alla meritocrazia. Per quanto riguarda la sanità, credo che il problema non si risolva indicando le colpe altrui e non risieda solo nei problemi del piano di rientro, ma è atavico”. “Il 70% del bilancio regionale - ha aggiunto - è fagocitato dalla sanità e blocca le risorse che potrebbero essere destinate allo sviluppo per le iniziative sul lavoro, sui trasporti e le infrastrutture di cui ha tanto bisogno la nostra realtà. Oggi viene presentato il conto che politicamente è stato pagato dal partito democratico mentre quello economico verrà pagato dai Calabresi. Nelle linee programmatiche non c’è traccia su come il Governo Regionale inciderà per eliminare gli sprechi, le inefficienze e anche le commistioni e le corruzioni che si sono create in questo comparto. I Calabresi non devono subire né praticare la migrazione sanitaria che è indecorosa per la nostra Regione e che costa più di duecentocinquanta milioni di euro non per incidere sulle patologie pesanti ma su quelle correnti. E’ gravissimo che ciò accada. Come si vuole incidere sulla rete ospedaliera? Come creare quella ‘governance’ che dovrà essere efficace dal punto di vista gestionale e programmatico? Bisogna intervenire in modo chirurgico e pensare ad un accorpamento delle Asl, pensare di mettere in discussione anche i consorzi Asi che hanno esaurito e non hanno creato quelle condizioni che dovevano realizzare nel tessuto produttivo regionale”.

