3 dicembre 2009    

Cgil: ''Un tavolo nazionale per individuare le priorità''


Per far uscire la Calabria dalla crisi la Cgil rivendica: un tavolo nazionale per porre le seguenti priorità:
1. Riqualificazione e bonifica del territorio, rilancio della forestazione: 


Il leader nazionale Guglielmo Epifani della Cgil in una manifestazione a ReggioLa Calabria negli ultimi venti anni ha conosciuto processi contorti e drammatici di devastazione del territorio. Inquinamento dei mari e della terra, dissesto idrogeologico, distruzione del paesaggio,
degrado urbano, consumo sfrenato di suolo ed abbandono dei centri storici , rischio sismico, abbandono della montagna, ne sono stati il segno. E’ tempo di una svolta. Al Governo chiediamo l’immediato superamento delle gestioni commissariali del ciclo dei rifiuti e della depurazione, un incremento forte delle risorse destinate ai Parchi Nazionali della Calabria, un Piano organico di bonifica e risanamento ambientale, destinando a ciò, insieme alle risorse straordinarie U.E. già impegnate dalla Regione, quelle nazionali da recuperare, a partire dai fondi Fas sottratti alla Calabria, e quelle rivenienti dalla sospensione dell’inutile “opera faraonica” del ponte sullo stretto. In questo approccio la forestazione va considerata non un fastidioso residuo ad esaurimento ma una delle leve fondamentali da sostenere per dare concretezza all’azione di contrasto al dissesto idrogeologico e al rilancio produttivo del bosco e delle filiere agro-forestali anche a fini energetici, per impedire lo spopolamento e l’abbandono delle aree interne e rurali.



2. Lavoro e precariato: La Calabria ha bisogno di un piano strutturale per il lavoro. Il diritto al lavoro rimane ancora per troppi giovani e donne un diritto negato. Migliaia di giovani, diplomati e laureati ogni anno lasciano la Calabria, e quelli che restano sono costretti, nel lavoro, a pratiche e trattamenti di sfruttamento ed informalità. La stessa condizione in cui vengono a trovarsi le migliaia di immigrati extracomunitari e comunitari che vivono in Calabria. Va affermata una rete di servizi per promuovere un quadro nazionale di politiche attive del lavoro e di sostegno alla
permanenza nel mercato del lavoro. S’impone in questa direzione una riforma organica degli ammortizzatori sociali per affrontare le problematiche poste dalle aree del lavoro precario, del
lavoro irregolare (a partire da migliori strumenti ispettivi e di vigilanza per la sicurezza, l'emersione ed un migliore funzionamento del Servizio pubblico all'impiego) ed i lavori marginali che trovano particolare diffusione in Calabria. Una riforma che prenda in esame l’attivazione di forme di reddito di cittadinanza. La G.R. ha dirottato consistenti risorse a sostegno del lavoro precario. Ad esse occorrerà legare misure nazionali adeguate all’entità della crisi che investe la regione. Al Governo chiediamo un investimento strutturale per sostenere la Regione e le Istituzioni locali nell’azione di
stabilizzazione definitiva dei lavoratori LSU LPU.



3. Infrastruttura, reti, turismo e industria:La Calabria, per spezzare l’isolamento e sostenere un nuovo modello di sviluppo, ha bisogno di ammodernare e mettere in sicurezza la propria rete infrastrutturale (A3, SS 106 e SS 18, portualità, aereoportualità, rete ferroviaria, alta  capacità, reti TPL, ecc...). Dopo lo spoglio dei finanziamenti per i lavori di ammodernamento della A3 e della SS 106 il Governo deve assicurare le risorse ed i tempi per rilanciare la qualità dei servizi di mobilità intra ed extra regionali. Al Governo chiediamo di assicurare le risorse essenziali per definire un piano urgente di costruzione, ammodernamento e riqualificazione delle reti idriche,
elettriche, telematiche, ed energetiche. La drammatica emergenza ambientale riconducibile all’allarme circa la presenza delle “navi dei veleni” ha inferto un colpo durissimo alla già provata
industria turistica Calabrese. La Regione da sola non è in grado di fronteggiare questa situazione di emergenza. Per questo chiediamo al Governo l’attivazione di un Tavolo Nazionale sul turismo Calabrese. Allo stesso tempo necessita che vengano salvaguardate e riqualificate le filiere produttive esistenti a partire da quella dell’agroindustria, agroalimentare, zootecnia, trasformazione, produzioni artigianali, servizi (call center) sostenendo le imprese capaci di innovare processi e prodotti. e promuovendo una nuova politica industriale rivolta in particolare all’economia verde ed alle energie rinnovabili.



