20 luglio 2009    

Borrello (Pd): «Le Primarie per evitare imposizioni dall'alto»


"Quando si vive condizionati dallo scomodo status di «nominato» si rischia di sconfinare nell'assurdità di una polemica senza capo né coda. Il vice presidente del Consiglio regionale Antonio Borrello (Pd)
Credo che sia questo ciò che agita il pensiero alquanto scomposto del senatore Santo Versace, quando chiama in causa il veterocomunismo per giustificare il proprio dissenso sulla legge delle primarie ed, ancor più incautamente, il Consiglio regionale di cui, senza offesa, forse disconosce anche la collocazione logistica". E' quanto afferma il vicepresidente del Consiglio regionale, Antonio Borrello.
"Ma è proprio così difficile ragionare serenamente - prosegue Borrello - per riuscire a cogliere il senso del perché di simile iniziativa? Disattento ed omertoso come dimostra di essere rispetto ai macroscopici furti che il suo Governo compie a discapito della Calabria, il senatore richiama il Politburo a sostegno di tesi, basate solo su una demagogica sensibilità verso le risorse pubbliche che, invece, i suoi governanti gli sfilano da sotto il naso giorno dopo giorno per miliardi di euro. Sempre calzante l'equazione pagliuzza-trave".
"Paradossalmente, però - prosegue Borrello - a proporre, per primo, nelle ultime due legislature una legge sulle primarie è chi, come me, pur non essendo mai stato comunista, ma più semplicemente un democristiano prima e un popolare poi, è più che convinto della necessità, soprattutto quando si tratta di scegliere i candidati a presidente della sua Regione, di liberare dalle imposizioni romane la Calabria dove, comunque, ha scelto di restare. E' questo il sacrosanto principio di una consapevolezza che Bova e Loiero hanno egregiamente tradotto in atto legislativo, condiviso dalla stragrande maggioranza dei consiglieri regionali".
"Ad un presidenzialismo esasperato - sostiene ancora Borrello - non si può non far corrispondere un meccanismo che consenta al cittadino di esprimere il gradimento «a priori» sulle candidature anziché lasciare che siano i potentati capitolini ad imporle. Tutta qua la differenza delle posizioni e stia tranquillo il senatore Versace sul fatto che i consiglieri regionali il proprio dovere tentano di esercitarlo fino in fondo, non fosse altro che per la responsabilità di sapere di dover rendere il conto a chi li ha eletti, a differenza di chi, invece, e costretto a vivere tormentato dall'ossessione di non dispiacere al Capo".-


 segnala pagina ad un amico
 CHIUDI