2 aprile 2010    

Il più reggino e più giovane ''Governatore'' d'Italia (di Cristina Cortese)


Tra i quattordici Presidenti che si sono succeduti in quarant’anni di storia della Regione Calabria,  Giuseppe Scopelliti, nato il 21 novembre 1966, sposato con una figlia (laurea in Economia e Commercio) è quello più giovane ed è anche il primo reggino, con poco più del 58% dei consensi, eletto direttamente dal popolo. E’ questo l’ultimo anello di una brillante carriera politica iniziata al Fronte della Gioventù, organo giovanile del Movimento Sociale Italiano e proseguita, nel 1995, quale presidente del Consiglio regionale della Calabria a soli 29 anni. Rieletto consigliere regionale nel 2000 con l’incarico di assessore al Lavoro e alla Formazione professionale nella Giunta Chiaravalloti, nel 2002, sostenuto dalla coalizione di centrodestra, diventa sindaco di Reggio Calabria con il 53,8% dei voti, superando il candidato del centrosinistra Demetrio Naccari Carlizzi. Esperienza che replicherà, nel 2007, ottenendo il 70% dei consensi. Il successo di Scopelliti non nasce solo nella “sua” Reggio che lo ha eletto, nel 2008, il sindaco più amato d’Italia, secondo il sondaggio del quotidiano finanziario Il Sole 24 Ore e che lo ha visto muovere i primi passi come cestista di belle speranze, ma è il frutto di un consenso allargato. Così, appena riflettori accesi sul successo, Scopelliti ha ricalcato, come già successo in campagna elettorale, l’importanza ed il valore di una Calabria unita che gli ha dato fiducia. “E’ la grande sfida della nostra vita. E’ la stagione più difficile ma la più bella e la più esaltante, speriamo di viverla, come sempre abbiamo fatto in questa campagna elettorale, con l’entusiasmo e la partecipazione di tutti i calabresi: le persone oneste; le persone per bene che ci hanno fortemente voluto e che ci hanno  regalato questo grande successo. La classe dirigente della discontinuità- ha sostenuto ancora Scopelliti - ha una grande voglia di cambiare e riscattare questa regione. Questo è il più bel segnale che giunge da una terra a volte martoriata e, in alcune circostanze, anche mortificata. I calabresi hanno dimostrato, in maniera netta e inequivocabile, di sapere esprimere, al momento del voto, un giudizio spietato per chi sbaglia, per chi non è in grado e chi non è all’altezza di alcune sfide. Questo è un segnale per tutti, non soltanto per gli uscenti. Adesso dobbiamo mettere in campo tutta quella passione e quell’entusiasmo che ci ha sempre guidati nella nostra azione, per dimostrare che questa Calabria può avere una classe dirigente diversa, che riesce a regalare una stagione nuova. Di più non potevamo chiedere; infatti non si è mai vinto con uno scarto così ampio”.

 

 

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