3 novembre 2009    

Caritas Migrantes - Rapporto sull'Immigrazione in Calabria


La Calabria ha ospitato nel 2008 l’1,5% dei residenti stranieri presenti in Italia, percentuale che si attesta al 2,9% rispetto alla popolazione calabrese.

Tali numeri sembrano lasciare lontani i problemi legati alla cosiddetta “sicurezza”, rispetto alle percentuali del nord e centro Italia; eppure, sebbene la popolazione calabrese, per tradizione e cultura, sia riconosciuta essere accogliente, gli atteggiamenti discriminatori e xenofobi, sulla scia di quanto sta accadendo nel Paese, sono dietro l’angolo pronti a esplodere, e dunque occorre monitorarli e prevenirli tramite percorsi di conoscenza reale e sensibilizzazione. Ci si riferisce, tra gli altri, anche alla popolazione Rom, di cittadinanza italiana o apolide, e ai richiedenti asilo e rifugiati, quest’ultimi destinatari oggi di una specifica legislazione regionale, modello integrato di accoglienza e sostegno già in parte sperimentato con successo, con interventi, tra gli altri, “ [...] in favore di comunità interessate da fenomeni di spopolamento e declino che intendano avviare percorsi di riqualificazione e di rilancio socio-economico collegato all’accoglienza di rifugiati [...]”, che ha ricevuto il plauso dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, di cui si parlerà nello specifico più avanti.

Secondo i dati Istat, i residenti stranieri in Calabria al 31.12.2008 risultano essere 58.775, con un aumento di 7.904 unità rispetto al 2007. La provincia di Reggio Calabria mantiene la prima posizione per residenti stranieri (20.361 - 34,6 del totale), seguita da Cosenza (18.120 - 30,8%), Catanzaro (10.481 - 17,8%), Crotone (5.078 - 8,6%) e Vibo Valentia (4.735 - 8,1), con una incidenza femminile che va dal 53,9% di Crotone al 57,6% di Cosenza. I nuovi nati nel 2008 sono stati 753, così suddivisi: Reggio Calabria 291 (189 nel 2007), Cosenza 225 (103), Catanzaro 122 (95), Crotone 62 (61) e Vibo Valentia 53 (36).

Per quanto riguarda il mondo del lavoro, secondo i dati INAIL al 31.12.2008 gli immigrati occupati netti - assunti sia nel 2008 che in precedenza - risultano essere in Calabria 46.528 (il 9,9% dei 470.266 occupati calabresi), di cui 21.458 nei servizi, 12.432 nell’industria, 10.370 nell’agricoltura e pesca e 2.268 in attività non determinate, con un incremento di 8.220 unità rispetto al 2007. I nuovi assunti - ovvero gli stranieri che hanno conosciuto per la prima volta un’assunzione nel 2008 - sono stati invece 13.275 (il 28,6% dei 46.442 calabresi nuovi assunti, 597 in meno rispetto al 2007), di cui 5.983 a Cosenza, 3.062 a Reggio Calabria, 1.753 a Catanzaro, 1.373 a Crotone e 1.104 a Vibo Valentia. Tra questi l’incidenza femminile va dal 40,6% di Reggio Calabria al 52,5% di Vibo Valentia. Una certa vitalità del mercato occupazionale è dato dal saldo positivo registrato nel 2008 tra le assunzioni nette e cessazioni nette degli stranieri in Calabria, che ammonta a 1.244 unità (3.126 nel 2007), un dato comunque favorevole nonostante la crisi economica in atto. Al 31 maggio 2009 le imprese calabresi costituite da titolari immigrati di cittadinanza estera risultano essere 3.641, di cui il 95,1% dedite al commercio. Il 96,5% dei titolari proviene da paesi extraeuropei, tra i quali spicca il Marocco (2.416); seguono – in misura molto inferiore - Cina (337), Senegal (310) e Pakistan (141), mentre tra il restante 4% proveniente da paesi europei spiccano Romania (48) e Polonia (21).