4. Politiche socio-sanitarie: La Calabria conosce un sistema sociale fragile e risarcitorio che marginalizza ogni forma di bisogno. Serve costruire un modello di Welfare universale in grado di promuovere una nuova cittadinanza sociale e civile in particolare nella dimensione urbana e nelle aree interne a rischio di spopolamento. In questo contesto le politiche del  welfare (sanità, assistenza, servizi all’infanzia, diritto allo studio, apprendimento permanente, tempo libero, mobilità, edilizia abitativa, politiche di genere, sicurezza, integrazione interculturale, ecc) oltre che essere vettori di inclusione, di promozione e di contrasto alla povertà assumono una precisa funzione anticiclica. In questa direzione il Governo deve assicurare il finanziamento adeguato dei pilastri su cui poggia il welfare delle Regioni, a partire dalla Sanità. Nel contempo, la G.R. della Calabria è chiamata ad imprimere una svolta nell’utilizzo appropriato e nella qualità della spesa, accelerando la svolta nel governo delle politiche socio-sanitarie decisiva per colmare ogni disfunzione di natura programmatoria, funzionale e finanziaria. Ciò servirà per accorciare le distanze tra il nostro SSR e quello delle altre aree del Paese dove spesso vengono trasferiti i
bisogni regionali di salute. Il Piano di Rientro del debito, su cui avranno peso le determinazioni del Governo, dovrà perseguire nella contestualità delle azioni da mettere in campo, il rigore, la trasparenza e l'equità del risanamento insieme al rilancio, alla riconversione ed alla riqualificazione dell'offerta assistenziale ospedaliera dentro cui va garantita la piena esigibilità dei LEA, colmato
il deficit strutturale e lo squilibrio pubblico-privato dell’offerta assistenziale. Il Piano dovrà inoltre, accelerare l’iter per la costruzione dei 4 Ospedali di Riferimento, e realizzare modelli
coerenti e funzionali di Case della Salute che assumono, insieme ad un Piano per la Non Autosufficienza e ad un Piano straordinario di Epidemiologia Ambientale, valore strategico per potenziare, riorganizzare, integrare e unificare la rete dei servizi socio-sanitari di territorio dentro una nuova centralità dei bisogni della persona, della qualità e della valorizzazione del lavoro.



5. Università e diritto allo studio: La Calabria necessita di scuole, Università e centri di ricerca sicure, moderne e che funzionino, che trasferiscano conoscenza e preparino i giovani calabresi ad una società giusta. Solo una logica di investimenti sul capitale umano e sul sapere, può garantire l'accesso ad una buona scuola pubblica, alle università dentro un sistema scolastico e formativo articolato per tutto l'arco della vita. In questa direzione il Governo deve sospendere i tagli agli organici docenti ed Ata, dare seguito all’immissione in ruolo dei precari, rivedere per la Calabria la normativa sull'attribuzione degli insegnanti di sostegno, sospendere i tagli pesantissimi della legge 133 e rivedere profondamente il DDL Gelmini sull'Università che colpisce a morte l'università pubblica viste in una logica che le rende snelle, aziendalizzate e prive di democrazia. Allo stesso tempo servirà che la Regione Calabria avvii un confronto con le forze sociali e gli enti locali per condividere un serio progetto sulla scuola calabrese che venga recepito attraverso una nuova legislazione sul diritto allo studio e di sostegno alle istituzioni accademiche e di ricerca che abbia come obiettivo la costruzione di un sistema regionale universitario e di ricerca capace di diventare punto di riferimento formativo per i giovani calabresi e per le popolazioni del mediterraneo.


 6 Legalità e sicurezza:  La ndrangheta calabrese con le sue ramificazioni ed i suoi traffici criminali ha pervaso molti pezzi del tessuto economico, produttivo e sociale della Regione. La vicenda della nave dei veleni e dello smaltimento dei rifiuti rappresentano il nuovo volto criminoso di valenza internazionale i cui effetti devastanti sull’economia della Regione rischiano di compromettere le vie dello sviluppo di qualità della Calabria. La G.R. ha assunto misure corrette che vanno nella direzione del controllo della spesa pubblica (Stazione Unica Appaltante). Il Governo deve assumere il problema delle mafie quale questione nazionale prioritaria a partire da concrete politiche a sostegno delle reti del credito, dall’ammodernamento della P.A. e dalla garanzie delle risorse e
delle dotazioni organiche e strumentali necessarie per l’attività di controllo, di vigilanza, d’indagine e intelligence delle Forze dell’Ordine e della Magistratura.-


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