16 aprile 2010    

I nostri vini.. e non solo.. in passerella al Vinitaly (di Gianfranco Manfredi)


Cinque giorni intensi al Vinitaly per mettere in luce identità, diversità, tipicità e qualità enogastronomiche delle terre calabresi. Cinque giorni con in primo piano bianchi, rosati, rossi e passiti nostrani, ma non solo. I successi conclamati e le sicure promesse della “Cantina Calabria” sono stati accompagnati nell’imponente area fieristica scaligera da fragranti extravergini, conserve alimentari, tipicità dolciarie, golosità al bergamotto, ai fichi e alla liquirizia, dalla “dispensa Calabria”, insomma, con le sue eccellenze più ghiotte e genuine. Il Galà al Vinitaly 2010

Enolandia? O Vinocity? E’ diventato ormai l’assemblea plenaria mondiale degli operatori e degli appassionati del nettare di Bacco, il Vinitaly, ma anche una passerella d’eccezione per i nostri vini.

Da tempo, ormai, si beve  (e, sempre più spesso, molto bene) calabrese. Vantiamo rossi importanti, da invecchiamento e da degustazioni impegnative. E possiamo essere orgogliosi anche noi – ed era ora –  di bianchi freschi e leggeri e altri vini, giovani e moderni di ottima qualità. Contiamo vini da meditazione e, persino, qualche rosso giovane da portare alla temperatura giusta per felici abbinamenti col pesce. Addirittura abbiamo finalmente anche le bollicine made in Lamezia (grazie ai Librandi di Cirò Marina e agli Statti di Lamezia).

Se un un tempo solo poche nostre aziende erano in grado di presentarsi al Vinitay con bottiglie competitive, il “gruppo di testa” calabrese si arricchisce, in ogni nuova edizione della Fiera, di nuovi protagonisti. A tirare la volata, anche quest’anno, le nostre aziende che hanno investito di più nella grande rassegna di Verona. Librandi, Ippolito 1849, Caparra e Siciliani, Fattoria San Francesco, Santa Venere, Enotria, Zito, Greco, Lento e Statti (sperando di non aver dimenticato nessuno), innanzitutto, che hanno sfidato i più bei nomi dell’enologia italiana nel padiglione 7, con moderni e accattivanti spazi espositivi. Ma anche le Cantine Odoardi, nell’ambito della Selezione Wineoclock nel padiglione D della Toscana. E poi tutte le aziende presenti nell’area curata dall’Unioncamere per la Regione Calabria (sempre nel padiglione 7), nello spazio gestita da Luca Maroni e, infine, nell’area gestita autonomamente dalle Camere di Commercio di Cosenza e Reggio Calabria (Padiglione 11 di Vinitaly).Degustazione di vini calabresi al Vinitaly 2010

Tutti hanno esposto le migliori produzioni e presentato in anteprima le ultime prove delle loro capacità. Volendo limitarci ai debutti veri e propri, come non segnalare l’inedito Passito (si chiama proprio così) dei Lento che interpreta in chiave moderna la millenaria tradizione locale dei vini da meditazione e da dessert? Ecco allora la bottiglia da mezzo litro col nettare paglierino luminoso che Danila Lento e la madre Giovanna mi fanno assaggiare con malcelata sicurezza. A limitatissima produzione, è a base di uve greco a bacca bianca e, almeno per ora, mi limito a svelarvi che profuma delicatamente ma intensamente di rosa bianca e ginestra… 

E come dimenticare il primo calice di spumante metodo classico lametino, il prestigioso Ferdinando 1938 (vi rivelo che l’etichetta è l’affettuoso omaggio filiale di Alberto e Antonio Statti al loro papà)? L’ho assaggiato in anteprima ma per adesso accontentatevi di sapere che è a base di uve mantonico in purezza e che è un calice di grande finezza e burrosità.

Particolarmente vivace e attiva la presenza “gemella” delle due Camere di Commercio bruzia e reggina.