In lieve calo le rimesse nel 2008; se nel 2007 i flussi di denaro inviati all’estero ed elaborati dalla Banca d’Italia, su segnalazioni prodotte dai money transfer operators, erano 83.339.000 di euro, nel 2008 la cifra si è attestata a 81.788.000 di euro (-1,9%): Reggio Calabria l’unica provincia con saldo positivo (+ 4,3%), Crotone quella con maggior saldo negativo (-7,9%).

Per quanto riguarda il settore dell’istruzione, in Calabria gli alunni stranieri iscritti all’anno scolastico 2008/2009 sono stati 8.737 (7.708 nel 2007/2008 e 6.149 nel 2006/2007), pari al 2,6% del totale regionale di studenti iscritti (2,3% nel 2007).

L’incidenza maggiore si registra nella scuola primaria con 3.273 stranieri (3,4% - 515 nati in Italia), seguono la scuola secondaria di I grado con 2.016 stranieri (3,1% - 125 nati in Italia) e la scuola dell’infanzia con 1.542 stranieri (2,6% - 690 nati in Italia), per chiudere con la scuola secondaria di II grado con 1.906 stranieri (1,7% - 38 nati in Italia). Tutte le province registrano nella scuole primaria valori tra il 35 e il 40% della popolazione studentesca immigrata nel proprio territorio. Il 75% delle provenienze corrisponde ai paesi riportati in tabella:

 

CALABRIA. Le maggiori provenienze degli studenti stranieri per provincia v.a. (2008/2009)

 



Provincia


Romania


Marocco


Ucraina


Albania


Bulgaria


Polonia


Cina


Catanzaro


297


582


116


40


64


53


52


Cosenza


749


451


183


271


65


159


112


Crotone


198


126


67


59


35


42


27


Reggio Calabria


973


557


211


80


190


105


97


Vibo Valentia


189


136


59


17


85


36


28


TOTALE


2.046


1.852


636


467


439


395


316


 

F O N T E: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Elaborazioni su dati MIUR.

 

L’esigenza crescente di istruzione scolastica determina anche l’esigenza formativa degli adulti: da qui i 33 corsi di alfabetizzazione organizzati nel 2008 nelle principali località di tutte le province, con esame finale per la certificazione di conoscenza della lingua italiana, conseguente all’accordo di programma promosso dal Settore Politiche sociali della Regione Calabria con il Ministero del Lavoro e al relativo protocollo operativo d’intesa con l’Ufficio scolastico regionale.

La ripartizione religiosa dei cittadini stranieri residenti in Calabria al 31.12.2007 vede il 57,5% di cristiani - in maggioranza ortodossi (36,8%) e cattolici (17,1% ) - e il 27,8% di musulmani, mentre sono molto inferiori le percentuali di induisti (1,9%), buddhisti (0,3%), animisti (0,3%) ed ebrei (0,2%); inoltre, il 12% appartiene ad altre religioni.

Tali presenze, unitamente ai richiedenti asilo e rifugiati, hanno condotto la Regione Calabria a finanziare, attraverso il proprio Settore Politiche sociali, ben 28 progetti – per un totale di 1,3 milioni di euro - in materia di accesso abitativo, mediazione, formazione, inserimento lavorativo, oltre alle già citate iniziative. Il servizio di mediazione culturale oggi è strutturato in un progetto su scala regionale nei settori dei servizi sociali, della sanità, dell’istruzione e del lavoro, presso le strutture pubbliche adibite all’erogazione dei servizi, dove operano i mediatori culturali (cfr. www.regione.calabria.it).

Inoltre è anche operativo in Calabria il Corso di formazione per mediatori culturali in ambito socio-sanitario, con successivo stage e training on job, realizzato dall’INMP - Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti ed il contrasto delle malattie della Povertà – in un Programma che coinvolge 40 Aziende sanitarie ed ospedaliere d’Italia, tra le quali l’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro (ASP Focal Point per la Calabria), l’Azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro e l’Azienda sanitaria provinciale di Crotone (cfr. www.aspcatanzaro.it - link Consultori familiari - Badolato).

 

Richiedenti asilo: Crotone  al centro della regione.

