14 aprile 2010    

Sant’Onofrio. Vescovo ai mafiosi: «Convertitevi nel nome di Cristo risorto».


No alle cosche da Stato, Chiesa e tanti cittadini: è un messaggio univoco quello che arriva da Sant’Onofrio, paese di circa tremila abitanti in provincia di Vibo Valentia, che, a distanza di una settimana, si è riappropriato oggi dell’«Affruntata», il rito secolare che nel giorno di Pasqua simboleggia l'incontro tra San Giovanni Battista, Maria Addolorata e Cristo risorto.L'Affruntata a Sant'Onofrio

Sette giorni di passione per rivivere una tradizione molto sentita e mai interrotta, almeno prima di domenica scorsa, in questo Comune da un anno sciolto per mafia. A imporre la sospensione del rito la reazione dei picciotti all'applicazione, da parte del priore della Confraternita del Santissimo Rosario, Michele Virdò, delle direttive del vescovo di Mileto mons. Luigi Renzo (accolto dalla folla al grido di evviva) che vietano a persone riconducibili alle cosche di portare a spalla le statue dei santi durante la processione. Un affronto pagato a colpi di arma da fuoco che, nella notte tra il sabato santo e la Pasqua, hanno trafitto il cancello dell'abitazione di Virdò.

Applausi e commozione, in una piazza piena di gente ma anche di forze dell’ordine in divisa e in borghese, hanno accompagnato la statua della Madonna Addolorata che, assieme alle altre statue portate a spalla da santonofresi scelti dalla Confraternita. Abbracci e strette di mano per il priore che strappando il velo nero dell’Addolorata ha ripetuto il gesto simbolico che da sempre pone fine alla cerimonia. “L'affruntata è di tutti - ha detto commosso - e io non ho paura, se no non sarei qui”.

In tanti, da tutta la Calabria, grazie ad una sorta di tam tam spontaneo, si sono ritrovati assieme a questa comunità minacciata nelle sue tradizioni religiose. Numerose le rappresentanze istituzionali ai vari livelli. Tutti a testimoniare sostegno e vicinanza. Non è voluto mancare il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, fresco di proclamazione. “Le istituzioni sul territorio ci sono – ha detto - e la presenza criminale rappresenta solo una rumorosa minoranza che non fa paura alla nuova stagione che si è aperta in Calabria”. In prima fila anche il prefetto di Vibo Valentia Luisa Latella. “Oggi qui ha vinto lo Stato - ha detto – ma anche questa gente. Si tratta certo di una piccola cosa ma significativa e importante”. “I cittadini - gli ha fatto eco il procuratore di Catanzaro, Vincenzo Lombardo, la Dda del capoluogo indaga con la Procura di Vibo sull’intimidazione -  devono sapere che lo Stato è dalla loro parte”.

A conclusione del rito, la messa solenne in una chiesa matrice gremita di persone. “Oggi il Signore è veramente risorto - ha detto mons. Renzo nell’omelia - a chi ha intrapreso una strada deviata rivolgo un saluto di pace e dico: convertitevi. Credete a Gesù per allontanare la vostra vita dal male e dalla violenza”. Dal presule parole di conforto per la popolazione di Sant’Onofrio “ferita - ha detto - da quello che è successo. Ci stringiamo a chi si è fatto carico di seguire un percorso nuovo, limpido e coerente sulla base dell’insegnamento del Vangelo”.-


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