Si sono impegnate al massimo per portare a Verona  “il buono” della Calabria. Da giovedì 8 a lunedì 12 aprile, hanno messo in vetrina, anzi in “passerella”, nei padiglioni del Vinitaly, del Sol (il Salone dell’extravergine) e di AgriFood (lo spazio consacrato all’agroalimentare), sessanta aziende e centinaia di prodotti da apprezzare. Con un programma fitto, messo a punto in collaborazione dell’Associazione Sommeliers AIS-Calabria, hanno proposto degustazioni guidate, workshop, banchi d’assaggio, approfondimenti, confronti, talk-show, laboratori del gusto, incontri e "test and buy" con esperti e giornalisti del settore, specialisti e buyer.Sommellier al lavoro al Vinitaly 2010

L’enogastronomia delle province di Reggio e Cosenza ha trovato, così, a Verona una ribalta d’eccezione. Lo conferma il commento, più che mai positivo, di Giuseppe Gaglioti, Presidente della Camera di Commercio di Cosenza, di ritorno da Verona: “Vetrina importantissima, il Vinitaly per i nostri produttori – osserva Gaglioti – un appuntamento al quale non possono assolutamente mancare l’enologia, l’enogastronomia e l’agroalimentare che vogliono farsi spazio sul mercato e conquistare apprezzamenti e consensi degli esperti”. “Ho espresso a Verona ai nostri associati ed ai dirigenti e funzionari delle Camere di Commercio di Cosenza e Reggio - ha aggiunto il presidente Gaglioti – l’augurio  che la presenza in questa importantissima rassegna sancisca un definitivo risveglio della Calabria vinicola ed enogastronomica, per troppo tempo ‘bella addormentata’ del panorama italiano. E’ necessario che l’immagine del nostro vino, del nostro extravergine e dell’intero comparto agroalimentare d’eccellenza si riposizioni nell’ambito non solo meridionale. Noi abbiamo un know-how in materia che è, direi, nel dna camerale e perciò intendiamo avviare un confronto positivo ma serrato con i nuovi vertici della Regione per poter mettere questo patrimonio di conoscenze e di esperienze a disposizione della Calabria”.

Dal canto suo, Lucio Dattola, presidente della Camera di Commercio di Reggio Calabria, afferma: “Siamo convinti che l’intuizione delle nostre due Camere di Commercio di rappresentare il territorio e le sue peculiarità, con le tecniche e i saperi che li connotano, sia la sola strada percorribile per affrontare la sfida del mercato.” “Abbiamo tesori da far conoscere – sottolinea Dattola – penso a un’offerta enologica e agro-alimentare come quella reggina, che è valorizzata dalla capacità delle nostre imprese di far coesistere innovazione e tradizione e che, per questo, coniugando qualità, buon gusto e tipicità, preserva e ripropone i sapori di un tempo.”

Interviste al Vinitaly 2010Per metterle in risalto il nostro paniere enogastronomico,  a Verona si è svolto un programma fitto, messo a punto dalle camere di Commercio cosentina e reggina con la fattiva collaborazione dell’associazione Sommeliers, AIS-Calabria. Un carnet di appuntamenti dal forte richiamo che la sera di venerdì 9 ha avuto il suo momento di massima espressione, con la cena di gala del suggestivo Castello Bevilacqua (XIII secolo). Nella Sala del Trono del maniero, si è tenuto, infatti, l’evento  “La Terra e l’Anima della Calabria”, con la partecipazione straordinaria di Francesco Mazzei, chef calabrese  di fama europea (è originario di Cerchiara), titolare del ristorante “L’Anima” di Londra. La prestigiosa, storica, location ha ospitato una raffinata cena con cinque portate preceduta da una degustazione di prodotti tipici e accompagnata da una selezione di vini delle due province di Cosenza e Reggio. Una sintesi delle bontà calabresi e, insieme, del saper fare e della cultura del gusto che è stata rimarcata, alla presenza di un prestigioso parterre di giornalisti e buyer, dagli apprezzamenti del presidente della Camera di Commercio italiana presso il Regno Unito, Leonardo Simonelli, dal Presidente dell’ente camerale di Cosenza, Giuseppe Gaglioti e, in rappresentanza della Camera di Commercio di Reggio, dal segretario generale, Antonio Palmieri.

Fra gli ospiti della cena, il direttore del settore agro-alimentare dell’Assessorato regionale all’Agricoltura, Giacomo Giovinazzo, il presidente della Coldiretti Calabria, Pietro Molinaro e le delegazione degli enti camerali italiani negli USA e in Svizzera.

La presenza calabrese alla rassegna scaligera non è stata, insomma, una vetrina statica. Tutt’altro.“L’enogastronomia delle nostre province di Cosenza e Reggio – spiegano Giuseppe Gaglioti e Lucio Dattola – a Verona si è presentata in termini estremamente dinamici e determinati e quindi estremamente appaganti”. Si sono succeduti appuntamenti-clou come la visita guidata agli stand degli extravergini calabresi di buyer stranieri, in collaborazione con l’ICE (giovedì, 8), gli eventi “Degustiamo di Calabria” (giovedì 8 e sabato 10) con Marco Sabellico, del canale satellitare “Gambero Rosso Channel” e noti giornalisti enogastronomici (da Davide Paolini, il Gastronauta di Radio24 e del Sole 24ore, a Fabio Turchetti del Messaggero, a Gilberto Arru della Guida dei Vini d’Italia, ad Antonella Millarte della Gazzetta del Mezzogiorno a Massimo Tigani Sava di CalabriaEconomia): veri e propri talk-show accompagnati dai ghiotti e deliziosi assaggi preparati dal talentuoso chef Ivan Carelli con prodotti dei panieri agro-alimentari e con i migliori calici dei vini cosentini e reggini.