 

Lampedusa e Crotone. Due luoghi che si affacciano sul mare accomunati dallo stesso destino. Entrambi chiamati ad accogliere i tanti migranti che partono dalla Libia in cerca di migliore fortuna o per sfuggire alle guerre e alle persecuzioni. Entrambi legati da una popolazione accogliente che ha visto stravolgere il proprio destino quotidiano con l’impegno quotidiano all’interno dei Centri. Crotone però, con la lunga permanenza del Centro, è diventata una provincia sempre più multietnica, con tutti i problemi che questo comporta.

Si parla di Crotone, ma in realtà il Centro - sorto nel giugno del 1999 per dare ospitalità ai profughi del Kosovo - è ubicato nel territorio di Isola Capo Rizzuto (KR) ed è gestito dagli operatori della Confraternita delle Misericordie, che si è aggiudicata l’appalto bandito dal Ministero. Ogni giorno centinaia di operatori con le più diverse professionalità si adoperano per accogliere, informare e accompagnare l’ospite nel suo cammino verso l’integrazione nel nostro paese.

A Crotone coesistono tre diversi Centri: il Centro di accoglienza, il C.A.R.A. (Centro di accoglienza per richiedenti asilo) e il C.I.E. (Centro di identificazione e di espulsione), i quali - unitamente alla Commissione territoriale - rendono la base/aeroporto militare S. Anna dell’Aviazione Italiana (in parte dismessa) una vera cittadella dell’accoglienza.

La diminuzione degli arrivi e l’effetto sospensivo del ricorso giurisdizionale avverso la decisione della Commissione hanno portato nel 2008 ad una riduzione degli arrivi, ma ad un aumento della presenza media giornaliera. In pratica arriva meno gente, ma sta molto di più nel Centro stesso, in attesa della definizione della propria posizione.

 

CROTONE. Stranieri presenti al Centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto (1999-2008)

 



Presenze


1999


2000


2007


2008


Presenze totali


2.778


4.439


6.912


5.671


Presenze medie


210


234


658


1.403


 

FONTE: Dossier statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Elaborazione dati della Prefettura – UTG di Crotone

 

A Crotone ha sede anche una delle dieci (prima erano sette) Commissioni Territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale sparse sul territorio nazionale, chiamate ad esaminare le domande di protezione presentate in Calabria e Basilicata.

Inoltre, a Crotone, come altre città del sud Italia, nel corso dell’anno 2008 è stata istituita la Sezione della Commissione stessa, chiamata a smaltire le tante domande presentate.  Il lavoro congiunto tra le due Commissioni ha portato all’azzeramento dell’arretrato delle domande giacenti, che all’inizio del 2009 erano quasi 1.300.

Altra novità è rappresentata dai provvedimenti che la Commissione può emanare. Oltre a quelli da tutti riconosciuti e cioè del riconoscimento dello status di rifugiato, del diniego e del diniego con protezione umanitaria, la Commissione, grazie al recepimento delle direttive europee, può concedere la protezione sussidiaria nel caso sussista un rischio effettivo di un grave danno in caso rientro nel paese d’origine, oppure rigettare la domanda per manifesta infondatezza, con la grave conseguenza che l’eventuale ricorso al tribunale non sospende l’efficacia del provvedimento impugnato.

Le domande presentate nel 2007 sono state 3.034 e ne sono state esaminate 2.785: nel 2008 ne sono state presentate 4.098 e ne sono state esaminate 2.765. Oltre il 50% delle domande presentate ha ottenuto una qualche protezione.

 

CROTONE. Esiti domande di riconoscimento presentate alla Commissione Territoriale (2007– 2008)

 



Anno


Riconoscimenti


Protezione sussidiaria


Non riconosc. con prot. umanit.


Non riconosc. senza prot. umanit.


Altro


TOTALE


2007


404


-


1.335


899


147


2.785


2008


441


1.023


867


426


8


2.765


 

FONTE: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Elaborazioni su dati della Commissione territoriale.

 

Le prime cinque nazioni di provenienza dei richiedenti asilo nel 2007 sono state:

Etiopia (80), Eritrea (76), Sudan (48), Iraq (42), Somalia (35). Nel 2008, invece, sono state Iraq (124), Somalia (98), Sudan (43), Afghanistan (41) ed Eritrea (38).

