7 agosto 2009    

L'aula vota le '' Primarie''. Obiettivo: più partecipazione.


Il Consiglio regionale della Calabria ha approvato, voto contrario del Pdl, Idv e Una seduta del Consiglio regionale a Palazzo CampanellaComunisti italiani,   il progetto di legge 387/8^ (primi firmatari il presidente della Giunta Loiero e quello dell’Assemblea Bova) recante “norme per lo svolgimento di elezioni primarie per la selezione di candidati alla elezione del presidente della Giunta regionale”.
La finalità della legge sulle primarie consiste nel restituire sovranità ai cittadini, favorendone la partecipazione nei processi di selezione dei gruppi dirigenti e dando vita ad una vera democrazia partecipativa, che in molti predicano a parole ma quasi nessuno attua con i fatti.
L’obiettivo prefissato con tale provvedimento è quello di garantire ai calabresi un “di più” di partecipazione democratica, attribuendo un valore alla volontà popolare nel processo di selezione dei candidati. Un’esaltazione del principio democratico che sta alla base dell’ordinamento giuridico del nostro Paese.
L’articolato è assolutamente conforme al dettato costituzionale, così come confermato dagli autorevolissimi giuristi che sono stati sollecitati ad esprimere un parere nella fase dell’istruttoria del progetto di legge.
In secondo luogo, corre l’obbligo di sgombrare il campo dalla confusione e dagli equivoci determinati da chi continua a giocare sui termini e parla con disinvoltura di “primarie obbligatorie”, “facoltative” o “vincolanti”.
L’unico “obbligo” di cui la legge parla è quello che grava sulla Regione di indire le primarie, organizzarle ed assicurarne il trasparente e regolare svolgimento. Per il resto, ciascuna formazione politica o coalizione di partiti sarà libera di parteciparvi o meno ed eventualmente di non attenersi al risultato del voto, formalizzando la candidatura alla presidenza della Regione di un soggetto diverso da quello risultato vittorioso alle primarie. In tale ultimo caso, la coalizione perderebbe la cauzione in denaro versata nelle casse della Regione e non percepirebbe più la “quota” di premialità prevista. Ma c’è un deterrente ben più importante dal punto di vista politico: è il giudizio dell’opinione pubblica e dell’elettorato.
Il Presidente Giuseppe Bova presiede una seduta del Consiglio regionaleSul piano finanziario, va sottolineato come la legge stabilisca un tetto massimo, assolutamente invalicabile, di 600 mila euro che però è solo potenziale: è infatti possibile che la spesa si attesti su un valore finale molto più basso.
Quanto poi alla riforma dello Statuto, il numero dei consiglieri resterà invariato. Chi afferma il contrario mente. I componenti dell’Assemblea, tutti eletti direttamente dai cittadini con le preferenze e non più nominati, grazie all’abolizione del “listino”, sono e resteranno lo stesso numero di quelli eletti direttamente dai cittadini in occasione delle elezioni. Nel caso in cui il presidente della Giunta regionale dovesse decidere di attivare l’istituto della supplenza per la nomina degli assessori, i costi sostenuti resteranno effettivamente invariati in virtù dei provvedimenti sui tagli alle spese che, addirittura, potrebbero determinare un risparmio. Chi percepirà di meno sarà il singolo consigliere perché il costo di tutti rimarrà quello di prima, o addirittura sarà inferiore.

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