10 ottobre 2005    

“Una kermesse che non va bene per il Mezzogiorno” (di Roberto Occhiuto*)







Non è una priorità, oggi per il Mezzogiorno, ammesso che lo possa essere per un Paese che guarda con preoccupazione ai più recenti eventi politici, la riforma della Costituzione. Perciò non ho condiviso il tema su cui il centrodestra ha deciso di tenere una grande Kermesse a Reggio Calabria.ROBERTO OCCHIUTO

Tantomeno è comprensibile la fretta di taluni per approvare la cosiddetta devolution che il Sud non capisce e non percepisce come urgente. Ripetiamo spesso che nel Mezzogiorno c’è un’assoluta urgenza di cultura dello sviluppo e della legalità. La devolution, guardando con serenità ad una serie di fenomeni che indeboliscono il Sud e che vanno dal deficit di infrastrutture alla fuga di cervelli, non è una priorità.

E non lo è per la Calabria che, stretta fa la demagogia della Giunta regionale, incapace di proporre un progetto di rilancio economico perché è tutta protesa nella gestione clientelare di nomine e risorse, e le incursioni leghiste che tentano di condizionare le scelte del Governo e della maggioranza, vive una stagione critica.

Sviluppo, infrastrutture da potenziare, legalità, riduzione di preoccupanti sacche di disoccupazione giovanile, urgenza di risanare la pubblica amministrazione: io ritengo che un’aggregazione politica che voglia presentarsi al Paese con le carte in regola debba fare queste battaglie, con la gente e per la gente; altrimenti si finisce nel gran calderone del marketing della politica e di un indistinto desiderio di colpire, per un tempo brevissimo, l’immaginario collettivo. Una visione politica incentrata soltanto sugli effetti superficiali prodotti da strategie di comunicazione di buona fattura non aiuta il Paese, men che meno la Calabria, a crescere e ad affrontare le sfide che l’Europa ci pone dinanzi.

Tra una devolution che il Mezzogiorno non comprende, lontana anni luce dall’impegno meridionalista di personalità impegnate in entrambe le aggregazioni politiche, e l’accordo fra le Regioni sottoscritto a Santa Trada che, eliminando i criteri a salvaguardia di un Sud debole come la nostra regione (per esempio la spesa storica) e buttandola irresponsabilmente nella mischia, senza aver provveduto prima a risanare il bilancio regionale o a mettere a posto una sanità che fagocita risorse ma non garantisce servizi, la Calabria oggi rischia la marginalità economica e sociale.

Tra la devolution leghista e la fallimentare politica meridionalista di cui il presidente Loiero nel Mezzogiorno è il simbolo più evidente, il centrodestra ha il dovere, con intelligenza e responsabilità, di percorrere altre vie.

Non è rischiando di rompere l’unità del Paese che si ridà al Mezzogiorno più debole la chance per uscire dal tunnel in cui decenni e decenni di politica clientelare e improduttiva l’hanno cacciato. Le forze politiche del centrodestra che credono per davvero nel rinnovamento autentico, non possono accettare il ricatto della devolution.

Scoprendo, senza compromissioni, il gioco dei vecchi politici posizionati sul centrosinistra che spacciano la demagogia di cui sono portatori per modernità, ma anche sfuggendo ai diktat di forze minoritarie che, egoisticamente, tutelano le aree più forti, noi dobbiamo riuscire a posizionarci nel Paese quali interpreti credibili dei principi fondamentali della nostra Costituzione e delle ansie di crescita della parte migliore del Paese e del Mezzogiorno.



 

* Vicepresidente del Consiglio regionale
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