23 dicembre 2009    

Acri sulla proposta di ''Sistema integrato di sicurezza''


In merito alla proposta di legge sulla promozione del sistema integrato di sicurezza, che ha avuto il parere favorevole all’unanimità della Commissione regionale contro il fenomeno mafioso, il consigliere regionale, Antonio Acri (Ds) autore del testo coordinato con il consigliere Giovanni Nucera (Udc),  ha dichiarato quanto segue: 

“Ritengo che l’apprezzamento concorde espresso oggi dalla Commissione sia un buon risultato non solo in termini tempistici, ma anche di opportunità politica in un momento in cui le Commissioni sono chiamate a indirizzare il loro impegno verso una migliore qualità della produzione legislativa. In questa direzione, l’iniziativa legislativa che ho assunto, vuole segnare un percorso innovativo, in cui non siano le Regioni  a dover definire a monte le tipologie di interventi da Una veduta esterna di palazzo Campanellafinanziare in materia di sicurezza (un sistema di videosorveglianza, un centro per le vittime, ecc.), ma siano direttamente le città a indicare queste priorità e l’insieme degli interventi più efficaci. Il problema di base è ritagliare uno spazio legislativo legittimo per ‘politiche regionali di sicurezza’, in un ordinamento costituzionale che riconosce l’ordine e la sicurezza pubblica come competenza esclusiva dello Stato. La proposta di legge vuole offrire un metodo per costruire coerenza tra obiettivi e  interventi; per questo chiediamo che i progetti di legge siano accompagnati da un sistema di valutazione dei risultati. La proposta di legge ha anche un’altra ‘pretesa’: valorizzare e regolare una realtà regionale che annovera diversi strumenti operativi: la Commissione regionale antimafia (strumento del Consiglio regionale), l’Osservatorio antimafia (strumento della Giunta regionale), il Consiglio regionale delle Autonomie locali che è, nella nostra realtà, la sede della concertazione istituzionale tra regione ed enti locali. Con tutti questi strumenti è necessario confrontarsi per potere rispondere alla domanda di sicurezza che, in Calabria, è ancora da interpretare, in quanto non ancora inserita nel ‘tessuto comunitario presidiato istituzionalmente dalle autonomie locali’”.-

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