Il consigliere regionale Pd Agazio Loiero“Riconosciamo ampiamente la vittoria di Scopelliti e mi pongo senza pregiudizio al confronto”. Così Agazio Loiero, presidente uscente della Regione, ha dato avvio al suo intervento in Consiglio regionale. “In Calabria - ha detto - si vive una situazione di particolare difficoltà e le difficoltà ci portano lontani dal luogo in cui si decide il nostro destino. In questa legislatura non baderemo agli organigrammi, ma staremo attenti ai passaggi politici ed ai temi istituzionali. Su lavoro, diritti, sanità e legalità, come minoranza - ha affermato Loiero - saremo intransigenti”. L'ex presidente della Regione, inoltre, sul debito della sanità, ha invitato Giuseppe Scopelliti “a guardare nelle carte dell'advisor, poiché l’80% del debito è stato prodotto dalla Giunta di cui lei faceva parte autorevolmente. Voglio ricordare - ha sottolineato Loiero - che quella Giunta non approvò mai alcun bilancio di Asl, mentre la mia Giunta li ha approvati tutti”. Loiero, poi, ha detto che “le assunzioni in deroga decise dalla mia amministrazione, sono state possibili perché sono stati rispettati i Lea, i livelli essenziali di assistenza e l’approvazione del piano di rientro da parte del Governo nazionale testimonia che non siamo all’anno zero”. Agazio Loiero ha inoltre evidenziato “la grave situazione dei fondi Fas per la Calabria, che non ci sono più perché destinati al lago di Garda, alle quote latte, al dissesto del comune di Catania”. Infine, sull’impianto dei Por, Loiero ha concluso con un appello: “Sono l’unica risorsa spendibile, e riprenderne la modulazione daccapo vorrà dire perdere un enorme lasso di tempo”. Successivamente, è intervenuto Il consigliere regionale del Gruppo Misto Giuseppe BovaGiuseppe Bova. “Il centrodestra - ha detto l’ex presidente del Consiglio - ha già dato prova di dieci anni di governo, dal 1995 al 2005. Certo i calabresi hanno completamente rovesciato i dati elettorali del 2005, ma siamo sicuri che si sia trattato soltanto di mancanza di risposte? Un voto dato per il cambiamento o non anche il tentativo di non perdere vecchi privilegi?”. Giuseppe Bova, inoltre, ha sottolineato l’assenza di una attenzione nazionale verso la Calabria, “poiché al Governo siede un convitato di pietra che, a fronte di un Paese che non cresce, rivendica comunque più risorse. Si da più risorse a chi sta meglio”. Bova, infine, ha affermato che “ci misureremo con chiarezza e secondo coscienza votando contro o a favore solo ispirandoci agli interessi dei calabresi”. Il capogruppo del PdL, Luigi Fedele, ha detto che “i calabresi hanno già approvato con il loro voto la relazione programmatica esposta oggi in aula dal presidente Scopelliti. Il presidente della Giunta - ha proseguito Fedele - ha già significativamente esposto le questioni, come la situazione che regna nella sanità. Non per amore di polemica fine a se stessa, ma vorrei ricordare a Loiero che il debito è triplicato sotto la sua presidenza. Dire che siano stati votati i bilanci di Asl ed aziende ospedaliere significa forse che i bilanci erano veritieri? I prossimi dieci anni saranno certamente fondamentali per la Calabria e il mio augurio al Presidente Scopelliti ed alla sua Giunta, ed il mio impegno e quello della maggioranza, è di potere tra cinque anni, presentarsi ai calabresi con un congruo elenco di cose risolte”. In apertura di intervento Carlo Guccione ha dedicato “un pensiero alle famiglie dei due soldati italiani caduti in Afghanistan. L’emblema - ha detto – dell’impegno che l’Italia sostiene nel mondo, che per gran parte è sangue di questo Mezzogiorno”. “Ho dato attento ascolto alla relazione del Presidente - ha poi proseguito Guccione - ma devo innanzitutto sottolineare che il voto dei calabresi è stato molto chiaro. La vittoria del centrodestra è stata chiara e diffusa. Pesante la sconfitta del centrosinistra. Adesso siamo impegnati a capirne le ragioni. Con questo - ha aggiunto il consigliere regionale Pd - non vogliamo sottrarci alle nostre responsabilità . Anche perché la situazione non è affatto facile. Anzi alla luce delle vicende internazionali di queste ultime settimane, anche l’Europa vive una crisi difficilissima. Per questo - ha annunciato Guccione - non faremo mancare il nostro apporto”. Nel giudicare positivamente la riduzione dei costi della politica, Guccione si è detto pienamente d’accordo con l’idea di non prevedere la figura dei consiglieri supplenti. “Noi abbiamo ridotto di oltre 4 mln di euro il bilancio del Consiglio. Bisogna proseguire su questa strada”, ha esortato dimostrandosi molto critico nei confronti del centrodestra calabrese al quale ha chiesto “cosa si fa rispetto alla linea del Governo nazionale che ha cancellato il Mezzogiorno dalla sua agenda, sottraendo i fondi Fas, che per la Calabria ammontavano a circa 6,8 mld di euro, dirottati per finanziare iniziative del centro Nord. E allora - si è chiesto ancora Guccione - cosa si intende fare per impedire questo scippo ai danni della Calabria. Importanti risorse che sarebbero potute essere destinate allo sviluppo, all’occupazione, alla realizzazione di grandi opere”. Sulla sanità, “credo - ha detto Guccione - che sia finito il tempo della demagogia. C’è un problema di interlocuzione della Calabria con il Governo che ha avuto comportamenti diversi tra le Regioni, intervenendo per il 70% sul debito sanitaria della Regione Lazio, per nulla in Calabria. Una regione - ha evidenziato - che non può essere lasciata sola. Rigore sì - ha concluso Guccione - ma assieme all’aiuto e con l’apporto delle risorse nazionali”.

