23 dicembre 2009    

Guerriero (Ps): «Ascoltiamo il monito di Monsignor Ciliberti»


Le parole di monsignor Antonio Ciliberti mi auguro  che   abbiamo l’attenzione che meritano, ma che possano anche  indurre tutti noi, incaricati di svolgere su mandato dei cittadini,  nel bene e nel male, una funzione pubblica,  a riflettere sulla condizione estremamente sfilacciata della vita collettiva in questo frangente molto delicato per il Paese”. Il consigliere regionale del Partito Socialista Giuseppe GuerrieroE’ quanto sostiene il capogruppo del Ps  Giuseppe Guerriero, commentando il messaggio - in occasione del Natale -  dell’arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace.  Aggiunge Guerriero: “I passaggi del messaggio di monsignor Ciliberti, specie quelli che additano ‘le divisioni laceranti presenti nel mondo, l’egoismo dei furbi e il considerare l’avversario come nemico’, sono di un’attualità stringente, sia per la condizione di appannamento dello spazio pubblico in cui versa oggi il Paese che  per la congiuntura specifica che vede la Calabria a un bivio molto delicato: o riusciamo a dare, tutti noi, il meglio di cui la politica è capace, per ridare speranza e fiducia ai calabresi, oppure il rischio è che prevalgano egoismi forti, interessi consolidati e organizzati che non sempre, anzi quasi mai, sono finalizzati a fare il bene della società”. “Se la politica - puntualizza Guerriero -  non ha la forza di assumere su di sé la responsabilità cui è chiamata, per  essere guida affidabile in questo frangente duro per la Calabria, e mi riferisco a tutta la politica, il rischio è quello che monsignor Ciliberti efficacemente paventa, ossia “che tutti e ciascuno diventeremo più poveri”.  Conclude il capogruppo del Ps in Consiglio regionale: “Le persone, i politici, i partiti e  le aggregazioni che hanno quali capisaldi programmatici, per scelte e per storia, i principi cui la Chiesa giustamente fa sovente riferimento, la sussidiarietà e la solidarietà, hanno il dovere di accantonare polemiche esasperate, divisioni e contrapposizioni che non conducono da nessuna parte, anzi bloccano ogni rinnovamento possibile e prefigurano una società governata dai poteri forti a scapito del bene comune. A mio avviso, continuare, in Calabria in particolare modo, ad agitare distinzioni che possono essere percepite dai calabresi come segnali di frattura, anziché normale dialettica interna tra forze che si riconoscono  nel medesimo progetto pur avendo  una loro identità da salvaguardare, non ritengo sia positivo. Se il centrosinistra, aggregazione alla quale appartengo,   riuscisse a recuperare, ad incominciare dal mio partito, una normalità nel dibattito e la lucidità politica necessaria per individuare percorsi trasparenti e  obiettivi chiari da conseguire, sono convinto che darebbe alla Calabria il supporto necessario per inverare quei principi di sussidiarietà e solidarietà senza cui la vita associata diverrebbe una giungla”.-


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