14 aprile 2010    

Censore (Pd): ''L’«Affruntata» resurrezione della dignità calabra''


“L’«Affruntata» di domenica 11 aprile assume una valenza simbolica che travalica il valore salvifico della tradizionale manifestazione religiosa. Quanto avvenuto a Sant’Onofrio simboleggia l’avvento della Resurrezione della dignità dei calabresi, dei vibonesi e dei santonofresi che hanno deciso di reagire all’arroganza della ‘ndrangheta, che arbitrariamente si impossessa di tradizioni, simboli e credenze, anche religiosi, per forgiare una propria identità e per ostentare la sua becera supremazia”. Queste le considerazioni a caldo del consigliere regionale del PD, Bruno Censore, durante la processione dell’«Affruntata» svoltasi la domenica dopo Pasqua a Sant’Onofrio.Le statue dell'Affruntata di Sant'Onofrio

“E’ noto, ormai - ha aggiunto Censore - che la ‘ndrangheta utilizza luoghi e ricorrenze sacri per farne strumenti e momenti della propria visibilità. A Sant’Onofrio, però, si è deciso di troncare l’influenza criminale sulle feste religiose, spezzando, quindi, quel connubio tra bene e male che spesso, troppo spesso, coesistono in perfetta consonanza. Un plauso, pertanto, rivolgo al Vescovo della Diocesi, mons. Luigi Renzo, e al priore della Congrega della Madonna del Santissimo Rosario, Michele Virdò, che con coraggio hanno disposto l’esclusione dalla manifestazione religiosa di ‘ndranghetisti. Allo stesso tempo concordo pienamente con quanto disposto dal prefetto di Vibo Valentia, Luisa Latella, dal Comitato per l’ordine e la sicurezza di Vibo Valentia, dal Vescovo, dal parroco di Sant’Onofrio, don Franco Fragalà, e dalla Congrega, che facendo svolgere l’«Affruntata» hanno assunto una decisione difficile, ma dall’alta valenza simbolica”.

“Si tratta di un segnale di cui tutte le persone oneste - ha concluso  Censore - devono sentirsi orgogliose, un segnale che dimostra che, nonostante tutto, in Calabria, in provincia di Vibo Valentia e a Sant’Onofrio permangono anticorpi democratici e legalitari in grado di isolare chi vuol far prevalere la logica del ricatto e della paura”. 


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