 

Nel corso del suo intervento in Consiglio regionale, il segretario del Pd calabrese, si è soffermato, in particolare, sul problema della tutela dell’ambiente, della qualità della vita e sull’ipotizzata riconversione a carbone della Centrale Enel di Rossano. “La Calabria - ha detto, tra l’altro, il Consigliere regionale del Pd - non può diventare la pattumiera dell’Italia. In questa prospettiva bisogna fare scelte precise, che vadano nella direzione della salvaguardia della qualità della vita e della salute dei cittadini, ma anche della difesa dell’inestimabile patrimonio naturalistico della nostra regione. Come calabresi non possiamo più assistere passivamente alla distruzione del nostro territorio e dell’ambiente, così come è avvenuto per anni a Crotone. Essi devono rappresentare una risorsa inestimabile per lo sviluppo e la crescita della nostra regione”. Guccione ha, quindi, chiesto al Governatore Scopelliti di farsi interprete rispettoso della volontà della stragrande maggioranza dei cittadini calabresi. “La richiesta dell’Enel di una riconversione a carbone della Centrale di Rossano - ha proseguito Guccione - non va assolutamente in questa direzione poiché essa rischierebbe non solo di compromettere la salubrità dell’ambiente di un’intera area, ma metterebbe a grave rischio lo sviluppo turistico, storico e monumentale della Sibaritide che, peraltro, è zona a vocazione prettamente agricola ed è sede dell’agraolimentare di qualità”. “La Giunta regionale da lei presieduta, pertanto – ha concluso l’on. Guccione - non può che ribadire la volontà già espressa dalle Giunte e dai Consigli regionali precedenti riaffermando il proprio “no” al carbone e a tutti quei materiali che sono incompatibili con uno sviluppo sostenibile e pienamente rispettoso delle vocazioni ambientali e naturali della nostra terra”.

Il vice presidente del Consiglio regionale Alessandro Nicolò

“La Relazione programmatica del Presidente della Giunta regionale, on. Giuseppe Scopelliti, rende chiari lo scenario ed i passaggi entro cui la Calabria dovrà muoversi nei prossimi cinque anni”. E' quanto ha affermato il vicepresidente del Consiglio regionale, Alessandro Nicolò. “Nella focalizzazione dell’impianto strategico del Presidente della Giunta, oltre alla sanità, trovano degnamente spazio i temi del lavoro, del sistema delle imprese, della legalità, della famiglia e dell’internazionalizzazione della Calabria. Sono certo che fin dalle prossime settimane, il Presidente e la Giunta entreranno nel vivo dell’operatività, lavorando per dare forza ed ossigeno ad un sistema sociale ed economico illanguidito non solo dagli effetti della crisi nazionale ed internazionale, ma anche per i limiti dimostrati dal centrosinistra che in cinque anni di governo regionale non ha saputo dare una utile indicazione per affrontare la crisi. La scommessa è alta, ma ci impegneremo per spingere la Calabria fuori dalle secche per un futuro di speranza per migliaia di giovani senza lavoro”.

