30 luglio 2009    

Lanucara (Crpo):«La riforma privilegi la 'parità di accesso' alle cariche elettive»


“Il Consiglio regionale della Calabria sta discutendo al fine di tracciare, correggere, implementare regole che consentiranno di fare crescere in Calabria la democrazia dei due generi: donne e uomini insieme. La parola in questione, irrinunciabile, è uguaglianza, parola mai superata in nessun tempo e da nessuna realtà culturale, politica o religiosa". E' questo il commento di Antonia Lanucara, presidente della Commissione regionale per le Pari Opportunità. La presidente della Commissione regionale per le Pari Opportunità Antonia Lanucara
"Uguaglianza è una parola che esprime la forza di chi combatte, nel nostro Paese, egoismi ed appiattimenti delle differenze di genere. Il concetto di uguaglianza sottintende - prosegua Antonia Lanucara - condizioni di partenza disuguali che possono, nel corso della vita di ciascuno essere recuperate. Noi donne e uomini calabresi dobbiamo consegnare alla storia leggi che puntano a cambiare il destino disuguale dei calabresi, per realizzare politiche di uguaglianza e di pari opportunità e - non sembri eccessivo - dobbiamo essere capaci di sconvolgere, con leggi adeguate gli equilibri attuali che presentano ‘assenze’ ingiustificate e che privano le Istituzioni della creatività, dei saperi e della sensibilità delle donne".


"E’ opportuno qui ricordare, per esempio - ricorda la presidente della Commissione regionale per le pari opportunità - che alla Provincia di Catanzaro è stata eletta come Presidente una donna e nessuna consigliera; nessuna è stata chiamata in Giunta; alla Provincia di Reggio Calabria, è stata eletta una sola donna; nella Provincia di Cosenza nessuna donna eletta e così per i sindaci delle città capoluogo, tutti maschi e potremmo continuare a lungo questo elenco. Una ragione ci sarà. Dipende solo dalle donne? O ci viene da pensare che c’è uno squilibrio nella vita democratica istituzionale che ci riconduce a responsabilità dei soggetti politici calabresi (partiti) che comunque hanno negato la visibilità ed i desideri delle donne nei luoghi delle decisioni. C’è qualcuno che pensa che le donne calabresi non sono pronte per il rinnovamento della Calabria? Si esprima".

"C’è, viceversa - prosegue la Lanucara - chi pensa all’introduzione di azioni positive possibili sostenute dai partiti. Tali azioni potrebbero sconvolgere il quadro antidemocratico attuale. Sì, antidemocratico perché priva un genere dei propri diritti. Il banco della presidenza durante una riunione della Commissione regionale per le pari opportunitàL’uguaglianza e le pari opportunità valorizzano il merito e la libertà di scelta delle donne. In questa Calabria, infatti, a parere mio e non solo, la libertà delle donne è la condizione essenziale per avere una società più dinamica e moderna, capace di garantire una vera selezione di talenti e di qualità personali. Lo Statuto e la legge elettorale della Regione Calabria rappresentano di fatto una piattaforma su cui costruire un nuovo patto politico ed istituzionale tra generazioni e generi. Come si può pensare ad un patto che allarghi le opportunità per tutti i cittadini se non si rispetta e si valorizza la diversità, le differenze?"


"La Commissione regionale di Parità chiederà al Presidente del Consiglio, On.le Bova, la convocazione della Conferenza dei Capigruppo per assicurare, ai sensi degli artt. 51 e 117, comma 7 della Costituzione, la parità di accesso alle cariche elettive di donne e uomini. La Commissione regionale per le Pari Opportunità ritiene che nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore ai due terzi dei candidati. Sin qui, a mio parere - conclude la presidente dell'organismo di parità regionale - non sorgono difficoltà di comprensione e di condivisione. L’incomprensione e la non condivisione si potrà esprimere solo se la sanzione che ne segue prevedrà l’inammissibilità della lista che non rispetta l’eventuale norma. La Commissione di Parità e la sua Presidente, ritengono di dover pervenire ad una conclusione condivisa, concreta, democratica e costituzionale; non ci saranno riforme democratiche nel nostro Paese, in Calabria se non si garantisce l’uguaglianza reale attraverso il riconoscimento delle diversità di genere che rappresenta  un fattore di forte discontinuità culturale e politico. E’ per me cosa scontata sottolineare la fiducia nei confronti del Consiglio regionale della Calabria. Il salto di qualità che vogliamo realizzare dovrà essere accompagnato e sancito da una norma che ricostruisce la parità dei due generi e la fa entrare, a pieno titolo, in ogni campo istituzionale. Ribadisco nella mia qualità di Presidente che le donne calabresi ed italiane sono pronte a costruire un progetto politico che presuppone una forte alleanza con il genere maschile e la sua cultura; non siamo frammentarie e litigiose come si tenta di farci apparire: chiediamo un’alleanza che soddisfi le aspettative dei  calabresi e che offra, sulla base delle richieste dei due generi, un programma istituzionale democratico, condiviso, certo e realizzabile”.


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