12 dicembre 2009    

«Caro Tonino...stavolta parlo solo io» (di Giuseppe Bova)
La riflessione del Presidente del Consiglio regionale alle esequie dell’on. Acri


Caro Tonino,

stavolta non è come le altre volte negli ultimi cinque anni. Non posso darti la parola. A parlare ora sono solo io. Di nuovo io. Come un’altra tristissima volta, per ricordare un altro di noi che non c’era più.

Il Presidente del Consiglio regionale Giuseppe BovaIeri la tragedia immane di Franco Fortugno, adesso la tua scomparsa dopo una lunga, strenua lotta contro quel male che ancora oggi miete troppe vite e che stavolta ha reciso la tua. Ora siamo qui, dopo il rito sacro del commiato, per darti l’estremo saluto. Vorrei avere il dono straordinario della consolazione per poterlo dare a tua moglie, ai tuoi figli, ai tuoi congiunti, a tutti quelli che soffrono e sprofondano nella tua mancanza. Vorrei, vorrei tanto; ma loro hanno nella testa e nel cuore i giorni e le notti che, assieme a te, hanno consumato, indagando il volto dei medici e il tuo, nascondendo anche a se stessi la profonda inquietudine che li attanagliava. Quell’inquietudine è finita, come la tua sofferenza, per vincerla le hai tolto anche il respiro, il tuo, compiendo il cammino della tua vita. Questo è un uomo, vorrei gridare a me stesso, a quanti sono, siamo venuti qui. Tanti, tanti amici; tra loro numerosi eletti del popolo e anche i consiglieri della Regione, presenti per esprimere il loro cordoglio alla tua famiglia, per onorarti e ringraziarti, come si fa con un uomo giusto, genuino, appassionato.In tanti, ciascuno citando un proprio ricordo, me lo hanno ripetuto in queste ore: Tonino era davvero una bella figura di uomo, concludevano tutti. Era un uomo che credeva in se stesso e nella propria terra, diceva il primo; ricordi Bova il suo intervento in Consiglio regionale, quando, già malato, esaltava la professionalità dei medici che lo curavano e la qualità della medicina nel polo oncologico?

Antonio AcriE il lavoro nel Comitato per la qualità delle leggi, l’hai dimenticato, aggiungeva un altro. Rammenti l’impegno, il rigore che ci metteva, e il documento finale, il rapporto chiaro da dare all’opinione pubblica? Ma è sempre stato così, ribadiva un altro. Non solo in Consiglio regionale, ma anche alla Provincia, nel periodo assai lungo in cui l’ha presieduta. E giù un altro esempio, di qualche anno addietro; la presentazione di un libro di Renate Siebert; con l’autrice, e poi Mirella Barracco, altre ancora; e Tonino intervenendo a dire: “Congratulazioni Renate, sei davvero assai brava; ma, qui e ora, io ti chiedo di mettere la stessa passione e lo stesso impegno nel tuo lavoro di assessore alla Provincia”. Altri magari lo ricorderanno come sindaco di San Giovanni in Fiore, o come presidente della Lega delle Autonomie, o, ancora, come giovane centravanti, realizzatore e uomo di squadra prima, allenatore di giovani dopo. Sì, Tonino era così; dava del tu alle persone, prendeva di petto i problemi, agendo in maniera limpida e non scoprendo mai la sua area d’azione.

Caro Tonino, ne è passato di tempo. Giovane tra giovani, tanti anni fa: cantavamo, noi vivremo del lavoro; la gran causa del riscatto; i nostri eroi erano contadini poveri, emigrati e intellettuali che ne onoravano il duro mestiere di vivere. E’ stata una vita bella la tua: per la tua comunità, per la tua terra, per i tuoi amici, per la tua famiglia. Anche in questi ultimi anni hai fatto squadra; impegnandoti; dando l’esempio; aiutando tutti a crescere; fino alla fine. Non ti sei perduto d’animo, hai retto i colpi bassi della menzogna cattiva e arrogante. Nei momenti più difficili di questa travagliata legislatura tu c’eri sempre, con la tua lingua diritta e il tuo animo forte e sicuro.

Gridiamo la verità, dicevi. Impegniamoci il più possibile; e aggiungevi, anche in Calabria si può fare, si può fare bene. Eri come il vento fresco delle montagne, eri il refrigerio consolatore, eri l’amico, l’anima vera di quella Calabria che è nostra madre, padre, fratello, sorella e figli. Grazie, grazie di cuore Tonino.

Malato, affaticato, hai continuato ad agire come sempre. Anche durante le brevi interruzioni del ciclo di chemio, tu c’eri, per una riunione di commissione o per il lavoro in aula. Ce l’abbiamo fatta: assieme abbiamo portato a termine un lavoro assai difficile. Grazie Tonino; tu, tu l’hai fatto anche mentre ti si consumava la vita. Come quelli di tempra, e la nostra montagna ne alleva tanti; essi mostrano di che pasta sono fatti nei percorsi e nei momenti difficili. Nostra patria è il mondo intero, nostra legge la libertà, cantavamo. Ne hai portati di pesi per questo, Tonino; certo che ora ci manchi, che sarà forte la mancanza di uno come te; ancor più ora che è sera; ti sia lieve la nostra terra, ti sia sereno il riposo.

Addio Tonino; sei ora parte del mondo che ci ha dato la vita e che amiamo; sei tornato ad essere Calabria. Addio.


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