10 luglio 2009    

La Consulta per l'emigrazione a Reggio Calabria (di Luisa Lombardo)


“Se ti allontani dai confini che ti hanno visto nascere non volgere lo sguardo indietro”: il pensiero di un noto autore non è anacronistico ma conserva intatta ancora oggi la sua attualità. Perchè se diversa è la connotazione dell’emigrazione, uguale è la nostalgia di chi parte quanto la volontà di non recidere i legami con la terra d’origine.
Lo assicurano i tanti Consultori giunti in Calabria per dare un contributo alla rivisitazione della legge La riunione congiunta tra la Conferenza dei presidenti dei gruppi e la Consulta per l'emigrazioneregionale sull’emigrazione approvata dal Consiglio regionale nel 2004: per chi – come loro - ha scelto di cominciare altrove una nuova vita con una valigia carica di speranze ed attese, il cordone ombelicale non si è mai spezzato. Anzi è cresciuta l’esigenza di rinsaldare il legame con le proprie radici, attraverso azioni ed iniziative a tutela e a sostegno dell’identità regionale. Un’esigenza, questa fortemente avvertita dalle nostre comunità all’estero ed affidata alla voce della Consulta regionale dei calabresi giunta in riva allo Stretto per una tre giorni di incontri e dibattiti.
44 i Consultori esteri ed italiani che assieme agli esperti hanno voluto dare il loro ufficiale imprimatur alle osservazioni al testo recepite dal Consiglio regionale. Rappresentate tutte le ‘Calabrie’ sparse nel mondo dal Canada all’Australia; dal Brasile all’Argentina; dal Belgio alla Francia. Diverse le pronunce e le inflessioni che identificano la provenienza acquisita, unica la richiesta: una nuova normativa che superi i vecchi concetti dell’emigrazione dentro cui costruire un nuovo ruolo della Regione e delle tante associazioni di calabresi nel mondo e dei Consultori.
Un pensiero particolare è rivolto ai giovani calabresi di seconda e terza generazione più a rischio di smarrire e disperdere un patrimonio legato all’identità. D’ora in poi maggiore sarà il coinvolgimento dei giovani calabresi nella vita sociale e culturale delle Federazioni ed associazioni come le iniziative volte all’apprendimento della lingua italiana. Tutti traguardi che potranno più compiutamente realizzarsi grazie anche alla Fondazione dei calabresi nel mondo istituita con un apposito emendamento. Questa è secondo Damiano Guagliardi, assessore regionale al ramo, la grande conquista: “Con la nuova legge – spiega l’assessore regionale al Turismo con delega all’Emigrazione - la Calabria vara due strategie: la salvaguardia della lingua tra gli emigrati, attraverso programmi di istruzione e di alta formazione, e l’investimento su cultura e turismo, con una dimostrazione delle nostre potenzialita' su questo versante”.
Nell’Aula della massima Assemblea elettiva calabrese, si rilancia l’idea di trasformare l’emigrazione in risorsa con interventi per lo sviluppo delle relazioni sociali, economiche e culturali e l’organizzazione di eventi culturali, mostre, fiere di prodotti tipici e loro commercializzazione.
Il secondo step, dopo l’istituzione della Fondazione sarà lo Statuto e la  programmazione dell’attività. Così come per il Premio “Calabresi nel Mondo” dovranno individuarsi Regolamento e modalità.
Ancora, la promozione dell’informazione sugli aspetti della vita regionale; la cura e la diffusione fra le comunità calabresi di pubblicazioni, notiziari, giornali anche con l’ausilio del web. Anche questo un modo per rinverdire legami che si era stati costretti ad allentare, chiudendo nel cassetto della memoria, luoghi, persone, e ricordi che hanno segnato il passato più autentico di ciascuno.
Il programma della tre giorni che ha visto la Consulta Regionale dei calabresi all’estero impegnata a Reggio Calabria, dal 6 all’8 luglio, si è articolata in tre momenti: l’incontro con i massimi vertici della Regione; la partecipazione alla Conferenza dei presidenti dei gruppi consiliari e la seduta consiliare che ha consegnato alla Calabria una legge sull’immigrazione rivisitata sulla base degli emendamenti dei Consultori. “Un autentico patto che - ha detto il presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Bova - attraverso la legge approvata dal Consiglio regionale rilanci con l'ausilio delle nostre comunità, qui e laddove risiedono i nostri emigranti, un rapporto proficuo e fruttuoso. Bova ha sottolineato “la scelta della Calabria di dedicare quest'anno in maniera specifica ai nostri fratelli emigrati. In questo quadro, il patto tra calabresi sottoscritto a Palazzo Campanella, sede del Parlamento della Calabria, non ha solo una particolare solennità, ma si iscrive in un percorso in cui finalmente anche i discendenti di emigrati da molte generazioni, da un lato, conservino e arricchiscano l'insegnamento della madre lingua, e dall'altro, attraverso forme di reciprocità di scambi culturali, così come avviene nel rapporto Calabria-Argentina e Calabria-West Virginia, con la partecipazione di numerosi giovani a stage nelle università calabresi e di oltre oceano”. Sui temi dell'accoglienza Bova, ha detto, inoltre, di ''sentirsi la coscienza a posto. Per il paradosso delle vicende umane, altri vengono oggi qui da noi. Verso costoro abbiamo sentito il dovere di fare una legge per accoglierli, nonostante le nostre debolezze. Non ci siamo rinchiusi, non abbiamo sbattuto la porta in faccia a chi e' in cerca di un briciolo di vita”.
Per il presidente della Regione, Agazio Loiero, anch’egli intervenuto all’incontro della Consulta regionale per l’emigrazione: “La legge che si andra' ad approvare e' frutto di un intenso lavoro preparatorio e di proficua collaborazione con i nostri rappresentanti all'estero. In questo momento, l'Italia ha approvato una legge sui cosiddetti respingimenti degli immigrati. Qui in Calabria abbiamo invece fatto una legge diametralmente opposta, riaffermando una linea culturale in controtendenza. Si e' confusa la criminalità - ha detto ancora Loiero - con la figura dell'immigrato. Noi, invece, con la collaborazione di vari sindaci, di centrodestra e di centrosinistra, siamo riusciti ad offrire prospettive di vita a chi era falcidiato da malattie e da guerre”.  Per Bruno Censore, presidente della VI Commissione consiliare, organismo istituzionalmente preposto alla valutazione di merito del nuovo articolato, “si chiude un percorso legislativo costruito insieme ai legittimi rappresentanti degli emigrati. La nostra esperienza di governo - ha concluso - e' aperta sul piano culturale e da questi lavori emerge una Calabria più solidale, più disponibile, più aperta al futuro ed alla salvaguardia delle sue migliori tradizioni”.

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