Ma non basta. Nel padiglione 11 del Vinitaly, mentre ha funzionato no-stop, per l’intera manifestazione, il banco d’assaggio curato dai sommelier, l’AIS-Calabria ha curato per conto delle due Camere di Commercio una sfilza di  eventi di livello. Ha iniziato Francesco Falcone, della rivista Enogea, guidando “Dal Sud vini rossi autoctoni del freddo”, una degustazione di vini a base di magliocco e calabrese (giovedì, 8). Poi incontri d’autore, come (ancora giovedì) “Effetto madeleine: piatti e calici ritrovati del profondo Sud”, un itinerario sul filo del ricordo con Giancarlo Lo Sicco, giornalista e autore di “Memorie gastronomiche della città perduta” e Dario Pennica, direttore del mensile Enos. Sabato pomeriggio di scena due appuntamenti: “La tradizione dei passiti” col Moscato di Saracena e il Mantonico e il Greco di Bianco commentati da Luciano Pignataro, giornalista, blogger e curatore della Guida Vini Slow Food, e l’incontro di gusto “Bianco, Rosato e …Nero di Calabria”, calici e salumi di suino nero calabrese, presentati e commentati da Marco Gatti, giornalista e vicepresidente del “Club Papillon”.

Un’agenda densa di impegni, quindi, che ha richiamato ogni giorno nello stand delle camere di commercio del Vinitaly e di Agrifood addetti ai lavori e appassionati del settore mentre nel padiglione del Sol, il salone dedicato all’extravergine, hanno tenuto banco panel di degustazioni e work-shop come “Il carattere dell’olio”, consacrato alle cultivar autoctopne calabresi, a cura di Pino Giordano, pluridecorato Capo Panel dell’ARSSA.

Il Vinitaly, il più importante punto di incontro mondiale di tutti gli attori del comparto – gratificato dalla prima visita del Presidente della Repubblica – si è confermato anche quest’anno, edizione numero 44, il più importante evento commerciale e culturale dell’ enogastronomia mondiale, snodo fondamentale per la comunicazione fra produttori, distributori e consumatori. Vino, olio extravergine e non solo: l’appuntamento veronese significa espressione promozionale del prodotto, del sapere e degli affari dell’enogastronomia.

I numeri del 2010 sono da record. Con più di 2500 giornalisti accreditati,  di 50 Paesi, la kermesse scaligera, oltre ad importante evento commerciale e culturale è un grande festival dei mass media con occhi, taccuini, telecamere e obiettivi puntati sui vini, sugli olii e sull’agro-alimentare. Altre cifre confermano che il Vinitaly è diventato ormai, l’ONU dell’enogastronomia: la superfice totale è ormai di 100.000 metri quadri netti con 12  padiglioni e il Palaexpo; più di 4.200 espositori da Oceania, America, Europa e Africa  e più di 150 mila visitatori.

Vinitaly ha portato quest’anno a Verona delegazioni qualificate da Svizzera, Gran Bretagna, Francia, Austria, Germania, Ungheria, Danimarca, Svezia, Canada, Russia, Usa, Australia, Egitto, Libia, Tunisia, Marocco, Sudafrica, India, Cina, Corea del Sud, Giappone, Taiwan, Malaysia, Singapore, Indonesia, Ecuador, Messico, Paesi Baltici, America Centrale e Meridionale per incontri con le aziende espositrici, ma sono stati presenti operatori esteri provenienti da oltre 110 Paesi.

E non basta. La vetrina non ha riguardato solo il settore enologico e l’agricoltura in genere. Sempre di più, comunicare il vino significa parlare di aree geografiche, e quindi di panorami, profumi, frutti, tradizioni, cultura, ed altro ancora. Il vino, non solo l’enoturismo in senso stretto (che pure conta già in Italia 8 milioni di presenze e sposta ogni anno flussi sempre più significativi), si è dimostrato “fattore trainante” di un territorio, leva efficace per promuovere la gastronomia e lo stesso agroalimentare locale.-

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