Il consigliere regionale del Gruppo Misto Nicola Adamo 

“Chi ha vinto le elezioni ha il diritto-dovere di governare, chi ha perso, ha il diritto- dovere di fare opposizione: la sfida deve essere sulla capacità tra chi propone di più e di meglio negli interessi della crescita della Calabria”. E’ quanto ha detto nel suo intervento il conigliere regionale Nicola Adamo. “La Calabria - ha aggiunto - è costretta ad un maggiore isolamento e perifericità sia per la congiuntura di crisi generale, sia per la fragilità del sistema politico italiano. Viene assunta, innanzitutto a Roma, come l’esempio monumentale di sprechi e parassitismi che debbono giustificare politiche apparentemente virtuose ma che hanno il fine solo di finanziare gli egoismi territoriali più forti. Non si può accettare questa impostazione: bisogna mettere in campo una sana assunzione di responsabilità soggettiva delle classi dirigenti locali che non con il cappello in mano ma con le carte in regola, si battano per affermare un capovolgimento della politica dell’asse Bossi-Tremonti e per riproporre il tema dello sviluppo del Mezzogiorno non come un problema ma come una soluzione per la crescita e la modernizzazione dell’intero Paese. In questo quadro, avere politiche virtuose in Calabria per accrescere la capacità competitiva, il tasso di produttività della nostra regione e renderla meno dipendente, sollecitare intanto, una crescita dei consumi ma con la capacità di produrre dando innanzitutto risposta alla domanda interna e contestualmente, competere nei mercati extraregionali”. “A Roma, dobbiamo cominciare a dire, ad esempio, che - ha proseguito Adamo - il Ponte sullo Stretto non deve essere un bluff per non dirottare investimenti al Sud e nel frattempo consentire che si orientino e si spendono ingenti quote di risorse finanziarie per le grandi infrastrutture del Nord. Non serve un “si” subalterno alla realizzazione del Ponte ma almeno subordinare il consenso del governo regionale a questa opera alla condizione che contestualmente lo Stato investa per la velocizzazione della linea ferroviaria tirrenica, per il completamento del tratto calabrese della E/90, per la elettrificazione della rete ferroviaria ionica e per il potenziamento del sistema portuale calabrese. Bisogna aprire inoltre delle vertenze immediate con Anas e Ferrovie italiane. Con l’Anas, bisogna concertare i tempi e le modalità dell’ammodernamento della A/3 e chiedere nel frattempo un risarcimento che può essere finalizzato alla manutenzione della rete viaria regionale; a Ferrovie italiane, bisogna chiedere sicurezza e modernizzazione del trasporto extraregionale per riconoscere la concessione del trasporto locale alle Ferrovie della Calabria. Ad esempio, non si può consentire che la Calabria continui a produrre energia per il Paese e che il relativo gettito fiscale sia appannaggio di altre regioni: bisogna ottenere che il gettito fiscale sia versato alla Regione produttrice di energia e non a quelle sul cui territorio insistono le residenze fiscali dei produttori di energia. Sulla sanità trovo fuori luogo attardarsi su chi ha prorotto il ‘buco’ finanziario. Non c’è da perdere più tempo; sarebbe stato meglio che ciò fosse avvenuto nel 2005 ma anche se in ritardo bisogna farlo ora e subito. Se si dovessero aumentare le tasse ai calabresi sarebbe iniquo ed insufficiente per attuare il rientro del debito”. Adamo ha evidenziato inoltre che “bisogna invece operare tagli agli sprechi, razionalizzare e riqualificare il sistema sanitario regionale per azzerare il deficit strutturale annuale e nel contempo chiedere al Governo un prestito da restituire in trent’anni per finanziare l’ammontare del debito pregresso. Sarebbe sbagliato anzi, se il Governo nazionale lo volesse fare dalla Calabria dobbiamo opporci all’utilizzo dei Fondi Fas per pagare il debito sanitario. Dobbiamo pretendere che il Governo riconosca per intero alla Calabria la quota competente dei Fondi Fas per destinarli ad investimenti per lo sviluppo. Per quanto concerne il Bilancio regionale, bisogna innanzitutto approvare il Documento contabile preventivo ogni anno entro il 31 dicembre dell’esercizio in corso. Come opposizione, siamo pronti ad avanzare proposte per rendere liberi e disponibili alla Programmazione autonoma regionale i fondi che oggi risultano storicizzati come spesa per il settore della forestazione e del trasporto pubblico locale. C’è in questo campo l’opportunità di procedere ad implementazioni che possono essere finalizzate ad attività più redditive e produttive. Infine non si può non fare un esame dello stato dell’arte per quel che concerne il riordino del sistema istituzionale regionale: verificare lo stato di attuazione del trasferimento delle funzioni gestionali agli enti territoriali da parte della Regione, promuovere un sistema regionale a rete che abbia i suoi tempi di forza nella Città Metropolitana dell’Area dello Stretto, nel sistema delle aree urbane calabresi e nella promozione di forme associative e di unione tra i comuni”. “In questo quadro, a Scopelliti - ha concluso - mi sento di chiedere di superare il limite di origine e della nascita del regionalismo calabrese: puntare in questa legislatura all’unità del regionalismo e non assecondare la contrapposizione dei campanili e dei territori. Un segnale concreto sarebbe quello di far decidere attraverso un referendum ai calabresi la sede della Regione unica, superando così il dualismo tra la Regione del Consiglio regionale e la Regione della Giunta regionale”.

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