23 dicembre 2009    

Il lavoro alle guida del comitato


“Una cosa mi preme ribadire: che non ho intenzione di farmi ingabbiare nella mia attività dalle incertezze regolamentari poste sull’attività di questo organismo”.L'Aula Commissioni di Palazzo Campanella ora intitolata ad Antonio Acri

E’ quanto ha affermato Antonio Acri, presidente del Comitato per la qualità delle leggi: “La mia lunga attività di amministratore locale mi ha insegnato che nessuna norma, nessuna legge – ha proseguito Acri - può impedire alla volontà politica di realizzare cose che superino, in termini di qualità ed efficienza, gli stessi indirizzi normativi e/o regolamentari imposti. Nulla, pertanto, ci vieta di assumere iniziative autonome, di proporre una seria attività di analisi e valutazione indipendentemente dai limiti regolamentari. Dopo aver approfondito i contenuti operativi di Comitati che già operano in altre regioni – ha aggiunto Acri -  mi sono ulteriormente persuaso che abbiamo l’occasione di far diventare questo Comitato uno strumento intelligente di conoscenza al servizio non solo dei legislatori regionali, ma anche delle legittime attese della società calabrese e della richiesta di offrire qualità all’azione dell’Assemblea elettiva regionale. Come tutti i percorsi che iniziano, abbiamo innanzi a noi un terreno vergine da seminare. Ma sconteremo inevitabilmente anche difficoltà, errori ed incomprensioni”.

Il presidente dell’organismo ha proposto inoltre un calendario dei lavori sulle “cose da fare” a breve e medio termine, come la richiesta ai Presidenti di Giunta e Consiglio di  adottare formalmente il Manuale sulle Regole e suggerimenti per la redazione dei testi normativi. “Allo stato – ha detto Antonio Acri -  questo strumento è adottato, formalmente, da sette Regioni in Consiglio e in Giunta, da quattro solo in Consiglio e dalle altre applicato in via di prassi. Questa formale adozione ci permetterebbe di monitorare l’adeguamento della legislazione regionale a tali fondamentali criteri di drafting”. Acri, ha comunicato al Comitato di avere dato incarico alla sua struttura di supporto “di elaborare un Rapporto su tutta la legislazione regionale con lo scopo di “azzerare l’arretrato”, offrendo un quadro il più possibile completo ed esplicativo sull’attività posta in essere dalle passate Assemblee legislative calabresi. Il Rapporto dovrà contenere: i dati quantitativi sul numero delle leggi, i soggetti dell’iniziativa, lo stato della legislazione, i settori di materia, ecc.; i dati qualitativi che si riferiscono alle tecniche di redazione, alla tipologia normativa e a tutti gli indicatori che possano offrirci un quadro di riferimento”, con l’obiettivo di “tenere sotto controllo” la legislazione regionale, attraverso un rapporto annuale, fornendo analisi, dati, tendenze della legislazione. Una nuova soluzione per dare qualità alla nostra azione politica”. Antonio Acri, ha detto “che al massimo nella prima settimana di Ottobre, la relazione sarà completata”.

Il presidente del Comitato per la qualità delle leggi ha affermato che la “presentazione del Rapporto sarà utilizzata come momento positivo per incontrare le organizzazioni di categoria, i sindacati, le forze imprenditoriali e sociali, le stesse forze politiche e istituzionali per avviare, fattivamente, e attraverso dati certi, un proficuo rapporto di collaborazione. Questi soggetti – ha proseguito Acri - che oggi vengono chiamati stakeholder, hanno sempre lamentato una certa distanza dall’assemblea legislativa. Troppo spesso la fase di progettazione legislativa è una incombenza esclusivamente tecnica. Occorre, invece, creare occasioni di scambio e di confronto con quegli attori che, a vario titolo, sono interessati alla definizione ed implementazione di una politica pubblica, per dare spazio e risalto ad istanze, opinioni e punti di vista espressi da quei soggetti, spesso non interpellati prima del varo della legge. Anche in questo modo l’Assemblea legislativa calabrese può assumere un ruolo più visibile ed attivo nel processo di rielaborazione delle politiche”. Nell’immediato, Acri ha detto che muoverà “passi formali per richiedere l’inserimento anche del Consiglio Regionale della Calabria, nell’iniziativa CAPIRe (Controllo delle Assemblee sulle Politiche e gli Interventi Regionali), promossa dai Consigli regionali di Emilia Romagna, Lombardia, Toscana e Piemonte, nonché nell’Osservatorio Legislativo Interregionale (OLI). Si tratta di promuovere la partecipazione del personale regionale alle fasi di analisi e elaborazione che questi organismi propongono. Si tratta di far entrare la Calabria in questi circuiti virtuosi di elaborazione di tecniche e di politiche valutative della legislazione regionale”.

Il presidente Acri, inoltre, ha ravvisato la necessità di “documentare in maniera costante le attività svolte in sede legislativa, come obiettivo di medio periodo. Occorre far maturare una “coscienza statistica” che porti a non disperdere l’immenso patrimonio di notizie, dati, circostanze, fatti, che possono risultare, se opportunamente sistematizzati, materiale importante per consentire un miglioramento della normazione regionale, spesso scadente e ancora più vincolante di quella statale. Anche la legislazione regionale genera disfunzioni – ha evidenziato Antonio Acri - appesantisce l’azione amministrativa, ingessa il dispiegarsi delle attività sia sociali che economiche, produce costi eccessivi per i cittadini, per il sistema delle imprese e per la stessa pubblica amministrazione in relazione ai benefici ottenuti. Oggi che le politiche e le norme vanno soprattutto pensate e scritte localmente, ne consegue l'opportunità che la Regione ponga in essere una produzione normativa in maniera tecnicamente corretta e socialmente rilevante.Ma per far ciò occorre disporre di tutte le informazioni necessarie che solo tale attività può fornirci”. In tal senso, Acri ha proposto che “l’attività di raccolta, analisi, interpretazione e comunicazione dei risultati delle valutazioni compiute va trasmessa costantemente ai colleghi consiglieri Presidenti delle Commissioni permanenti”.-

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