Il dato relativo alle protezioni sussidiarie riconosciute è riferito solo al 2008, visto che tali riconoscimenti sono stati introdotti solo alla fine del 2007. Le prime cinque nazioni di provenienza sono: Afghanistan (316), Somalia (313), Eritrea (146), Iraq (107) e Costa D ’ Avorio (59).

Infine le prime cinque nazioni di provenienza dei cittadini che non hanno ottenuto alcuna protezione sono state: nel 2007 Ghana (247), Nigeria (219), Mali (57), Burkina Faso (50) e Togo (49), mentre nel 2008 Nigeria (282), Ghana (143), Togo (65), Costa D ’ Avorio (62) ed Afghanistan (56).

 

In Calabria una legge per i richiedenti asilo e i rifugiati

 

Il numero di immigrati presenti in Calabria rimane ancora lontano dalle cifre di alcune regioni del Nord Italia, pur registrando negli ultimi anni un notevole aumento dei residenti, sia in termini assoluti che percentuali. Tuttavia, dalle prime rilevazioni di una ricerca realizzata dalla Fondazione FIELD per conto della Regione (di prossima pubblicazione) emergono i segni della caratterizzazione e del peso che il fenomeno sta assumendo nel territorio.

Per quanto riguarda le presenze, dall’esame dei dati riferiti al 2008 emerge una propensione alla “femminilizzazione” dell’immigrazione in Calabria: la percentuale di donne straniere residenti è infatti superiore a quella nazionale (55,3% contro 50,8%).

Mentre a determinare la portata del fenomeno sull’economia della regione sono le fonti Inail sull’occupazione già citate: il 9,9% degli occupati nella regione sono stranieri e il rapporto nuovi assunti/occupati relativo agli stranieri è stato del 28,5% (contro il 14,8% del dato nazionale).

L’importanza della Calabria rispetto al fenomeno dell’immigrazione anche a livello nazionale si continua a giocare però nel campo delle politiche di prima accoglienza, con le strutture di Crotone e Lamezia Terme e una significativa presenza nello SPRAR (Sistema di protezione dei richiedenti asilo e rifugiati), gestito dal Ministero dell’Interno in convenzione con l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani). Ed è proprio in quest’ultimo contesto che la Calabria può vantare esperienze di grande significato e l’ambizione di farne un modello di sviluppo locale.

Dopo la risposta spontanea, emotiva e solidale in occasione dei primi sbarchi di curdi sulle coste, nel corso degli anni si è messo in moto infatti un circuito virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato sfociato nell’approvazione - il 12 giugno 2009 – della Legge Regionale n.° 18, la prima in Italia sull’accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati.

Un provvedimento legislativo maturato sulla scorta delle esperienze di integrazione in località come Riace (RC) e Badolato (CZ) e del sostegno fornito negli ultimi anni dalla Regione agli enti locali titolari di progetti inseriti nel Sistema sopra detto. Nella L.R. 18 si parla di promozione del sistema regionale integrato di accoglienza e di sostegno ad azioni indirizzate all’inserimento socio-lavorativo di rifugiati, richiedenti asilo e titolari di misure di protezione sussidiaria o umanitaria attraverso l’elaborazione di un Piano che dia priorità agli interventi che valorizzino le produzioni artigianali, le competenze e le tradizioni locali, ovvero che prevedano forme di commercio equo e solidale, di turismo responsabile e programmi di economia solidale e cooperativa.

Un piano complesso, che va dagli interventi di accoglienza e orientamento legale all’inserimento lavorativo anche tramite la creazione di attività economiche imprenditoriali, dal sostegno al proseguimento degli studi e al riconoscimento dei titoli formativi al sostegno abitativo, alla realizzazione di programmi e produzioni culturali - anche plurilingue - ed interventi di formazione e sensibilizzazione; il tutto da costruire attraverso gli strumenti previsti dalla stessa L.R. 18 (Conferenza regionale e Comitato dei garanti) e da coordinare e monitorare, allo scopo di farne un modello, attraverso il tavolo di coordinamento istituito con l’ANCI, l’UPI (Unione delle Province d’Italia) e tutti i soggetti titolari e gestori dei progetti inseriti nelle graduatorie SPRAR.


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